PER LA GUERRA DI PUTIN CI SI ACCOLTELLA ANCHE IN ITALIA - RISSA TRA DUE AUTOTRASPORTATORI UCRAINI IN UN'AREA DI SERVIZIO DELL'AUTOSTRADA A4, VICINO A BRESCIA: L'AGGRESSORE, DI 47 ANNI, È FILORUSSO E ORIGINARIO DEL DONBASS, MENTRE IL FERITO, 34ENNE, HA IDEE FILOGOVERNATIVE - I DUE HANNO DISCUSSO DEL CONFLITTO IN CORSO, FINO A QUANDO È SPUNTATO UN COLTELLO: IL FERITO È STATO TRASPORTATO IN OSPEDALE IN CONDIZIONI SERIE, MA NON SAREBBE IN PERICOLO DI VITA…
-F.L. per “Il Messaggero”
Aggressione con accoltellamento in un'area di servizio dell'autostrada A4 tra Palazzolo e Rovato, nel bresciano. Protagonisti due ucraini. L'aggressore, di 47 anni, è filorusso e originario del Donbass, mentre il ferito, che ha 34 anni, ha idee filogovernative.
I due, autotrasportatori di mezzi diversi, si sono incontrati nell'area di servizio e hanno discusso sulla guerra in corso in Ucraina. Il ferito è stato trasportato in ospedale a Brescia in condizioni serie, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Indaga la polizia di Stato, ma gli agenti stanno attendendo un interprete poiché l'aggressore parla un inglese stentato. Sembra che a scatenare la violenza siano state le differenti posizioni sul conflitto.
La vittima è stato colpita con una coltellata ai reni ed è ricoverata in prognosi riservata agli Spedali civili di Brescia, l'aggressore è stato arrestato.
La guerra non ha frontiere e se molti ucraini residenti in Italia tornano a casa per combattere, tra i 40 mila russi che vivono in Italia molti sono contrari alla guerra e sono rimasti spiazzati dal via libera di Vladimir Putin all’invasione.
«Un conto è il popolo e un conto è il Cremlino», afferma Irina Fridrikh, 59 anni nata a Kasnoyarsk (in Siberia) e residente a Roma da otto anni. «Non riuscivo a smettere di piangere, per me è una vergogna pensare al mio Paese come aggressore. Noi e l'Ucraina abbiamo radici molto simili. Il popolo soffre, Kiev è stata la prima capitale della Russia».
Ma c'è chi la pensa diversamente. Come Olga, russa di 43 anni che vive a Roma ed è nata a Odessa: «Non è un’invasione - sostiene - ma una liberazione del Donbass dai nazisti che occupano il Paese da otto anni».