HANNO TUTTI PAURA DI METTERSI CONTRO PECHINO (E DI NON LAVORARE PIU') - IL WRESTLER E ATTORE JOHN CENA COSTRETTO A SCUSARSI CON LA CINA PER AVER DEFINITO TAIWAN "UNO STATO" DURANTE UN'INTERVISTA: "HO FATTO UN ERRORE: AMO E RISPETTO LA CINA E IL POPOLO CINESE" - TUTTA QUESTA FRETTA A SCUSARSI E' PRESTO SPIEGATA: QUELLO CINESE E' IL SECONDO MERCATO CINEMATOGRAFICO AL MONDO - VIDEO
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Da Wired.it
Se, qualche anno fa, si fosse anche solo ipotizzato che un ex wrestler divenuto attore di successo come John Cena si sarebbe ritrovato nel bel mezzo di una specie di crisi geopolitica internazionale, nessuno ci avrebbe creduto. Ma tant’è.
Attualmente in fase di promozione del suo ultimo film, Fast and Furious 9, che ha debuttato con grande successo nelle scorse settimane e ha già guadagnato oltre 160 milioni di dollari ai botteghini di tutto il mondo, ha detto alla tv taiwanese Tvbs una frase del tipo: «Taiwan è il primo stato al mondo in cui si potrà vedere Fast and Furious 9». Una dichiarazione di per sé innocua, ma non la pensano così i migliaia di fan cinesi che si sono rivolti al web per manifestare il loro disappunto.
Com’è noto, la Repubblica popolare cinese (per intenderci, il governo di Pechino) non riconosce come stato indipendente Taiwan, l’isola dalle cui coste i nazionalisti si sono ritirati nel 1949 dopo la sconfitta da parte dei comunisti, che hanno invece preso il dominio della parte continentale del paese.
Anche per la maggior parte dei paesi al mondo Taiwan non è uno stato vero e proprio, nonostante molti di loro intrattengono fiorenti rapporti diplomatici ed economici. La reazione alle parole di Cena, dunque, è stata parecchio dura e lo stesso attore si è dovuto scusare: «Ho fatto un errore. Ora devo dire una cosa molto, molto, molto importante: amo e rispetto la Cina e il popolo cinese», ha detto in un video. «Mi dispiace. Mi dispiace. Sono davvero dispiaciuto. Dovete capire quanto io ami e rispetti la Cina e il popolo cinese».
L’insistenza sulla parola "Cina", la vera Cina, quella continentale contrapposta a quella Repubblica di Cina che sarebbe il nome ufficiale di Taiwan, è notevole. Il caso potrebbe anche essere derubricato come i soliti eccessi della comunicazione social, fra avventatezze, polemiche e rapido crisis management.
A ben guardare, però, è significativo di un fenomeno molto più ampio: quello cinese è il secondo – se non il primo dopo la pandemia – mercato cinematografico al mondo e le major di Hollywood non si possono permettere di inimicarsi una fetta fondamentale del pubblico.
Avere successo in Cina, per i grandi blockbuster americani, significa determinare oramai l’effettivo successo di una pellicola. Senza considerare che moltissimi film dall’alto budget negli ultimi anni sono stati prodotti anche da aziende cinesi. Le scuse di Cena sono state dunque caldeggiate e necessarie, ma chissà come l’ha presa il regista Justin Lin, americano di origini taiwanesi.