HOUSE OF CONFINDUSTRIA – MA PERCHÉ ANTONIO D’AMATO SI È LANCIATO NEL SOSTEGNO DELL’IMPROBABILE CANDIDATURA DI ANTONIO GOZZI PER LA GUIDA DEGLI INDUSTRIALI? PERCHÉ SOSTIENE UNA PARTITA IN EVIDENTE SALITA, CON IL PATRON DELLA DUFERCO CHE ARRANCA DIETRO I FAVORITI ORSINI E GARRONE? IL MOTIVO È CHE D’AMATO HA DECISO DI CANDIDARSI NEL 2025 PER LE ELEZIONI REGIONALI IN CAMPANIA. E PER FARLO, HA PERÒ BISOGNO DI AVERE GOZZI IN VIALE DELL’ASTRONOMIA…
-DAGONOTA
Ma perché Antonio D’Amato, oltre alla notoria avversione con Emma Marcegaglia, si sarebbe lanciato nel sostegno dell’improbabile candidatura di Antonio Gozzi per la presidenza di Confindustria? Una partita in evidente salita, con l’uomo della Duferco che sta arrancando dietro i favoriti Emanuele Orsini e Edoardo Garrone, che sono già oltre la soglia del 20% dei consensi assembleari necessari per andare al voto finale?
Il motivo è nella politica. In una riunione che si è tenuta in settimana D’Amato ha rotto gli indugi e ha deciso di candidarsi nel 2025 per le elezioni regionali in Campania, la sua regione. Per farlo, l’ex presidente di Confindustria, ha però bisogno di avere Gozzi in Viale dell’Astronomia, convinto che il ticket con il manager ligure possa convincere il governo a far candidare un esponente di Forza Italia sotto il Vesuvio.
La strada tuttavia pare in salita. Gozzi per il momento gode solo del sostegno di qualche ex pubblica e di alcune territoriali secondarie, mentre Garrone sta compattando il Fronte del Nord e Orsini ha consensi in Emilia e al Sud.
Gozzi ha messo al lavoro tutti i suoi contatti ex socialisti, da Maurizio Sacconi a Stefania Craxi, e con lui sta lavorando anche Lara Comi di Forza Italia insieme al suo compagno Marco Bonometti. Ma al momento è probabile che rimanga tagliato fuori, e con lui le aspirazioni politiche di D’Amato.
LE 12 FATICHE DI GOZZI
Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni per “Milano Finanza”
Le 12 fatiche di Antonio Gozzi. Ecco il titolo del film che si sta girando in Confindustria. La confederazione è alle prese con la complessa procedura per scegliere il successore di Carlo Bonomi che dovrà guidare nel prossimo quadriennio una confederazione in forte crisi di rappresentanza.
Il patron di Duferco e presidente di Federacciai è alla disperata ricerca del 20% dei voti assembleari per riuscire ad essere presente al rush finale che terminerà con il voto del consiglio generale del 4 aprile. Al momento all’ultimo miglio è stato formalmente ammesso soltanto il patron di Erg Edoardo Garrone, che può contare sul 24% circa delle preferenze degli iscritti.
L’industriale genovese si scontrerà sicuramente con il vicepresidente di Confindustria Emanuele Orsini che può contare al momento - tabellone alla mano dei voti assembleari - su circa il 26% delle preferenze. Significa che a sabato 2 marzo, grazie a quanto già deliberato dai comitati di presidenza delle associazioni territoriali e di categoria che aderiscono al sistema Confindustria, su 881 voti totali a disposizione degli iscritti a Confindustria Garrone può contare sull’appoggio di circa 210 schede, mentre il modenese Orsini su circa 230.
[…] in questo momento, il quorum è fondamentale per capire se sarà una corsa soltanto a due oppure a tre. La configurazione influirà poi sulla forza contrattuale nei grandi giochi delle alleanze che tradizionalmente caratterizzano gli ultimi 10 giorni prima del voto.
Al momento fra le territoriali Gozzi può contare sugli appoggi formali di Avellino, Napoli, Benevento, Bergamo, Brescia, Cremona, Taranto. Mentre fra le associazioni di categoria, invece, sul sostegno di Federacciai, Federlegno, Federvini, Proxygas, Sistema Moda Italia, Assovetro, Federazione Carta, Federbeton, Anima, Anfia, Unem e Confitarma. In tutto, sempre calcolatrice alla mano, sono il 13,2% dei voti assembleari.
Si dice che il patron di Duferco possa contare anche sull’appoggio di due big come Farmindustria (2,2%) e Federchimica (2,4%), ma i consigli di presidenza delle due blasonate categoriali non hanno ancora deliberato. In Farmindustria il milanese Sergio Dompè, supporter della prima ora di Garrone (assieme ad altri industriali dai fatturati miliardari), sta facendo sentire le proprie ragioni.
Mentre per quanto riguarda Federchimica, da quanto risulta a MF-Milano Finanza, è difficile che l’associazione (che il 5 marzo riunirà i suoi organi) decida di schierarsi formalmente, quando le preferenze sono ben assortite fra Garrone e Gozzi.
Dunque al momento, nonostante quanto fatto circolare fino ad ora, il patron di Duferco è lontano dalla soglia del 20%.
Certo, c’è tempo fino alla sera del 20 marzo (grazie alle mail con le delibere da inviate ai saggi in Zona Cesarini) per raggiungere l’agognato traguardo e non essere completamente tagliato fuori, ma l’impresa non è per niente facile. Bisogna tener presente che di grandi pacchetti di voti ancora disponibili non ce ne sono.
Ci sarebbero forse quelli (circa il 6%) del candidato più indietro di tutti e cioè di Alberto Marenghi (dato in ritiro la prossima settimana). Ma il pacchetto del mantovano in sede di conferma nelle audizioni dei saggi (dureranno fino all’11 marzo) verrebbe diviso fra Orsini, Garrone e Gozzi.
Le territoriali (sono oltre il 70% dei voti assembleari: 616 voti su 881) si sono già tutte schierate o non intendono farlo (e così anche le categoriali come Unione Italiana Food; 1%), perché mai come quest’anno il risultato finale è molto incerto. E sarà sempre di più così all’avvicinarsi del 21 marzo, data in cui i saggi alzeranno il velo sullo stato dell’arte delle preferenze dopo le varie audizioni sul territorio. Dunque, alcuni imprenditori non vogliono rischiare di «puntare sul cavallo sbagliato».
[…]
Per quanto riguarda i pesi in consiglio generale, Orsini e Garrone (che al momento non ha generato un effetto a valanga sui consensi, come invece qualcuno ipotizzava) possono contare circa su una cinquantina di preferenze a testa. È leggermente avanti Orsini, ma i giochi totalmente aperti. Una variabile per chiuderli prima o meno sarà proprio il destino di Gozzi che anche in consiglio è quello che ai nastri di partenza parte con minore sostegno degli altri due.