INFERNO IN PARADISO – DISASTRO AMBIENTALE A HUNTINGTON BEACH, IN CALIFORNIA DOVE L’EQUIVALENTE DI TREMILA BARILI DI PETROLIO È STATO SVERSATO IN MARE SU UNA SUPERFICIE DI 33 CHILOMETRI QUADRATI DA UN OLEODOTTO IN PANNE: IL PARADISO DEI SURFISTI È STATO AVVOLTO DA UNA MAREA NERA CHE HA FATTO SCAPPARE I BAGNANTI, ALLARMATI DAL COLORE DEL MARE E DAI PESCI MORTI PORTATI IN RIVA DALLA CORRENTE - LE CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE SULLA FAUNA MARINA SONO ENORMI… - VIDEO
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Beppe Aquaro per "www.corriere.it"
Un risveglio, lo scorso weekend, che non ha di sicuro messo di buon umore i numerosi surfisti di Huntington Beach, un vero e proprio paradiso per chi ama questo tipo di sport, nella Contea di Orange, in California, quaranta miglia a Sud di Los Angeles. Ma anche per la vicina Newport Beach, non si è trattato di un ottimo inizio di weekend. All’orizzonte, prima, e poi man mano che si estendeva come un enorme “Blob”, la marea nera proveniente da un oleodotto in panne ha fatto capire l’importanza del disastro ambientale che iniziava a riversarsi sulla spiaggia.
I primi a rendersi contro di ciò che stava accadendo sono stati i bagnanti, allarmati dal colore del mare e dai numerosi pesci morti riportati in riva dalla corrente. Poco dopo si è saputo che l’equivalentre di tremila barili di petrolio era stato sversato in mare su una superficie di 33 chilometri quadrati.
Naturalmente, le autorità del posto si sono subito recate sulla costa. Come il sindaco di Huntington Beach, Kim Carr, il quale, dopo aver notato che il disastro era a sole cinque miglia dalla costa, ha subito lanciato l’allarme per quella che le stesse agenzie considerano una delle più grandi fuoriuscite di petrolio degli ultimi decenni. Intanto, si sta facendo di tutto per cercare di contenere il petrolio con barriere protettive, così come i sommozzatori proveranno a capire l’origine della perdita dell’oleodotto.
Non c’è voluto molto tempo per vedere gli effetti immediati di un disastro di questa portata “A Talbert Marsh, una importante riserva ecologica della zona, sono già stati conteggiati dei danni notevoli”, ha osservato Katrina Foley, supervisore della Contea di Orange. Ma, come purtroppo accade in questi casi, sono le immagini a parlare da sole, facendo intendere la portata del disastro ambientale: un’anatra ricoperta interamente di petrolio è stata tratta in salvo dalla Guardia Costiera.
Effetti a lungo termine per la fauna marina
Per fortuna, gli altri oleodotti in zona, avrebbero già chiuso tutte le loro piattaforme subito dopo il disastro. Dallo scorso primo ottobre, ad Huntington, si stava svolgendo il tradizionale e seguitissimo, “Pacific Airshow”, un evento che celebra l’amore e il patriottismo dell’aviazione: ma subito dopo essersi resi conto di ciò che era avvenuto, la manifestazione è stata sospesa.
E non mancano le prime reazioni politiche. Michelle Steel, rappresentante per il partito repubblicano della Contea, ha invitato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a dichiarare quanto prima il grave disastro ambientale: “Solo così potrebbero essere stanziati molto presto i fondi per le opere di bonifica della zona”.
Ed ora, ciò che si teme maggiormente, è che la fuoriuscita di petrolio sulle coste della California, possa produrre gli stessi nefasti effetti verificatisi undici anni prima nell’incidente di Deep Water Horizon, al largo del Golfo del Messico, quando lo sversamento in mare di trecentomila tonnellate di petrolio provocarono la morte di un intero ecosistema marino: dal plancton ai delfini. Per anni successivi al disastro e con crescita ridotta, lesioni e malattie della fauna marina. Di sicuro, lungo queste coste fino a qualche ora fa praticamente incontaminate, occorre fare presto.