È INIZIATO IL PROCESSO PER L’OMICIDIO DI GIULIA TRAMONTANO – IN TRIBUNALE A MILANO È ARRIVATO ALESSANDRO IMPAGNATIELLO, ACCUSATO DI AVER AMMAZZATO LA FIDANZATA, INCINTA AL SETTIMO MESE, COLPENDOLA CON 37 COLTELLATE – IL 30ENNE HA TENUTO LA TESTA BASSA ED È STATO VISTO PIANGERE, IN AULA HA DETTO: "CHIEDO SCUSA PER LA MIA DISUMANITÀ" – IN TRIBUNALE I FAMILIARI DI GIULIA TRAMONTANO, CHE SONO STATI AMMESSI COME PARTI CIVILI NEL PROCESSO - RESPINTE, INVECE, LE RICHIESTE DEL COMUNE DI SENAGO, DELL'ASSOCIAZIONE PENELOPE E DELLA FONDAZIONE POLIS... - CAOS IN AULA
-IMPAGNATIELLO, CHIEDO SCUSA DELLA MIA DISUMANITÀ
(ANSA) - MILANO, 18 GEN - "Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza". Alessandro Impagnatiello lo ha detto nelle dichiarazioni in aula dove è imputato per l'omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano.
"Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità - ha aggiunto - Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono".
FAMILIARI TRAMONTANO PARTI CIVILI, COMUNE SENAGO NON AMMESSO DECISIONE DELLA CORTE NEL PROCESSO A IMPAGNATIELLO
(ANSA) - MILANO, 18 GEN - I familiari di Giulia Tramontano, il padre Franco, la madre Loredana, la sorella Chiara e il fratello Mario, sono stati ammessi come parti civili nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato di omicidio volontario aggravato, anche dalla premeditazione, e che rischia una condanna all'ergastolo della fidanzata incinta, uccisa nella casa che condividevano a Senago.
La Corte d'Assise di Milano (giudici togati Antonella Bertoja e Sofia Fioretta e sei popolari), invece, ha respinto le richieste di costituzione di parte civile del Comune di Senago, dell'associazione Penelope e della fondazione Polis.
GIULIA TRAMONTANO, IMPAGNATIELLO PIANGE IN AULA ALLA PRIMA UDIENZA. I FAMILIARI DELLA RAGAZZA: «DATEGLI L'ERGASTOLO»
Estratto da www.leggo.it
Era il giorno della prima udienza del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, a carico di Alessandro Impagnatiello, il trentenne ex barman in un hotel di lusso. L'omicidio avvenne il 27 maggio 2023. E con l'aula stracolma è scoppiato il caos nella prima Corte di Assise di Milano: poco prima dell'inizio dell'udienza, i giornalisti e i curiosi sono stati fatti uscire.
La corte, dopo il caos organizzativo della prima parte dell'udienza, ha deciso, a seguito dell'intervento del presidente del tribunale Fabio Roia, di spostare l'udienza nella maxiaula della prima corte d'assise d'appello. I giudici sono in camera di consiglio per decidere sulle richieste di costituzione di parte civile presentate dai famigliari, dal Comune di Senago, dall'associazione Penelope e dall'associazione campana Polis.
Impagnatiello è imputato per l'omicidio della fidanzata Giulia, incinta di sette mesi e ammazzata a Senago, nel Milanese, con 37 coltellate. Detenuto a San Vittore, è arrivato accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. Sguardo basso, testa china, barba e baffi: il 30enne indossa un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. Si è seduto sulla panca nella gabbia dell'aula della prima Corte di Assise.
Per alcuni istanti Impagnatiello, seduto dentro la gabbia, ha pianto. Sul volto erano visibili le lacrime. È stato fatto presente che l'imputato non poteva essere ripreso, nonostante qualcuno abbia provato a girare video. […]
I famigliari di Giulia Tramontano auspicano che la «condotta sia sanzionata come merita», ha spiegato il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti prima dell'inizio della prima udienza. La famiglia di Giulia chiede che venga condannato all'ergastolo. Nell'aula sono arrivati i familiari della vittima. Il padre Franco, la madre Loredana e il fratello Mario hanno raggiunto la sorella Chiara già presente. […]
Coi cronisti, prima di entrare nell'aula, ha parlato anche l'avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, che rappresenta il Comune di Senago, il quale chiede di essere parte civile. «È una scelta importante e coraggiosa quella del Comune - ha detto Ingroia - i cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta».
È evidente, ha aggiunto l'ex pm siciliano, la «premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità». Come per le condotte mafiose, ha proseguito, «c'e stata da parte sua la precostituzione di impunità». E infine: «Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c'è stata lucidità nell'intento criminale».