INSIDE JOB - UN HACKER NORDCOREANO HA UTILIZZATO UN'IDENTITA' FALSA PER FARSI ASSUMERE IN SMART WORKING DA UNA MULTINAZIONALE BRITANNICA E RUBARLE I DATI - NON SOLO: USAVA I SOLDI DELLO STIPENDIO PER FINANZIARE IL PROGRAMMA NUCLEARE DI PYONGYANG - L'UOMO, CHE NON SI FACEVA MAI VEDERE IN RIUNIONE SU ZOOM, È STATO LICENZIATO A CAUSA DELLE SUE SCARSE PERFORMANCE LAVORATIVE - A QUEL PUNTO IL CYBERCRIMINALE HA RICATTATO LA SOCIETÀ, CHIEDENDO...

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Estratto dell'articolo di Velia Alvich per www.corriere.it

 

A sinistra, l'identitA' rubata dall'hacker nordcoreano infiltrato. A destra, la ricostruzione del volto con cui si E' presentato grazie all'IA

I vantaggi del lavoro da remoto: evitare ore di spostamenti da casa all'ufficio, rimanere in pigiama tutto il tempo, fingersi un dipendente occidentale per rubare tutti i dati dell'azienda e rivenderli a vantaggio della madrepatria. […] il terzo è diventato un metodo classico degli hacker della Corea del Nord per rubare dati strategici di aziende occidentali e, al tempo stesso, ottenere dei soldi che, secondo alcuni esperti, servono a finanziare il programma nucleare di Pyongyang.

hacker 1

 

Questa volta ci è andata di mezzo una multinazionale che ha deciso […] di raccontare il proprio caso per avvisare le altre società: attenti ai dipendenti che non si fanno mai vedere in riunione su Zoom, potrebbero essere degli hacker di un Paese straniero.

 

L'ASSUNZIONE, I DATI RUBATI, IL RICATTO

Credevano di avere assunto un programmatore come collaboratore per l'estate. Da lì è cominciata subito la sua operazione dentro un'azienda che ha sede in Regno Unito, Usa e Australia. Accedendo da remoto ai sistemi, ha cominciato a scaricare di nascosto i dati della compagnia. […]

HACKER COREA DEL NORD

 

Alla fine sono state le pessime performance lavorative dell'uomo a causare un'interruzione del rapporto di lavoro. A quel punto è cominciata la seconda parte del piano dell'hacker. L'azienda ha iniziato a ricevere numerose email di ricatto: per non far pubblicare online i dati rubati, avrebbero dovuto pagare centinaia di migliaia di dollari. Non si sa, però, se l'azienda ha accettato di versare la somma in criptovalute. […]