INTRECCI PERICOLOSI / 2 - PIERO AMARA, NELLA PRIMAVERA DEL 2014, ORGANIZZÒ UNA MAXI CENA ALLA "CASINA VALADIER" A ROMA, ALLA QUALE AVREBBE PARTECIPATO ANCHE L'ALLORA PROCURATORE DELLA CAPITALE GIUSEPPE PIGNATONE CON IL FRATELLO GIANFRANCO, AVVOCATO GENERALE DELLO STATO - L'EPISODIO È STATO RIFERITO DALLO STESSO AMARA A "PANORAMA" - A QUELLA CENA PARTECIPARONO ALMENO 45 PERSONE, MOLTI I MAGISTRATI - FRA LORO L'EX VICEPRESIDENTE DEL CSM, MICHELE VIETTI, E GLI ALLORA TOGATI DEL CONSIGLIO, ALESSANDRO PEPE E PAOLO CORDER
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Paolo Ferrari per “Libero quotidiano”
L'avvocato Piero Amara, nella primavera del 2014, organizzò una maxi cena alla Casina Valadier all' interno di Villa Borghese a Roma, alla quale avrebbe partecipato anche l' allora procuratore della Capitale Giuseppe Pignatone con il fratello Gianfranco, avvocato generale dello Stato. L'episodio è stato riferito nelle scorse settimane da Amara al giornalista Giacomo Amadori che lo ha raccontato, insieme ad altri particolari, sul numero di Panorama da ieri in edicola.
Amara, ideatore del "Sistema Siracusa", il sodalizio finalizzato ad aggiustare i processi e pilotare le sentenze anche al Consiglio di Stato, si trova attualmente detenuto a Potenza. I pm lucani lo hanno sottoposto l' altra settimana alla custodia cautelare in carcere con l' accusa di abuso d' ufficio, favoreggiamento e corruzione. Reati che avrebbe commesso dal 2015 a luglio del 2019, quindi anche dopo aver patteggiato, per le medesime accuse, in un procedimento aperto anni fa dalla Procura di Roma.
Prima di essere arrestato, Amara ha fatto in tempo a rilasciare alcune interviste, in particolare sulla super Loggia segreta "Ungheria". Tornando alla cena della primavera del 2014, fra gli organizzatori figurerebbero anche il faccendiere Fabrizio Centofanti, grande accusatore di Luca Palamara a Perugia, e Filippo Paradiso, un poliziotto distaccato presso la Presidenza del Consiglio. Alla cena alla Casina Valadier, secondo il racconto di Amara, parteciparono almeno 45 persone, molti i magistrati. Fra loro gli allora togati di Palazzo dei Marescialli Alessandro Pepe e Paolo Corder.
Lo stesso Michele Vietti, all' epoca vice presidente del Csm, figurerebbe fra gli organizzatori del banchetto. Tutti i soggetti chiamati in causa da Amara hanno smentito. Solo Pepe e Corder hanno ammesso di essere stati invitati ma di aver abbandonato dopo poco il simposio. Per evitare l' accusa di calunnia Amara, però, avrebbe registrato in questi anni le persone con cui si interfacciava, quindi anche i magistrati che avevano partecipato a quella cena. Ad iniziare dal procuratore Pignatone.
Va detto, comunque, che pur essendo stato Amara indagato, perquisito, arrestato più volte, nessuno ha mai trovato tali registrazioni. Non sappiamo se le abbia trovate la scorsa settimana la Procura di Potenza. O se Amara si sia deciso a consegnarle spontaneamente ai pm. Un elemento importante in questa vicenda è, dunque, la presenza di Pignatone. Amara, come detto, venne indagato dalla Procura di Roma e Pignatone non ha mai, ai fini dell' astensione, fatto presente tale circostanza.
Gli incontri sarebbero, sempre secondo la ricostruzione, una "preanticamera" della Loggia Ungheria, l' associazione segreta composta da magistrati, alti ufficiali delle Forze di polizia, professionisti, che aveva lo scopo di pilotare le nomine al Csm e fra i vertici della Pubblica amministrazione. Amara aveva raccontato l' esi stenza della Loggia Ungheria durante alcuni interrogatori a Milano.
Sulla Loggia Ungheria sta svolgendo accertamenti la Procura di Perugia: il procuratore del capoluogo lombardo Francesco Greco ha mandato nei giorni scorsi i verbali di Amara al collega di Perugia Raffaele Cantone. Il procuratore umbro pare abbia trattenuto gli atti, senza trasmetterli a Firenze, pur avendo fatto parte della Loggia, sempre secondo Amara, il suo predecessore.