ITALIA (E EUROPA) A RISCHIO BLACKOUT - IL GOVERNO PREPARA IL PIANO PER CALMIERARE IL PREZZO DELL’ENERGIA - LA LEGA CONTINUA AD EVOCARE L'EMERGENZA NAZIONALE E INSISTE SU DRAGHI PERCHÉ SI ARRIVI "NEI PROSSIMI GIORNI" A METTERE IN CAMPO NUOVE MISURE PER ATTENUARE IN MANIERA PIÙ INCISIVA I RINCARI DI GAS E LUCE – LE IPOTESI ALLO STUDIO - L’ALLARME DEL COPASIR...
PAOLO BARONI per la Stampa
Anche senza aspettare lo scostamento di bilancio, che richiede tempi incompatibili col calendario parlamentare bloccato dal 24 in poi dall'elezione del nuovo capo dello Stato, il governo sta comunque studiando una serie di interventi per calmierare il caro-energia. E già al prossimo consiglio dei ministri di giovedì una prima serie di misure potrebbe essere inserita nel pacchetto di aiuti destinati alle attività colpite dal protrarsi della pandemia.
Il pressing dei partiti La Lega, in particolare, continua ad evocare l'emergenza nazionale e insiste su Draghi perché si arrivi «nei prossimi giorni» a mettere in campo nuove misure per attenuare in maniera più incisiva i rincari di gas e luce. «Siamo convinti che nessun partito si metterà di traverso: ora tutti si sono accorti che il tema è un dramma per famiglie e imprese» ha spiegato in una nota il leader della Lega in contatto continuo con palazzo Chigi.
«Serve un intervento di fiscalizzazione, un ulteriore intervento sui costi, per contenere quella prima fiammata che sta facendo chiudere le imprese e mettendo in difficoltà i lavoratori: questo rappresenta una priorità», ha avvertito a sua volta il segretario Pd Enrico Letta.
Oltre al pressing politico pesa l'allarme lanciato in settimana dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che nel suo ultimo rapporto oltre a segnalare l'estrema vulnerabilità del nostro sistema energetico, continuamente esposto a minacce esterne, ha rilanciato il rischio blackout che potrebbe colpire l'intera Europa, segnalando poi che i prezzi dell'energia quest' anno per quanto previsti in discesa non torneranno ai livelli pre-pandemia.
Ragion per cui il nostro Paese dovrebbe dotarsi con urgenza di un nuovo piano per la sicurezza energetica. Stando a fonti di governo sino a ieri però non ci sarebbe ancora nulla di deciso.
Molte le ipotesi allo studio: si va dall'idea di richiedere un contributo di solidarietà ai giganti dell'energia, che grazie al caro-gas nell'ultimo anno avrebbero accumulato all'incirca 4 miliardi di profitti extra - operazione delicata, non foss' altro perché potrebbe produrre anche da noi (come in Francia) pesanti contraccolpi sulle società quotate - alla possibilità di ridurre ulteriormente l'Iva come chiedono i 5 Stelle , di intervenire sulle accise oppure di attingere ancora una volta ai proventi delle aste per i certificati CO2. Oltre a famiglie e piccole imprese, gli aiuti potrebbero andare anche a favore dei gestori di impianti sportivi (rimasti schiacciati dal crollo delle presenze e dall'impennata dei costi per l'energia) e dei Comuni.
Ma poi a battere cassa c'è soprattutto l'industria la cui bolletta quest' anno potrebbe lievitare anche di 37 miliardi. Il tavolo di Giorgetti Per fare il punto della situazione e raccogliere suggerimenti il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti ha convocato per mercoledì pomeriggio il primo tavolo sull'energia al quale, tra gli altri, parteciperanno rappresentanti di Confindustria e di tutti i settori produttivi più energivori, dalla ceramica all'acciaio, dal legno alla carta, dalle vetrerie ai cementifici, dal settore siderurgico alle imprese della meccanica varia sino a tutto il comparto dell'automotive. In pratica tutti i comparti su cui l'impatto dei costi in questa fase è particolarmente pesante e che in alcuni casi potrebbe pregiudicare il destino di molte attività produttive.