ITALIA SPACCATA DAL VIRUS: 4 REGIONI (VALLE D’AOSTA, CAMPANIA, PUGLIA E SARDEGNA) VERSO IL ROSSO - CONTAGI ANCORA GIÙ, UN ITALIANO SU DUE ESCE DAL LOCKDOWN - OLTRE 26 MILIONI DOVREBBERO LASCIARE LA ZONA ROSSA PER L'ARANCIONE E SEI REGIONI SPERANO NEL GIALLO DAL 20 APRILE - L’INDICE RT NAZIONALE SCENDE A 0,92
-Paolo Russo per “la Stampa”
Quasi un italiano su due martedì uscirà dalla morsa del lockdown. E i numeri in discesa dei contagi ridanno forza al partito «aperturista» che il 20 aprile potrebbe spuntare il ripristino della fascia gialla, dove già con i numeri attuali andrebbero a collocarsi metà delle regioni.
Il monitoraggio settimanale di oggi a cura dell' Iss emetterà la sentenza definitiva, ma dai numeri in nostro possesso su Rt e incidenza dei contagi ben sei regioni usciranno martedì dalla zona rossa, dove salvo quelli essenziali i negozi sono chiusi e si esce di casa solo per motivi di stretta necessità, per entrare in quella arancione, dove almeno dentro il proprio comune ci si muove liberamente e solo ristoranti e bar restano chiusi tutto il giorno.
Un purgatorio nel quale finiranno, per aver ridotto il numero di contagi settimanali per 100 mila abitanti sotto la soglia di sicurezza dei 250, quasi sicuramente Emilia Romagna (207), Friuli Venezia Giulia (188), Lombardia (183), Piemonte (238) e Toscana (230). A questo gruppo si aggiunge la Calabria, che per due settimane consecutive ha un Rt sotto la soglia di allarme di 1,25 che manda in rosso diretto (è a 0,93). In tutto fanno 25 milioni e mezzo di italiani che riconquisteranno un po' più di libertà a partire da martedì prossimo, quando entreranno in vigore le ordinanze che il ministro Speranza emetterà dopo aver letto il monitoraggio.
Se quasi mezza Italia ride, 11,4 milioni di connazionali piangono. Sono quelli che abitano in Valle d' Aosta e Campania che restano in rosso, anche se quest' ultima con un Rt sotto l' 1,20 potrà tornare in zona arancione il 20 aprile. Bocciatura in arrivo invece per Puglia e Sardegna, entrambe seriamente candidate a entrare in lockdown da lunedì. La prima per l' incidenza a quota 258, un pelo sopra quella di allarme, mentre la Sardegna per una serie di focolai concentrati in alcuni comuni avrebbe visto schizzare il suo Rt ben sopra il valore di 1,25 che manda in rosso per due settimane.
Mentre l' altro indicatore, quello dell' incidenza dei contagi, in caso di valore sotto la soglia di allarme consente di tornare in arancione dopo soli sette giorni. Colorata di arancione resta anche la Liguria, che ha 179 casi settimanali per 100 mila abitanti e un Rt a 1,14.
Ma oggi il governatore Toti, dopo aver valutato gli ultimi dati sull' epidemia in regione, deciderà se prorogare o meno il lockdown nella riviera di ponente e riportare in presenza le lezioni di licei, istituti tecnici e professionali, ancora tutti in dad nelle aree arancioni.
Questo nell' immediato, ma il bollettino di ieri, confermando un ripiegamento verso il basso della curva dei contagi, lascia ben sperare circa il ritorno alle aree gialle per il 20, dopo il «tagliando» previsto dallo stesso decreto di aprile.
Perché i contagi sono passati sì da 13.708 a 17.221, ma con più tamponi. E il confronto che conta è quello con i numeri della settimana scorsa, quando di nuovi positivi se ne contavano quasi 22 mila. E i ricoverati nelle terapie intensive sia pur di poco continuano a diminuire: ieri altri 20 in meno dopo i 60 letti che si sono liberati mercoledì. Certo i morti sono sempre tanti, ancora 487. Ma la colonna dei decessi, si sa, è l' ultima a invertire la tendenza.
Ed è con i numeri del trend in discesa che Salvini si è presentato da Draghi dicendo che «è possibile riaprire in almeno sei regioni» e che «non si può vivere in rosso a vita». Numeri alla mano le «magnifiche sei» sarebbero Abruzzo, Basilicata, Molise, Piemonte, Alto Adige e Umbria. Ma pur con dati un po' più ballerini già oggi avrebbero un profilo di rischio da giallo anche Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche e Trentino. In tutto più di mezza Italia che potrebbe ritornare a riveder le stelle.