LA JATTA SUL TETTO CHE SCOTTA – NEL PARCO DELL’APPIA ANTICA, NELL’AREA PIÙ VINCOLATA D’ITALIA TRA LIMITI PAESAGGISTICI E ARCHEOLOGICI, LA DIRETTRICE DEI MUSEI VATICANI, BARBARA JATTA, AVEVA TRASFORMATO LA SERRA DELLA SUA VILLA IN UNA DEPENDANCE ABUSIVA – LA MANAGER ASSICURA: “TUTTO È STATO RIPRISTINATO COSÌ COME ERA ALL’ORIGINE”. MA LA VICENDA SI È RISOLTA SOLO DOPO UN LUNGA BATTAGLIA PROCESSUALE E DUE SENTENZE CHE HANNO IMPOSTO ALLA JATTA DI DEMOLIRE L'ABUSO EDILIZIO...
-Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – ed. Roma”
L’abuso edilizio va in scena nell’area più vincolata d’Italia tra insormontabili limiti paesaggistici e archeologici, nel parco dell’Appia Antica. L’abuso edilizio si consuma per mano di chi non te l’aspetti, ovvero di Barbara Jatta (e della sorella). […] si tratta infatti della direttrice dei Musei Vaticani. Jatta, sentita da Repubblica spiega che ad oggi «non c’è più nessun abuso, poiché tutto è stato ripristinato così come era all’origine».
La violazione, però, è stata compiuta e si è risolta solo dopo una lunga battaglia giudiziaria alla fine del 2016 e ha visto la donna perdere in tribunale. Il tutto è avvenuto proprio quando Jatta veniva nominata direttrice da parte di Papa Francesco di uno dei più importanti musei al mondo.
Insomma il vizio di espandere i metri quadri del “corpo centrale” della casa contagia tutti, non ferma i più arditi e così a Roma nel parco dell’Appia Antica— dove è complicato ricostruire anche solo un muretto già crollato — una serra si trasforma in una dependance di una elegante villa.
La proprietà è a qualche centinaio di metri di distanza dal Mausoleo di Cecilia Metella e nel sito archeologico Capo di Bove che ingloba delle antichissime terme. La villa in questione, è delle sorelle Jatta ed è stata al centro di una lunga controversia in tribunale.
Il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato alla fine hanno decretato gli abusi imponendo la demolizione delle opere realizzate illegalmente.
Tutto inizia quando il comune di Roma chiede di ripristinare i luoghi, in pratica delle serre agricole si trasformano in «destinazioni residenziali», si legge nelle carte del processo. Jatta non ci sta e si rivolge al Tar. Ma il tribunale boccia categoricamente tutti quelli che sono i suoi argomenti. Ecco allora che si va di fronte al Consiglio di Stato, sempre per volontà della direttrice dei Musei Vaticani.
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I magistrati della sesta sezione si riuniscono in camera di Consiglio e stabiliscono che c’è stato « un mutamento della destinazione d’uso» e che bisogna assolutamente ripristinare lo «stato originario» dei luoghi. « Abbiamo fatto tutto 4 anni fa», spiega Jatta.