PER KIEV SUONA LA CAMPANA – LA PROBABILITÀ DI UN’INVASIONE RUSSA IN UCRAINA È SEMPRE PIÙ CONCRETA: LA SCORSA SETTIMANA IL CAPO DELLA CIA, WILLIAM BURNS, È STATO A KIEV E HA INCONTRATO IL PRESIDENTE ZELENSKY. POCO PRIMA L’INTELLIGENCE AMERICANA AVEVA RIVELATO IL PIANO DI PUTIN DI ASSASSINARE RUSSI, COME PRETESTO PER UN POSSIBILE INTERVENTO ARMATO – NESSUNO CREDE CHE I COLLOQUI DI OGGI TRA BLINKEN E LAVROV SERVIRANNO AD ABBASSARE LA TENSIONE…
-Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
Il capo della Cia, William Burns, è stato a Kiev la scorsa settimana e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel pieno dell’escalation militare con cui la Russia sta ammassando truppe ormai molto vicino ai confini orientali ucraini. I due, stando a un asciutto comunicato, hanno condiviso «le attuali valutazioni del rischio per l'Ucraina».
La visita arriva subito dopo che l’intel americana ha rivelato un piano russo di assassinare russi in Donbass, che avrebbe scatenato la miccia e il pretesto di una possibile invasione, usando una false flag classica nelle guerre: attribuire al nemico un’aggressione in realtà non avvenuta.
E dettagli sula visita emergono proprio mentre iniziano (la mattina di venerdì) i colloqui a Ginevra tra il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, sul tema dell’aggressione russa ai confini del Donbass, con Blinken che ha esordito in modo piuttosto grave: «Siamo a un punto critico, spero che la diplomazia e il dialogo prevalgano».
Il ruolo del capo della Cia Burns nella intermediazione tra Usa-Russia-Ucraina è diventato sempre più centrale in questi mesi, il direttore della Cia ha avuto anche una conversazione direttamente con Putin a Mosca, all'inizio di novembre, un’occasione in cui gli trasmise le «serie» preoccupazioni degli Stati Uniti, prima dell’inizio dell’ultimo round di colloqui.
Subito dopo il viaggio a Kiev Burns è stato a Berlino, dove ha incontrato in modo molto discreto il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la comunità dell'intelligence tedesca, e qui – stando a quanto confermano fonti del controspionaggio italiano – Burns ha spiegato qual è l’azione sostanziale che gli Stati Uniti chiederanno alla Germania in caso di invasione russa in Ucraina: chiudere il gasdotto Nord Stream 2, recentemente completato.
Sembra declinare l’opzione b, che pure era sul tavolo, tagliar fuori la Russia dal sistema bancario SWIFT, perché questa misura incontrerebbe resistenze in diversi paesi europei.
Valutazioni che ovviamente fanno da sfondo ai colloqui tra Blinken e Lavrov. Secondo fonti ufficiali occidentali, la Russia ha ormai collocato almeno 106mila soldati in siti vicino al confine ucraino (di questi, tra i 55 e 60 battaglioni tattici, unità d'assalto molto mobili e parzialmente indipendenti dal comando centrale dal punto di vista della logistica).
«La probabilità di una guerra è aumentata considerevolmente nell'ultima settimana», ha spiegato al Financial Times Michael Kofman, analista alla CNA, un think tank di Washington. Anche se l’opzione prevalente che sembra sul tavolo delle intelligence è quella del «raid», o di un blitz mordi e fuggi, in stile Georgia 2008.
La Russia ha anche schierato 36 lanciamissili Iskander vicino al confine, in grado di colpire Kiev (secondo l’analista Rob Lee, un dispiegamento di Iskander avviene anche ad Asipovichy, dentro la Bielorussia). E anche questo è stato oggetto di un passaggio specifico dei colloqui della Cia con la controparte in Ucraina, dei quali gli alleati europei sono stati messi al corrente da Blinken, perché è chiaro che una minaccia missilistica che può colpire un paese nel mezzo dell’Europa non lascia indifferenti neanche i tanti Russlandversteher (il termine, «simpatizzante della Russia», è nato e s’è affermato nel dibattito tedesco) annidati nelle cancellerie europee, non solo a Berlino.