I KILLER DI GIULIO GIACCIO, OPERAIO 26ENNE NAPOLETANO SEQUESTRATO E UCCISO DA SICARI DEL CLAN POLVERINO NEL 2000 PER UN ERRORE, PROVANO A RISARCIRE LA FAMIGLIA DELLA VITTIMA PER EVITARE L'ERGASTOLO - GLI ASSASSINI HANNO OFFERTO 120MILA EURO, TRA ASSEGNI E IMMOBILI (TRA CUI ANCHE UN GARAGE SU CUI GRAVA QUALCHE DUBBIO IN MATERIA DI CONDONO) AI FAMILIARI DI GIACCIO, CHE PERÒ HANNO RIFIUTATO L'OFFERTA: "CHIEDIAMO GIUSTIZIA PER CHI HA SPENTO IL SORRISO DI GIULIO"
-Estratto dell'articolo di L. D. G. per “il Messaggero”
Tre assegni per un totale di 30mila euro, un paio di immobili per un totale da 120mila euro (tra cui anche un garage su cui grava qualche dubbio in materia di condono). E tante scuse per la vita di […] Giulio Giaccio, sequestrato da finti poliziotti, ucciso da killer del clan Polverino e sciolto nell'acido. Un errore di persona, commesso da una batteria di assassini per vendicare - era questo il movente - un torto subìto da un boss detenuto.
Una vicenda che oggi attende l'inizio della prima udienza in Tribunale a Napoli. Ed è proprio in vista dell'appuntamento in aula fissato per domani (gup Giovanniello), che i due imputati provano a giocare una mossa dettata dall'esigenza di sfuggire a una possibile condanna all'ergastolo[…] E avanzano un'offerta risarcitoria. […]
LA REPLICA
Come a dire, bastano tre assegni e un paio di beni immobili, per risarcire la violenza subita, per chiudere i conti con una famiglia colpita 23 anni fa da un lutto assurdo, per anni coperto da silenzi, omissioni, finanche bugie pilotate ad arte per screditare una giovane vittima estranea alle logiche della camorra. Ma si è trattato di un'istanza respinta sul nascere dai tre parenti del ragazzo ucciso, […]
Scrive il legale, per conto dei suoi assistiti: «In qualità di Rosa Palmieri, Rachele e Domenico Giaccio, preso atto che gli assistiti hanno inteso comunicarmi la loro decisione di non accettare tale offerta, dal momento che essi confidano esclusivamente nelle determinazioni dell'autorità giudiziaria, all'esito del processo penale de quo. Per questo motivo, l'offerta "reale" formulata non può trovare accoglimento». Spiegano oggi i parenti: «Chiediamo giustizia per chi ha spento il sorriso di Giulio».
[…] Un ex cold case risolto a distanza di 23 anni, anche grazie alla testimonianza dei pentiti Roberto Perrone (ex uomo di fiducia del boss Giuseppe Polverino o barone), Giuseppe Simioli e Biagio Di Lanno, che hanno confermato una verità essenziale e agghiacciante al tempo stesso: si trattò di un errore di persona, Giulio fu ucciso il 30 luglio del 2000 al posto di un altro, per una svista da parte del filatore, dell'uomo che avrebbe dovuto indicare la presenza dell'uomo da uccidere.
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