LAST, BUT NOT LEAST – CHI È IL GENERALE CHRISTOPHER T. DONAHUE, L’ULTIMO SOLDATO AMERICANO AD AVER LASCIATO KABUL, RIPRESO DALL’OBIETTIVO NOTTURNO MENTRE AVANZAVA CON IL FUCILE ABBASSATO, SCORTATO DAI TALEBANI: ERA STATO RIMANDATO IN AFGHANISTAN DA BIDEN DOPO L’IMPETUOSA AVANZATA DEI TERRORISTI – HA PRESTATO SERVIZIO IN IRAQ, SIRIA, NORD AFRICA ED EUROPA ORIENTALE, ED È STATO ASSISTENTE DEL CAPO DI STATO MAGGIORE - PRIMA DI PARTIRE HA MANDATO UN ULTIMO MESSAGGIO NELLA CHAT INTERNA DEI MILITARI: “SONO ORGOGLIOSO DI VOI…” - VIDEO
-LASCIANDO L'AFGHANISTAN, L’IMMAGINE SPETTRALE DEL GENERALE AMERICANO ENTRA NELLA STORIA - CHRIS DONAHUE È L'ULTIMO SOLDATO A IMBARCARSI...
#Taliban fighters enter a hangar in #Kabul Airport and examine #chinook helicopters after #US leaves #Afghanistan. pic.twitter.com/flJx0cLf0p
— Nabih (@nabihbulos) August 30, 2021
#Taliban fighters enter into what had minutes before been the #US controlled portion of #Kabul Airport after withdrawal and end of #airlift. Washington ends its 20-year war in #Afghanistan. pic.twitter.com/4c4OBc8bBb
— Nabih (@nabihbulos) August 30, 2021
Marilisa Palumbo per il “Corriere della Sera”
La sua immagine, lavata nel verde dell'obiettivo notturno, accanto a quella dei talebani «vestiti da americani» che entrano nell'hangar dell'aeroporto di Kabul abbandonato, sarà per sempre il simbolo della fine della guerra più lunga. Fucile d'assalto abbassato, così come lo sguardo, il generale Christopher T. Donahue, uno degli 800 mila americani ad aver combattuto in Afghanistan dal 7 ottobre del 2001 a oggi, è stato l'ultimo, alle 23.49 locali, a lasciare il Paese dove sono morti 2.461 suoi commilitoni.
Donahue, comandante della storica U.S. Army 82nd Airborne Division, era tornato in Afghanistan qualche settimana fa quando l'avanzata impetuosa dei talebani aveva costretto Biden a mandare rinforzi per le operazioni di evacuazione. Ci era già stato tante volte, anche alla guida della task force congiunta a sostegno dell'Operation Freedom' s Sentinel. Ha prestato servizio in Iraq, Siria, Nord Africa ed Europa orientale, ed è stato anche assistente del capo di Stato maggiore: un soldato esemplare della guerra al terrore post 11 settembre.
Prima di partire Donahue ha parlato con il comandante talebano con cui si era coordinato in queste settimane e ha mandato un ultimo messaggio nella chat interna dei militari: «Sono orgoglioso di voi». Il ponte aereo «più grande della Storia», come è stato definito da Biden in giù, ha portato fuori dal Paese oltre 123 mila persone. Ora che le operazioni sono finite emergono i dettagli degli accordi presi con i talebani, che avrebbero addirittura scortato da alcuni punti di Kabul gli americani fino agli ingressi dell'aeroporto.
Annunciando la fine della guerra il generale Frank McKenzie ha definito «pragmatici» i nuovi padroni dell'Afghanistan, ma cosa succederà adesso che si sono liberati dalla presenza militare statunitense? Indietro, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken, sono rimasti «più di 100 e meno di 200 americani». Decine sarebbero i francesi e almeno centomila gli afghani che hanno collaborato con gli alleati.
Come portarli fuori in sicurezza? Blinken ha spiegato che ora la missione è diplomatica. Ma sul C-17 che ha portato via Donahue c'era anche Ross Wilson, il più alto diplomatico rimasto a Kabul. Di una delle più grandi ambasciate Usa al mondo (4 mila impiegati tra cui 1.400 americani), non resta niente. Una rappresentanza notevolmente ridotta si è trasferita a Doha. Il Qatar sta giocando un ruolo decisivo in questa partita.
Assieme alla Turchia potrebbe prendere la gestione della sicurezza dell'aeroporto. Il problema è che Erdogan vorrebbe mandare del personale militare, e i talebani non vogliono soldati stranieri. Ma le trattative sono in corso. «Quello che stiamo cercando di spiegare loro - ha detto al Financial Times il ministro degli Esteri qatarino, lo sceicco Al-Thani - è che gestire un aeroporto implica molto più che metterne in sicurezza il perimetro».
E mantenere l'aeroporto aperto è essenziale per far arrivare sostegno umanitario al Paese e continuare le evacuazioni. A questo proposito l'emirato sta spingendo perché i talebani - come «esige anche la risoluzione dell'Onu approvata con l'astensione di Russia e Cina - tengano fede alla promessa di continuare a far partire tutti coloro che ne hanno diritto.