IL LATO OSCURO DELLA POLIZIA LOCALE DI ROMA - A DIECI ANNI DALLE PRIME DENUNCE CHE PORTARONO ALL’ARRESTO DEL COMANDANTE GENERALE, ANGELO GIULIANI, IL SISTEMA DI POTERE È ANCORA IN PIEDI - CONTROLLO SU COMMERCIANTI, IMPRENDITORI, POLITICI E PRIVATI CITTADINI - E C'È UN PROCESSO APERTO CHE IMBARAZZA L’ATTUALE COMANDANTE GENERALE, STEFANO NAPOLI: LA VICENDA RIGUARDA UNA PRESUNTA ESTORSIONE DA PARTE DI QUATTRO VIGILI - IL SERVIZIO DI DANIELE AUTIERI PER “REPORT”. PS: E’ VERO CHE LA RAGGI HA AVVIATO LA SOSTITUZIONE DI STEFANO NAPOLI? AH, SAPERLO - VIDEO!
-Il servizio di Daniele Autieri per “Report”
È uno dei Corpi di polizia cittadina più grandi d’Europa: oltre 6mila vigili con competenze che vanno dal decoro urbano alla verifica delle misure anti-Covid. Ma a dieci anni dalle prime denunce che portarono all’arresto del comandante generale del Corpo di polizia locale di Roma, Angelo Giuliani, il sistema di potere all’interno dei vigili urbani della capitale è ancora in piedi.
Un sistema che permette agli agenti della Polizia locale di esercitare un controllo totale sulla città: sui commercianti, sugli imprenditori, sui politici, sugli stessi privati cittadini. Attraverso testimonianze e intercettazioni inedite, l’inchiesta ricostruisce i legami tra l’allora comandante Giuliani e l’attuale comandante generale Stefano Napoli, nominato alla guida del Corpo il 30 giugno scorso dalla sindaca Virginia Raggi.
Parlano commercianti vittime di estorsione e cittadini minacciati di morte solo per aver segnalato troppe irregolarità, ed emerge per la prima volta il ruolo di alcuni vigili come fiancheggiatori dei clan nella conquista dei locali del centro di Roma. Un sistema così consolidato che è capace perfino di far tremare un sindaco, al punto da rendere lecita la domanda: quale è stato il ruolo dei vigili di Roma negli scandali che hanno portato alle dimissioni di Ignazio Marino?
2 - QUEL PROCESSO CHE IMBARAZZA IL CAPO DEI VIGILI
Daniele Autieri per “la Repubblica - Edizione Roma”
C' è un processo aperto presso il tribunale di Roma che imbarazza il comandante generale del corpo di polizia locale, Stefano Napoli. La storia è del 2011, ma i suoi strascichi hanno animato le testimonianze rilasciate negli ultimi mesi dallo stesso Napoli e da un altro comandante , David Bonuglia, ai tempi suo assistente al I gruppo, quello che controlla il centro storico di Roma.
La vicenda riguarda una presunta estorsione da parte di quattro vigili che risale al 2011. Vittime: prima una donna, poi l' imprenditore di vini e liquori Silvio Bernabei. In entrambi i casi i vigili avrebbero promesso di sistemare irregolarità edilizie in cambio di soldi. Al tempo, Bernabei presenta un esposto all' allora comandante generale Angelo Giuliani che incarica delle indagini il comandante del I gruppo ( nel luglio scorso nominato dalla sindaca Raggi comandante generale) Stefano Napoli.
L' informativa resta congelata per sei mesi senza essere trasferita in procura. Nel corso della sua testimonianza a processo, rilasciata prima nel 2015 e poi in parte ritrattata nel novembre del 2019, David Bonuglia dichiara: «Mi dette l' incarico Napoli, e mi spiegò che me lo dava a novembre perché c' era stato un tentativo di comporre bonariamente, cui avevano partecipato Napoli e Giuliani».
Lo stesso Silvio Bernabei conferma e spiega: « E' vero, hanno cercato di risolvere la questione inter nos » , ovvero trovando un accordo. Interpellato dal programma Report, che nell' inchiesta "Potere capitale" ha ricostruito la vicenda, Napoli nega l' esistenza di qualunque tipo di accordo: « Tanto è vero che al termine di quell' indagine sono stati deferiti dall' autorità numerosi colleghi».
Napoli fa riferimento ai circa 30 agenti trasferiti dal Gruppo di Trastevere proprio per il rischio corruzione. Tuttavia, nonostante la difesa del comandante, è anche vero che il 4 aprile del 2012 i carabinieri si presentano in ufficio da Napoli con un ordine di sequestro firmato dalla procura. Gli atti da sequestrare sono proprio quelli legati ai procedimenti sulle presunte estorsioni di Trastevere. Un intervento a gamba tesa che il comandante giustifica come «un atto dovuto concordato con la procura » . Su quell' atto dovuto, ma soprattutto sull' estorsione ai danni di privati cittadini, il processo è ancora aperto.