“TRA 15 GIORNI POTREMO DIRE SE NE SIAMO FUORI” - LA VIROLOGA ILARIA CAPUA: “DOBBIAMO TROVARE UNA NUOVA NORMALITÀ. CON QUESTO VIRUS SI DEVE FARE COSÌ” - IL VIROLOGO GIUSEPPE REMUZZI: “L'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ PARLA DI 92 SCENARI PERCHÈ NON SA CHE SUCCEDERÀ. GLI ITALIANI DEVONO AVERE BEN CHIARO CHE RIAPRIRE SIGNIFICA AVERE UN CERTO NUMERO DI NUOVI MALATI. A GIUGNO È POSSIBILE CHE CI SIA UNA RICADUTA…”
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Ilaria Capua, virologa e professoressa all'Università della Florida, ha parlato al Tg1 della Fase 2 legata all'emergenza coronavirus. «Leggo tante parole nei decreti, ma il mio appello agli italiani è votato al buon senso. Possiamo dire che ne siamo fuori tra 15 giorni, dopo questa riapertura. Non cadiamo in trappola: dobbiamo trovare una nuova nornalità. Con questo virus si deve fare così. Invito a tenere un comportamento di buon senso. Se una signora di 80 anni ha un fratello di 85 che vive in una casa di riposo, la signora è meglio che non vada a trovarlo», ha detto.
2 - CORONAVIRUS, REMUZZI: "L'ISS PARLA DI 92 SCENARI PERCHÈ NON SA CHE SUCCEDERÀ"
Da https://www.affaritaliani.it/
Mentre l'Italia si avvia verso la "fase 2", il Coronavirus continua a tenere sotto scacco l'intero Paese, l'emergenza non è finita. Ma su quello che ci attende il professor Giuseppe Remuzzi direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, sembra essersi fatto un'idea, bacchettando i suoi colleghi dell'Iss.
"Il loro dossier - spiega al Corriere della Sera - prende in considerazione 92 scenari possibili. Ma tra 92 e zero, è uguale. Significa non avere idea di quello che succederà. Che è la pura verità, e andrebbe detta. Non lo sa nessuno. Se prevedi che tutto, ma proprio tutto vada male, si avrà un numero importante di ricoveri in terapia intensiva. Ma non quello (150 mila), al quale si arriva solo sovrastimando in modo abnorme la popolazione anziana in Italia. Lo scenario peggiore non è impossibile, ma anche a livello statistico è molto improbabile".
"Per la fase due - prosegue Remuzzi al Corriere - occorre innanzitutto dire la verità. Gli italiani devono avere ben chiaro che riaprire significa avere quasi automaticamente un certo numero di nuovi malati. E non stiamo parlando di poche decine. A giugno è possibile che ci sia una ricaduta, potrebbe succedere. Ma non con lo scenario peggiore. Dovremo gestirla con la capacità di adattare la risposta, soprattutto isolando subito le persone contagiate. Adesso sappiamo come si fa".
"Sbagliato tenere chiuse le scuole - conclude Remuzzi - i bambini non si infettano. I loro genitori, più o meno giovani, difficilmente sviluppano malattie importanti. Invece noi lasciamo le nuove generazioni a casa dai nonni. Un altro modo di mescolare. A mio avviso, un grave errore".