“ANDARE ALL’EUROVISION CON SAN MARINO? MI SEMBREREBBE QUASI DI ANDARE CONTRO IL MIO PAESE” – ANNALISA, LA PRIMA ITALIANA A VINCERE IL GLOBAL FORCE AWARD, LANCIA BOMBETTE: “LA SALUTE MENTALE? HO LE MIE FRAGILITÀ E LE MIE PARANOIE, MA CERCO DI SISTEMARLE IN PRIVATO. FASTIDIO PER LE IPOTESI DI UNA GRAVIDANZA? NON MI HANNO DESTABILIZZATA. L’8 MARZO? UN CONTENTINO, NON MI OFFENDO SE MI REGALANO LE MIMOSE…” - VIDEO
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Estratto dell’articolo di Barbara Visentin per il “Corriere della Sera”
La foto con Katy Perry ha fatto impazzire i suoi fan, ma anche Annalisa, prima italiana premiata a Los Angeles con il Global Force Award ai Billboard Women in Music, è entusiasta: «Sono sua fan sfegatata e ho voluto farle i complimenti», racconta subito dopo la cerimonia.
Che cosa vi siete dette?
«Le ho raccontato che la ammiro da tanto e lei mi ha detto che sul palco ho parlato molto bene in inglese».
Nelle interviste ha detto che le donne nella musica, in Italia, hanno ancora da fare, ma la strada è giusta. Una cosa che cambierebbe?
«Bisogna proprio rompere dei muri giorno dopo giorno. Nelle classifiche le presenze femminili sono minori, per avere i risultati degli uomini dobbiamo lavorare il triplo, ma le cose stanno migliorando. Non bisogna mollare».
Pensa a un passo internazionale per la sua carriera?
«Sì e ci sto già lavorando. Ci saranno notizie a breve: sicuramente riguarderanno la Spagna, ma anche altro. Non ancora un tour perché fino a quest’estate ho troppe date, ma in futuro assolutamente».
In tanti la sognavano all’Eurovision. Come mai non ha tentato con San Marino?
«Non l’ho mai considerato perché un conto è l’Italia, ma se non si riesce va bene così.
Mi sembrerebbe quasi di andare contro il mio Paese. Ma sarei stata felice se ci fosse riuscita Loredana Bertè».
Se ripensa a Sanremo, ora che è passato un mesetto?
«È stato ancora più intenso del solito. Ne sono uscita stravolta, non ho mai dormito più di un’ora a notte. Ma sul palco mi sentivo davvero sicura».
Da cosa è dipeso?
«Penso dalle canzoni, adesso mi sento a casa. È un percorso: i primi anni, quando mi rivedevo, pensavo che potevo fare meglio. Invece ora più che mai mi riconosco».
Insomma non c’è alcuna delusione per il terzo posto?
«Un pensiero alla gara lo si fa, credo sia così per tutti, ma è andata molto bene, stanno succedendo tante cose».
Le ipotesi sul perché non ha sceso le scale l’hanno destabilizzata?
«No, né chi pensa che una donna che non fa le scale sia automaticamente incinta.
Non funziona così, forse all’ottavo mese. A gennaio dell’anno scorso sono caduta dalle scale e quello mi ha lasciata un po’ segnata, emotivamente, ma anche sulla fronte, con una bella cicatrice. All’Ariston mi tremavano le ginocchia e mi veniva un po’ di panico, quindi ho preferito così».
Al Festival si è parlato di fragilità e salute mentale. Lei come vive questi aspetti?
«Io ho le mie fragilità e le mie paranoie, ma cerco di sistemarle in privato, raccontando poco, non so se sia un pregio o un difetto. Penso sia giusto che gli altri ne parlino, se li fa stare bene. Quando ho fatto Amici mi è cambiata la vita da un giorno all’altro. È molto bello, ma anche non facile, si impara col tempo».
Ci sono stati poi gli appelli «politici» di Ghali e Dargen.
«È giusto cogliere questa occasione se uno se la sente e crede in qualcosa. In questo caso credo fosse doveroso, anzi mi unisco a loro».
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Un augurio per l’8 marzo?
«A volte la festa delle donne mi sa di contentino, poi si torna a non celebrarle, c’è sempre pressione, il “perché non sorridi abbastanza, perché sei vestita così”. Mi auguro si riesca a ottenere quel che è giusto, senza prevaricare».
Mimose sì o no?
«Non mi offendo. Mio papà me le regala sempre».