“ANGELO MI HA DETTO CHE LA RAGAZZA ERA D’ACCORDO”; “CREDEVO FOSSE CONSENZIENTE” – I RAGAZZI ACCUSATI DI STUPRO DI GRUPPO A PALERMO SI GIOCANO LA CARTA DEL CONSENSO DELLA VITTIMA, MA I VIDEO DIMOSTREREBBERO LA VIOLENZA - DURANTE L'INTERROGATORIO C'È CHI PIANGE, CHI SI TIRA INDIETRO DICENDO DI AVER SOLO FILMATO, MENTRE UN ALTRO SOSTIENE DI ESSERE TRASCINATO DAGLI AMICI. MA TUTTI STANNO PROVANDO A SCARICARE LA RESPONSABILITÀ SU ANGELO FLORES, L’UNICO CHE CONOSCEVA LA RAGAZZA…
-1. LE AMMISSIONI, LE LACRIME E LA VIOLENZA FINISCE SUI SOCIAL
L. Sir. per il “Corriere della Sera”
Le accuse hanno retto. E ieri mattina è arrivata la conferma del carcere anche per Christian Barone, tra i primi tre ad essere arrestati per lo stupro della 19enne palermitana violentata la notte tra il 6 e il 7 luglio. Una decisione analoga a quella presa per i due coindagati, Angelo Flores e Gabriele Di Trapani, che pure rimangono dietro le sbarre. La linea di difesa adottata, che punta tutta sul consenso della vittima, non sembra aver fatto presa sul Tribunale del Riesame, che nei prossimi giorni dovrà decidere anche sulla libertà degli altri tre accusati: Samuele La Grassa, Elio Arnao e Christian Maronia.
Arrestati a distanza di un mese dai complici, comparsi ieri davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, tra le lacrime hanno giurato che la ragazza sapeva bene cosa stesse facendo. […] Maronia è stato il primo ad essere interrogato dal giudice. Cappellino, scarpe da ginnastica e tuta, si è presentato in tribunale accettando di rispondere. Ma davanti al gip è crollato in un pianto a dirotto. «Mi sono consumato (rovinato, ndr ) e chiedo scusa alla ragazza», ha detto. Su un punto però, che cozza con il presunto pentimento, è rimasto fermo: «Lei ci stava». Ha tenuto, invece, a ribadire di non aver partecipato alla violenza Samuela La Grassa. Il video girato da uno degli indagati e trovato dai carabinieri conferma che non avrebbe preso parte allo stupro. Ma è certo che abbia assistito senza muovere un dito. «Ho seguito gli altri, non sapevo cosa stesse succedendo, mi sono fatto trascinare. E ho capito la gravità dei fatti solo dopo. Mentre tutto accadeva ero pietrificato», ha detto al gip. A differenza degli altri, la vittima non l’aveva mai vista prima.
Non ha potuto negare di aver avuto un rapporto con la giovane il terzo interrogato: Elio Arnao, netto nel sostenere — a dispetto di quanto emerge dal video — che la 19enne avesse scelto liberamente cosa fare. Anzi, Arnao è andato oltre dicendo che la vittima li aveva invitati «a darsi da fare». Una tesi condivisa con il più giovane degli indagati, all’epoca dello stupro ancora minorenne. Il ragazzo, che ha compiuto da poco 18 anni, nei giorni scorsi è stato scarcerato. Il gip ha visto nelle sue ammissioni, una rivisitazione critica del suo comportamento.
«Il ragazzo è incensurato — ha scritto il magistrato — e ha rappresentato una versione dei fatti dalla quale, comunque, emerge un principio di resipiscenza». Ma in cosa sarebbe consistita la consapevolezza dell’errore non è chiaro. Tanto che la procura dei minori ha impugnato la scarcerazione.
2. IL DELIRIO DEGLI STUPRATORI «NON LA CREDEVAMO VIOLENZA»
Estratto dell’articolo di Simona Pletto per “Libero quotidiano”
«Mi era stato detto che la ragazza era d’accordo a un rapporto sessuale di gruppo»... «Ma io credevo fosse consenziente»... «Eravamo cento cani sopra una gatta. Una cosa così solo nei film porno l’avevo vista...». Giovani stupratori incoscienti crescono. Vuoi per strategia difensiva, vuoi per un reale distacco dalla realtà amplificato dai social, fatto sta che quasi tutti i sette ragazzi arrestati venerdì scorso a Palermo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 19enne, negli interrogatori, hanno dichiarato di non essere stati consapevoli di ciò che stavano facendo, o meglio di aver creduto che la vittima stordita appositamente prima con massicce dosi di alcol - in fondo «pareva che ci stava...».
In realtà, la 19enne li implorava di smettere, di finire quell’orrore. Invece loro ridevano e abusavano di lei. A turno. La parte peggiore sarebbe stata ripresa in un video del cellulare di due indagati. Come se conservare un ricordo di quella sofferenza fosse una sorta di ‘premio’ da concedersi.
Al termine dell’incubo, i sette hanno lasciato la 19enne a terra, incapace di muoversi. Poi due ragazze l’avrebbero soccorsa. «Dai, che finiamo nel telegiornale», avrebbe detto uno degli indagati in una delle intercettazioni in mano agli inquirenti. Come se fossero legittimati dal fatto che la ragazza fosse ubriaca, inconsapevoli – o incuranti – del fatto che il sesso senza consenso è reato.
[…] «Mi sono rovinato la vita. Mi era stato detto che la giovane era d’accordo», ha aggiunto, confermando questa sorta di sconcertante “incoscienza” rispetto all’accaduto. Ha infine scaricato la colpa: «Ad organizzare tutto è stato Flores».
3. QUEI VERBALI CHOC E LE ACCUSE NEL GRUPPO «ERA UNA SUA AMICA, HA DETTO CHE CI STAVA»
Estratto dell'articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”
[…] «Ci ha chiesto lei di avere rapporti, era consenziente», dice. Maronia, però, deve fare i conti con le intercettazioni che rendono la sua posizione tra le più delicate: «Lei non voleva, faceva “no basta”!» si sente in una sua conversazione con altri due indagati, registrata dai carabinieri. Una frase che, secondo gli inquirenti, proverebbe che il ragazzo sapeva bene che Francesca quel rapporto non lo voleva. «Non la conoscevo — si giustifica ancora lui con il giudice —. Era la prima volta che la vedevo, ma Angelo mi aveva detto che era una che ci stava».
Angelo è Angelo Flores, il personaggio chiave del gruppo. Ventidue anni, dell’Arenella, un quartiere popolare a due passi dai Cantieri Navali, lo stesso da cui viene la vittima. Erano amici lui e la ragazza. Anzi, secondo il giudice che ne ha disposto l’arresto, Francesca provava qualcosa per lui. È Flores a contattarla il pomeriggio del 6 luglio. È lui, secondo quanto raccontano gli altri indagati, a organizzare la serata assicurando che l’amica sarebbe stata disponibile. Lui e Francesca si danno appuntamento in un locale della Vucciria per la sera.
La ragazza si fida. «Angelo era insieme a un certo Cristian e altri cinque di cui non so i nomi — racconta nella denuncia —. Poi mi hanno fatto fumare. Due di loro mi hanno preso sottobraccio. Mi hanno fatto camminare dai Quattro Canti a scendere verso il mare. Ero da sola con questi ragazzi, in tutto sette. Due mi toccavano il seno e altri due le parti intime, mentre camminavamo e gli altri ridevano. Siamo arrivati al Foro Italico e vi era un’apertura e mi hanno fatto entrare lì. Dopo che mi hanno spogliato».
Angelo non partecipa allo stupro, ma filma tutto. «Non mi ha toccata, ma si è limitato a filmare la scena con il telefono cellulare», racconta la 19enne. Francesca è certa che il video sia stato cancellato. «Se n’è sicuramente liberato perché si è spaventato nel vedere le mie condizioni». E invece, dimostreranno le indagini, quel filmato, che è la prova principale dell’accusa, Flores lo ha salvato.
Nelle immagini dello stupro lui non c’è, perché sta registrando, ma si sentono chiare la sua voce e le sue parole mentre incoraggia gli altri con espressioni volgari in dialetto ad abusare sessualmente della ragazza. Un’incitazione subito raccolta dai complici che adesso però, dopo aver seguito il loro «leader» la notte dello stupro, lo scaricano.
Dal più giovane degli indagati, all’epoca dei fatti minorenne, scarcerato dal gip che ha trovato nella sua confessione «una rivisitazione critica» del comportamento tenuto, a Samuele La Grassa, il quale in lacrime dice, «io non l’ho toccata, ho solo seguito gli altri e sono rimasto in disparte». Fino a Elio Arnao e Gabriele Di Trapani. È Flores, per loro, l’ispiratore della violenza.