“BLADE RUNNER” CORRE VERSO LA SCARCERAZIONE – OSCAR PISTORIUS POTREBBE TORNARE IN LIBERTÀ CONDIZIONALE PER BUONA CONDOTTA DOPO AVER SCONTATO CIRCA METÀ DELLA PENA INFLITTA PER AVER ASSASSINATO LA SUA EX FIDANZATA REEVA STEENKAMP – L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA DELLA VITTIMA: “LA MADRE HA SEMPRE DETTO DI AVER PERDONATO OSCAR, MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE NON DEBBA PAGARE PER QUELLO CHE HA FATTO” – MA PRIMA CHE IL CORRIDORE POSSA ESSERE SCARCERATO DOVRÀ…
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Sergio Arcobelli per "il Messaggero"
Pretoria, Sudafrica, 14 febbraio 2013. Erano le 4.15, l'alba di un giorno di festa e di amore. Si è trasformato in un San Valentino rosso sangue. Sono passati più di otto anni dall'ascesa e caduta di un eroe paralimpico, Oscar Pistorius, primo atleta nella storia a correre alle Olimpiadi nonostante sia nato senza l'uso dei piedi, che quel giorno ha sparato e ucciso la sua fidanzata, Reeva Steenkamp.
L'atleta sudafricano ha scontato in prigione circa la metà della pena inflitta per aver assassinato la 29enne modella. Ma, è notizia di queste ore, presto potrebbe tornare in libertà condizionale per buona condotta in carcere. Colpisce anche un altro fatto: per ottenere la libertà vigilata, Pistorius dovrà affrontare un procedimento di giustizia riparativa, che secondo le autorità carcerarie sudafricane lo porterebbe a rivedere i genitori di Reeva, disposti ad incontrarlo.
TREDICI ANNI
Una vicenda giudiziaria complessa quella del 34enne già Blade Runner: il campione paralimpico ha da sempre sostenuto di avere aperto il fuoco convinto che al posto della fidanzata ci fossero dei ladri entrati dalla finestra. Quella notte tragica, il sudafricano ha sparato 4 colpi mortali attraverso la porta chiusa del bagno.
Nel settembre 2014, al termine di un processo seguito in tutto il mondo e in cui Oscar si tolse in aula pure le protesi che lo avevano reso grande, era stato condannato in primo grado a 5 anni per omicidio colposo. Una pena considerata troppo lieve dall'accusa. Un anno dopo, Pistorius tornava ai domiciliari. Nel dicembre 2015, però, la corte d'appello cambiò il verdetto e nel luglio 2016 la condanna salì a sei anni.
Finché nel 2017, la pena fu più che raddoppiata e Pistorius giudicato colpevole di omicidio volontario: 13 anni e 5 mesi di carcere da scontare. Lo stesso campione che in tribunale aveva ottenuto l'abilitazione a gareggiare con due protesi in fibra di carbonio insieme ai normodotati sui 400 ai Giochi di Londra 2012.
LA NOVITÀ
A luglio di quest' anno, il 34enne ha già scontato metà della pena, il periodo minimo per ottenere la libertà condizionata. Ma per essere idoneo, a Pistorius servirà prima prendere parte a un processo di giustizia riparativa. Sarà decisivo, dunque, l'incontro di riconciliazione con gli Steenkamp.
«June (la madre della modella uccisa) dice l'avvocato di famiglia Tania Koen -, ha sempre detto di aver perdonato Oscar, ma questo non significa che lui non debba pagare per quello che ha fatto... Barry (il padre di Reeva) combatte un po' con questo, ma è qualcosa che dovrà esprimere al momento opportuno».
Quel momento doveva essere nel marzo 2023. E invece, l'incontro che era stato anticipato a ottobre, ora attende che il condannato completi alcuni requisiti, come le relazioni dello psicologo e degli assistenti sociali.
Per questo, gli Steenkamp erano «molto scioccati che lui fosse già idoneo» ha spiegato la Koen, che aggiunge: «Prima di concedere eventuali libertà condizionali, i servizi penitenziari sono tenuti a dialogare con la vittima o i suoi familiari, ma anche con il detenuto. Non significa che abbia automaticamente il diritto di essere rilasciato».
Per il suo avvocato Julian Knight, Pistorius «ha tutti i requisiti ed è stato un detenuto modello in prigione». Se venisse scarcerato, sconterebbe il resto della sua pena a casa e, secondo la commissione per la libertà vigilata, potrebbe uscire durante la settimana solo per andare al lavoro, e nei weekend solo per fare la spesa e andare in chiesa.