“BOCCONI” AMARI - IL TAR HA ANNULLATO LA SOSPENSIONE DI 12 MESI PER IL PROFESSORE DELL'ATENEO MILANESE CHE HA AVUTO DEI “RAPPORTI INTIMI” CON SUE EX STUDENTESSE – SECONDO IL TRIBUNALE, LA BOCCONI, SCOPERTI I FATTI, SI È MOSSA “FUORI DAL QUADRO NORMATIVO”: HA TENTATO DI “GESTIRE LA VICENDA INTERNAMENTE E IN VIA CONFIDENZIALE”, FACENDO DECORRERE I 180 GIORNI IN CUI LA SOSPENSIONE VA FORMALIZZATA...
-Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per www.corriere.it
Il «me too» dell’Università Bocconi si scontra e si ferma al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, che, annullando ora i 12 mesi di sospensione disciplinare dall’insegnamento e dallo stipendio inflitti il 15 giugno 2023 dal Consiglio di Amministrazione dell’ateneo a un professore ordinario per rapporti inappropriati segnalati da ex studentesse, contesta all’Università di «essersi mossa al di fuori del quadro normativo»: e cioè di «essere stata già al termine dell’estate 2022 a conoscenza di tutti gli elementi fattuali necessari a muovere una puntuale contestazione disciplinare al docente», ma di aver inizialmente scelto di «espletare una istruttoria de facto durata sei mesi nel deliberato intento di non formalizzare le accuse e di gestire la vicenda internamente e in via confidenziale». […]
Non è vero, ribatte il docente, secondo il quale si sarebbe trattato non di molestie sessuali ma di due autentiche relazioni sentimentali con studentesse maggiorenni, consenzienti e non destinatarie di trattamenti preferenziali a livello accademico; di semplici rimborsi spese nell’ambito del rapporto di coppia; e della possibilità per i professori di far usare agli studenti l’ufficio.
Di molestie e favoritismi l’Università in effetti non parla più quando il 15 giugno 2023 sanziona il docente per aver comunque violato il codice accademico con «un comportamento incivile e irresponsabile nei confronti di studentesse in situazione di dipendenza relazionale nei suoi confronti, abusando del proprio ruolo accademico nell’Università».
Ma quando il docente fa ricorso al Tar contro la Bocconi patrocinata dagli avvocati Marco Giustiniani, Antonello Frasca e Alessandro Paccione, i suoi legali Maria Luisa De Margheriti e Rocco Massaro impostano la difesa soprattutto sul superamento dei 180 giorni di tempo massimo (pena estinzione) del disciplinare, legato al fatto che già tra settembre 2022 e marzo 2023 ci sarebbe stata una sorta di indagine informale sfociata in un richiamo verbale e in una proposta (rifiutata) di regole limitative per il futuro. E la difesa ha ragione, rilevano i giudici Dongiovanni-Bini-Arrivi.
Le mail, infatti, mostrano che sin «da fine estate 2022» la Bocconi «era a conoscenza», e «aveva maturato la convinzione della fondatezza», di «tutti gli elementi fattuali necessari a muovere al docente un puntuale procedimento disciplinare, ma non l’ha fatto nella speranza che la vicenda si risolvesse aliunde». Ma «con questo modus operandi – scrive il Tar -, l’Università ha dato vita a un procedimento disciplinare ufficioso, durato 6 mesi sulle medesime condotte poi solennemente contestate il 7 aprile 2023».
Il che per il Tar «conduce, inevitabilmente, a stigmatizzare il comportamento dell’Università, ossia il suo muoversi fuori dai confini della legalità procedurale, che ha condotto a un eccessivo prolungamento dell’azione sanzionatoria e a un’intempestiva formulazione degli addebiti».