“I CASI AUMENTANO, MA OMICRON NON SEMBRA ESSERE PIÙ LETALE” – L’OTTIMISMO DELLO PNEUMOLOGO LUCA RICHELDI: “SI TRASMETTE SICURAMENTE CON MAGGIORE FACILITÀ, MA PARE MENO DANNOSA – I PRIMI DATI DAL SUDAFRICA: SOLO L'1,7% DEI CONTAGIATI È STATO RICOVERATO, RISPETTO AL 19% NELLA STESSA SETTIMANA DELLA TERZA ONDATA DELLA VARIANTE DELTA…
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1 - OMICRON, RICHELDI (GEMELLI) OTTIMISTA: «I CASI AUMENTANO, MA SEMBRA MENO DANNOSA»
Da www.leggo.it
La curva epidemica in Italia «è in costante aumento, fortunatamente ancora lineare e non esponenziale, però abbiamo dalla nostra strumenti di difesa, lo scorso anno impensabili. Il pericolo vero è costituto dalle varianti.
Omicron per il momento non sembra essere drammaticamente più letale». Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Luca Richeldi, professore ordinario di malattie respiratorie al policlinico Gemelli.
«Oggi possiamo utilizzare gli anticorpi monoclonali con varie combinazioni, almeno alcuni efficaci anche contro le varianti. Si è visto che un certo numero di mutazioni non dovrebbero modificare sostanzialmente la loro efficacia. Sui vaccini c'è poco da aggiungere. Sono il primo e più solido baluardo contro la pandemia. Chi non l'ha ancora capito, si convinca e venga a fare la prima dose presto» aggiunge.
"A Natale proteggiamo i fragili"
Per il Natale «proteggiamo i fragili, pensiamo alle persone anziane e ai malati cronici, anche se hanno ricevuto tre dosi. Se stiamo vicini a loro, più a lungo indossiamo la mascherina meglio è. Però non priviamoci e non priviamoli dell'affetto che quest' anno possiamo esprimere, grazie ai vaccini».
La variante Omicron «si trasmette sicuramente con maggiore facilità, ma pare meno dannosa. Dati sperimentali indicano che ha più facilità nel penetrare nelle vie aeree superiori, risparmiando però quelle inferiori, cioè i polmoni - spiega -. Ecco perché potrebbe causare forme di polmonite in genere non gravi».
Tra gli aspetti su cui migliorare, «C'è ancora molto da lavorare sull'assistenza domiciliare: i pazienti possono essere curati a casa in sicurezza, senza gravare sugli ospedali. Inoltre siamo indietro nell'azione di sequenziamento dei genomi del virus, necessaria per controllare la circolazione di varianti». Secondo la rete italiana, «la presenza di Omicron è inferiore all'1%. Ricordiamo che con tre dosi sviluppiamo livelli di protezione molto alta».
2 - LA VARIANTE OMICRON NON FA PAURA AL SUDAFRICA: ANCHE CON POCHI VACCINATI C'È IL CROLLO DI RICOVERI
Arrivano notizie positive dal Sudafrica sulla variante Omicron del Covid. È stato segnalato un tasso molto più basso di ricoveri ospedalieri, segno che l'ondata di infezioni può essere arrivata al culmine.
Solo l'1,7% dei casi Covid-19 identificati sono stati ricoverati in ospedale nella seconda settimana di infezioni della quarta ondata, rispetto al 19% nella stessa settimana della terza ondata della variante Delta.
Ad annunciare i dati è stato il ministro della salute sudafricano Joe Phaahla: i funzionari della sanità hanno presentato le prove che il ceppo possa essere più mite, e che le infezioni possano aver già raggiunto il picco nella provincia più popolosa del paese, il Gauteng.
I nuovi casi dell'attuale ondata - riferisce Bloomberg - sono stati più di 20.000 al giorno, rispetto ai 4.400 della stessa settimana della terza ondata dovuta ad un’altra variante. Questa è un'ulteriore prova della rapida trasmissibilità della Omicron, che diversi altri paesi, come il Regno Unito, arrivato a 93mila casi giornalieri, stanno ora sperimentando.
Il Sudafrica, che ha annunciato la scoperta della variante il 25 novembre, è osservato come un esempio di ciò che potrà accadere altrove.
Gli scienziati hanno avvertito che altre nazioni potrebbero avere un futuro diverso rispetto al Sudafrica, poiché la popolazione del paese è giovane rispetto alle nazioni più sviluppate: tra il 70% e l'80% dei cittadini potrebbe anche aver avuto una precedente infezione da Covid secondo quanto emerso dalle indagini sugli anticorpi, il che significa che potrebbero avere un certo livello di protezione.
Attualmente ci sono circa 7.600 persone con il Covid negli ospedali sudafricani, una cifra pari a circa il 40% del picco della seconda e terza ondata. I decessi in eccesso, una misura del numero di morti rispetto a una media storica, sono poco meno di 2.000 a settimana, un ottavo del picco precedente.
"Stiamo vedendo aumenti molto piccoli nel numero di morti", ha detto Michelle Groome, capo della sorveglianza sanitaria per l'Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del paese. Inoltre più del 90% dei decessi ospedalieri erano tra i non vaccinati o parzialmente vaccinati (solo il 26% della popolazione in Sudafrica è completamente vaccinato).
Da segnalare che il numero di ricoveri dovuti al Covid in questa ondata viene anche gonfiato dal fatto che i pazienti più lievi vengono ricoverati perché c'è spazio per ospitarli. Molti sono lì per altri disturbi, ma vengono testati come routine.