“CI SENTIAMO DIECI VOLTE AL GIORNO” – I 56 ANNI DI MATRIMONIO VISSUTI A DISTANZA DI EMILIO FEDE E DIANA DE FEO, LA COMPAGNA DI UNA VITA CHE GLIELE HA PERDONATE TUTTE: “I PROCESSI? TUTTO FALSO. IL DIVORZIO? IO SONO PER LA FAMIGLIA. IL GELOSO È LUI. IO NON SO COSA SIA. GLI HO TIRATO LE ORECCHIE SOLO QUANDO HA RILASCIATO UN’INTERVISTA SUL VIAGRA” – E LUI: “LA VOLEVA COSTANTINO DI GRECIA. LEI È ANCORA BELLA, IO SONO AVVIZZITO” – LA PROPOSTA DI MATRIMONIO DOPO UN SOLITARIO, I BUNGA BUNGA E LE OLGETTINE E…
-Candida Morvillo per il "Corriere della Sera"
Alla fine, Emilio Fede è riuscito a festeggiare il compleanno in famiglia e a spegnere le candeline con la moglie, meritevole da quasi 60 anni di avergliele perdonate tutte. 'O sole mio e tamburelli in sottofondo: non diresti che l'happy family esce da 48 ore da incubo, con lui accusato di evasione dai domiciliari, fuga da Milano a Napoli e, di nuovo, rievocazioni in cronaca di scandali per prostituzione ed escort.
La moglie arriva come se niente fosse: «Tempo buono, non caldissimo, è una bella serata». La figlia Sveva giustifica il papà con tenerezza: «Si era solo dimenticato di aspettare il permesso per partire: è andato in confusione per l'emozione di poterci finalmente incontrare. Viene anche mia sorella da Parigi». Si raccontano a cena al ristorante dell'Hotel Santa Lucia, dove l'ex direttore del Tg4 se n'è stato recluso dopo l'arresto e che ieri ha lasciato per scontare i domiciliari residui nella casa di Segrate. Addio affetti e addio camera vista mare e servizio cinque stelle lusso.
Fede: «Il proprietario mi fa uno sconto enorme: è un amico perché andiamo insieme in chiesa a pregare. Io ringrazio nel nome del padre del figlio e dello spirito santo per avermi dato la donna che più ho amato e amerò». La donna è Diana De Feo, giornalista, già senatrice berlusconiana, Napoli bene, figlia di un allora potentissimo dirigente Rai. Molti dei 56 anni di matrimonio li hanno passati lui al Nord, lei fra Roma e Napoli, ma sempre uniti. Lei: «Ci sentiamo dieci volte al giorno, abbiamo la stessa visione delle cose.
Se litighiamo è solo per il piacere di fare una piccola discussione». Lui: «I domiciliari li avrei fatti da lei, magari me l'avessero consentito, e però ho anche una gamba inagibile, ho operato le vertebre, sette ore di intervento, mi muovo col bastone e l'autista che mi trascina, e casa di Diana è piena di scale». Pausa. Voce tremula. «Vengo da dieci mesi di solitudine. Questo è il primo momento di commozione e serenità. A Segrate, cucino, lavo i piatti, ho una cameriera due ore al mattino, poi va via. Vado a dormire a mezzanotte e 16 perché so che Diana spegne la luce dopo gli ultimi tg.
Così, sogno di tenerla per mano: non dormiamo insieme, ma il sogno ci unisce». Quando parlano l'uno dell'altro, tanto lui è lirico, tanto lei è spiccia. Lui: «È un amore nato romanticamente, ero molto suggestionato dalla sua bellezza: era la più bella di Roma. Aveva avuto la proposta di matrimonio da Costantino di Grecia. La corteggiavo, ci sedevamo a tavola e, in base al risultato del solitario, decidevamo dove cenare. Quando le ho chiesto perché ha rifiutato Costantino, mi ha risposto: perché con te mi diverto». Lei: «Non c'era solo Costantino.
Potrei fare i nomi di altri sovrani, ma ormai sono una vecchia signora e tutto è solo lontano». Quanto ai solitari, furono complici della proposta di matrimonio, per niente romantica, a sentir lei: «Eravamo al Cervino, lui cadde, si slogò una caviglia, io continuai a sciare. Lui mi fa: vai pure, io ora faccio un solitario e, se riesce, vuol dire che ti chiedo di sposarmi e dici di sì. Torno, dice che il solitario è riuscito e io: se è destinato così, va bene». Lui si professa divorato dalla gelosia: «Ho avuto paura di perderla molte volte. La mia è una gelosia eterna, solenne. Cercavo di corrompere la cameriera. Chiedevo: chi viene a cena e che tipo è?
Adesso, la gelosia è alimentata dal fatto che lei è bella e io sono avvizzito». Lei scrolla le spalle: «Io la gelosia non so che sia, non è una cosa che m' interessa. Quello che lui fa mi è indifferente». Tutto il carosello del Bunga Bunga, delle Olgettine promosse a meteorine o candidate in politica, lui lo nega («mai visto sesso e porcherie varie») e lei gli crede, o comunque non le importa. Dice: «I processi non li ho vissuti con difficoltà, ho fiducia in Emilio, so che è tutto falso, lo so proprio». Domanda: davvero non ha mai contemplato la parola «divorzio»?
Risposta: «Ma scherza? Io sono per la famiglia, la famiglia è una cosa bellissima. Uno ha delle discordie, ma abbiamo due figlie, cinque nipoti, la famiglia è sacra». Avrà pure avuto un momento di esasperazione, fra scandali per giochi d'azzardo e processi sulle cene eleganti? Ma no: «Ho sempre reagito con un'alzata di spalle. Solo una volta gli ho tirato le orecchie: rilasciò un'intervista sul Viagra, gli dissi che non erano interviste da fare». Lui (agitatissimo): «Dirò una cosa sulla quale io e Diana, dopo, litigheremo, ma voglio che lei lo ammetta adesso, a un giornale.
Se no, mi alzo da tavola e me ne vado. La cosa è questa: lei ama figlie e nipoti in modo eccezionale perché, inconsciamente, riversa su di loro l'amore che ha per me». Diana (imperturbabile): «Non gli badi. La verità è che lui è un po' gelosetto delle figlie: ha bisogno di credere che io amo tanto loro perché, in realtà, amo molto lui».