“COME DEVI VESTIRTI DOPO I QUARANTA? LA RISPOSTA GIUSTA È: ‘COME CAZZO VOGLIO’” - I MESSAGGI CHE MICHELA MURGIA INVIAVA ALL'ESPERTA DI MODA MARIA LUISA FRISA: “BISOGNA PROPRIO AVERE IL CORAGGIO DI DIRLO. E DOPO I CINQUANTA? SEMPRE COME CAZZO VOGLIO. NON BASTA DIRE “COME VOGLIO”, BISOGNA PROPRIO DIRE “CAZZO” - RAFFORZATIVO FALLICO, CIOÈ IL FALLO ATTORNO A CUI VORREBBERO FARTI RUOTARE TU LO PRENDI E LO METTI NELLA TUA FRASE RIBELLE”
-Estratto dell’articolo di Maria Luisa Frisa per “Domani”
La prima volta che Michela Murgia e io abbiamo parlato di moda è stato in occasione dell’anomala prima della Scala del 2020, che, in epoca Covid, si svolse a porte chiuse. Sotto il titolo del dantesco A riveder le stelle in una successione di quadri si esibivano tanti artisti dai talenti diversi. […]
Via WhatsApp, prima delle riprese, mi manda una foto di lei assisa su quel trono in un abito nero couture che le modella il corpo e, grazie all’ampiezza della gonna e alla piccola coda («codetta», come mi scrive lei), occupa lo spazio della larga poltrona, rimandando nello stesso tempo ai drappeggi quasi geometrici di certi dipinti fiamminghi. Le scrivo che con quell’abito couture è necessario un oggetto suo, meno eclatante. […]
È la prima di una serie di conversazioni sul vestirsi che continuano per messaggi e a voce e toccano anche un’occasione pubblica, una diretta per presentare il mio libretto Le forme della moda, per Il Mulino.
Sono scambi non riducibili alla banale domanda “secondo te sto bene vestita così?” fatta all’amica che si occupa di moda e si pensa possa dispensare utili consigli. Mi rendo subito conto che in realtà lei non desidera conferme su quello che indossa o come lo indossa. Lei è divertita e compiaciuta dal fatto che alcuni brand importanti si interessino a lei e la vestano. Ma soprattutto si sente bene in quei panni, si guarda e si piace, e vuole condividerlo. Gode del doppio movimento del guardare ed essere guardata.
Murgia è carismatica, ha grande personalità, quella che per Diana Vreeland, leggendaria direttrice di Vogue America, non può mancare e che rende ogni individuo diverso e indimenticabile. È la forza magnetica, non certo la bellezza di per sé, che Vreeland associa alla personalità, che a sua volta è per lei tutta una questione di interpretazione. […]
Devo ammettere, a posteriori, che Murgia mi aveva spiazzato. Trovavo in lei, intellettuale impegnata, politica, scrittrice, saggista, una interlocutrice informata e attenta. Parlavamo di questioni vestimentarie che diventavano volano per affrontare tanti altri temi, perché la moda attraversa in maniera verticale i campi più disparati. […]
Voglio condividere alcuni degli scambi via messaggi con Michela Murgia. Ironica, precisa, divertita. Sempre. [...]
COME CAZZO VOGLIO
Alle mie critiche di come da una parte si predicasse l’inclusione di corpi di tutte le taglie e di tutte le età e dall’altra ci ritrovassimo invece a seguire regole travestite da consigli, lei mi rispondeva così: «Tutti, non solo Vogue. Non se ne salva uno / Ma credo che la domanda giusta sia: perché le donne sono così docili all’imposizione dei canoni? / Perché crediamo sempre che debba essere qualcun altro a dirci quando siamo giuste?».
Sempre su WhatsApp mi scriveva: «Tu conoscerai di certo il mantra per cui io sono nota su TikTok», mandandomi un video in cui c’è quella che chiamava “la cosa per cui vado più famosa”, cioè queste parole: «Tutte le volte che vedo un sito internet o un giornale che dice come devi vestirti dopo i quaranta, come devi vestirti dopo i cinquanta, la risposta giusta è: “Come cazzo voglio”. Questo bisogna proprio avere il coraggio di dirlo. Come devo vestirmi dopo i quaranta? Come cazzo voglio. E dopo i cinquanta? Sempre come cazzo voglio. Non basta dire “come voglio”, bisogna proprio dire “cazzo”, su questo proprio insisto. Rafforzativo fallico, cioè il fallo attorno a cui vorrebbero farti ruotare tu lo prendi e lo metti nella tua frase ribelle. In questo caso risemantizzi anche l’uccello».
E tornando ai messaggi concludeva: «Ovviamente è divertente aver scritto sedici libri, di cui almeno quattro a sfondo femminista, e scoprire che le diciassettenni ti conoscono per una battuta / Ma non importa / Tutto concorre al messaggio».