“IL CONFLITTO IN ISRAELE? È LEGATO ALLA GUERRA IN UCRAINA” - IL GENERALE MARCO BERTOLINI, GIÀ A CAPO DEL COMANDO OPERATIVO DI VERTICE INTERFORZE E DELLA BRIGATA FOLGORE, SPIEGA PERCHÉ IN QUESTO CAOS C’ENTRANO ANCHE KIEV E MOSCA: “LA GUERRA IN UCRAINA HA CREATO UN'INSTABILITÀ GEOPOLITICA E MILITARE CHE ALIMENTA TUTTE LE OSTILITÀ IN QUEST'AREA. UCRAINA E SIRIA SONO LEGATE IN DIVERSO MODO: IN ENTRAMBI I PAESI CI SONO BASI NAVALI RUSSE. E POI C’È L’IRAN, ALLEATO DI PUTIN IN...”
-Estratto dell’articolo di Antonio Rossitto per “La Verità”
Generale Marco Bertolini, già a capo del Comando operativo di vertice interforze e della Brigata Folgore, è scoppiata un'altra guerra?
«Sì, e mi sorprende la sorpresa. La cosa inaspettata è diversa: i servizi segreti di Israele, notoriamente molto efficienti, si sono fatti prendere alla sprovvista. Soprattutto in un contesto caotico come quello di Gaza. Hamas è riuscita a organizzare un'operazione militare complessa. Ha avuto la meglio su un sistema antiaereo che sembrava inviolabile».
Questo è stato l'unico evento imprevedibile, dunque?
«L'attacco avviene in un'area delicatissima, dove continua la guerra in Siria. Israele non ne è estranea: oltre alla contesa sul Golan, interviene frequentemente con la sua aeronautica contro Damasco, che resta l'alleato di riferimento in Medio Oriente per i russi. L'Ucraina c'ha fatto rimuovere il resto. Ma anche questi missili, in questo momento, sono legati al conflitto tra Kiev e Mosca».
Perché?
«La guerra in Ucraina ha creato un'instabilità geopolitica e militare che alimenta pure tutte le ostilità in quest'area. E poi Ucraina e Siria sono legati in diverso modo: in entrambi i Paesi ci sono basi navali russe, strategiche per Mosca».
Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha detto: «Bisogna rafforzare i diversi fronti perché nessuno compia l'errore di associarsi a questa guerra».
«Ci sono scontri a Gerusalemme. Manifestazioni in Cisgiordania. E a Nord, in Libano, c'è Hezbollah: ha già espresso vicinanza ad Hamas e potrebbe appoggiare militarmente i palestinesi. Sarebbe uno scenario nuovo e problematico. [...] ».
E l'Iran?
«L'hanno già accusato di essere dietro l'attacco. Questo potrebbe innescare una reazione di Israele, che già in passato è intervenuto direttamente contro Teheran. Certo, sarebbe particolarmente pericoloso. Anche perché l'Iran è alleato della Russia in Ucraina. E lì ritorniamo: il detonatore resta a Kiev».
Ci sono responsabilità dirette?
«Non chiamo in causa nessuno dei partecipanti. Però ha acuito tensione irrisolte da decenni, che adesso sono pronto a esplodere. Se si fosse evitato il conflitto in Ucraina, a Gaza probabilmente questo non sarebbe successo. L'ennesima guerra è appena iniziata. “Faremo pagare al nemico un prezzo altissimo”, dice Netanyahu. E le parole sono sassi. O meglio: bombe aeree».
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Israele con i miliziani di Hamas in casa: era inimmaginabile?
«[...] Stavolta, invece, è stato un attacco corale e multimodale: non solo terrestre, ma puro missilistico. Con un numero considerevole di uomini infiltrati sul territorio, anche con sistemi innovativi. E hanno usato i droni, già protagonisti in Ucraina. Una pianificazione sorprendente».
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I terroristi però hanno colto Israele impreparata.
«L'effetto sorpresa viene ricercato in ogni operazione. Qualunque comandante sa che è uno degli elementi del successo. Riuscire però a farlo con un'intelligenza di livello assoluto, quella israeliana, dimostra un'incredibile capacità organizzativa. Così come mantenere il segreto in un'area estremamente abitata. Da decenni Israele non subiva azioni tanto devastanti».
E adesso?
«Dobbiamo solo sperare che tutto resti circoscritto. Se venissero coinvolti l'Iran o la Russia, che è già in Siria, sarebbe molto preoccupante. Ma una cosa è certa: se gli scontri andassero avanti, ci si può aspettare una reazione in tutta la regione. Ci sono numerose comunità palestinesi, specie in Giordania e Libano. Altri rischi potrebbero arrivare dal prevedibile irrigidimento nelle relazioni tra i paesi arabi e Israele».
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