“COSI’ HANNO FATTO MORIRE GLI ANZIANI AL TRIVULZIO” – SOTTO ACCUSA LA GESTIONE DA PARTE DELLA REGIONE LOMBARDIA CHE NON AVREBBE "APPLICATO IN MANIERA TEMPESTIVA" LE MISURE PER DIFENDERE GLI ANZIANI OSPITI DEGLI OSPIZI - I PM INDAGANO SU 16 CASE DI CURA, L'INFETTIVOLOGO GALLI: "CATTIVA IDEA TRASFERIRE NEGLI OSPIZI I MALATI DI COVID" - LO SCARICABARILE DEL GOVERNATORE FONTANA: “SCELTE PROPOSTE DAI TECNICI. NON ABBIAMO SBAGLIATO..."
-Giuseppe Guastella per corriere.it
I primi a testimoniare saranno i lavoratori delle Rsa milanesi. La Guardia di Finanza di Milano comincerà a sentirli in videoconferenza la settimana prossima, quando le indagini della Procura di Milano faranno un nuovo passo decisivo per accertare perché l' epidemia da coronavirus ha fatto strage di anziani e ha infettato così tanti medici, infermieri e operatori nelle Residenze sanitarie assistenziali.
Sono salite a 16 le Rsa sulle quali indaga il pool di magistrati diretto dal Procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ed aumentano di ora in ora anche i fascicoli aperti dalle Procure di tutta la Lombardia per omicidio colposo plurimo e epidemia colposa dopo le denunce presentate dai familiari delle vittime e dagli operatori sanitari, che accusano le Rsa di non aver preso tutte le precauzione necessarie, a partire dalle mascherine e dai tamponi, per evitare il rischio che il Covid-19 si diffondesse senza controllo.
A contribuire al contagio è stato anche l' arrivo nelle strutture nel pieno della pandemia dei malati non più acuti dimessi dagli ospedali per fare spazio ai casi più gravi, come deciso dalla Regione Lombardia con la delibera dell' 8 marzo in cui, però, si precisava che i nuovi pazienti dovevano essere separati da quelli non contagiati. È l' atto principale al quale puntano al momento i pm, che lo hanno acquisto in Regione dopo aver perquisito il Pio Albergo Trivulzio, la struttura principale tra quelle sotto indagine. «Io aspetto con estrema serenità l' esito» dell' inchiesta e «credo proprio che non abbiamo assolutamente sbagliato niente», commenta il governatore Lombardo Attilio Fontana.
«Abbiamo fatto una delibera che è stata proposta dai nostri tecnici», aggiunge, sostenendo che «la scelta è stata fatta perché non avevamo più posti negli ospedali per ricoverare la gente che non poteva più essere curata a casa» mentre era compito delle Ats controllare che ci fossero «l' isolamento in singoli reparti e dipendenti dedicati esclusivamente a quei pazienti». Per Maurizio Martina (Pd) «scaricare le responsabilità dopo aver fatto delibere di Giunta è un grave errore». Massimo Galli, primario di Malattie infettive del Sacco di Milano: «Trasferire nelle Rsa i pazienti Covid positivi non mi è sembrata mai un' idea brillante».
L'ATTO D'ACCUSA AI VERTICI
Estratto dell'articolo di Floriana Bulfon per la Repubblica
«Non si può sottacere una certa inerzia sia dei vertici dell' Agenzia di tutela della salute sia del Pio Albergo Trivulzio che, pur consapevoli della fragilità dei pazienti e della necessità di proteggere loro e gli operatori sanitari, si sono attivati con considerevole ritardo».
Eccolo, il primo colpo al muro di gomma costruito per nascondere la verità sulla strage di anziani nel Pio Albergo Trivulzio. Lo mettono nero su bianco gli ispettori del ministero della Salute: una relazione preliminare, ancora incompleta, ma che si trasforma in un atto d' accusa sulla gestione della crisi da parte di tutta la Regione Lombardia. Responsabile di non avere «applicato in maniera tempestiva le misure» per difendere gli anziani ospiti nelle case di cura.
Il doppio binario Gli ispettori evidenziano i pericolosi limiti della strategia adottata dalla giunta presieduta da Attilio Fontana. Di fronte all' emergenza è stato creato un «doppio binario», che sin dall' inizio ha privilegiato gli ospedali a scapito delle residenze per anziani. E lo ha fatto disobbedendo alle direttive del governo. «Le azioni di contenimento indicate dal ministero della Salute non sono state applicate in maniera tempestiva e hanno seguito un doppio binario a due velocità», recita il rapporto. Mentre si concentravano le energie sugli ospedali lombardi, nelle Rsa «non sembra si sia creato un raccordo rapido e il massimo sforzo che sarebbe dovuto avvenire anche per le caratteristiche di fragilità dei pazienti ricoverati». Laddove proprio la realtà della Lombardia - sottolineano - con una presenza di moltissime case di cura per la terza età avrebbe imposto una reazione immediata.(...)