“DAVIDE FONTANA È UN ASSASSINO PERICOLOSO, CON TOTALE MANCANZA DI OGNI SENSO DI UMANA COMPASSIONE” - L’UOMO CHE HA UCCISO CAROL MALTESI, SECONDO IL GIP CHE HA CONVALIDATO IL FERMO, È “PRIVO DI QUALSIASI SCRUPOLO MORALE”: MENTRE SI TROVAVA A VARARO, DOVE AVREBBE VOLUTO BRUCIARE I PEZZI DEL CADAVERE DELLA POVERA RAGAZZA, TROVÒ TEMPO PER SCRIVERE SUL SUO BLOG: “SONO IN UN LUOGO MAGICO PER TRASCORRERE TEMPO IN TOTALE RELAX” - NON È STATO UN RAPTUS: IL BANCARIO NON POTEVA SOPPORTARE CHE CHARLOTTE VOLESSE TRASFERIRSI. MENTRE LA PRENDEVA A MARTELLATE, E POI LE TAGLIAVA LA GOLA, ERA “PIENAMENTE CONSAPEVOLE” DI CIÒ CHE STAVA FACENDO…

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Paolo Colonnello per “La Stampa”

 

CAROL MALTESI IN ARTE CHARLOTTE ANGIE CAROL MALTESI IN ARTE CHARLOTTE ANGIE

Altro che «raptus» e «amicizia disinteressata»: a scatenare la furia omicida dell’irreprensibile bancario Davide Fontana verso la giovane Carol Maltesi fu la più classica e spregevole delle motivazioni maschili: il possesso, la gelosia. E non verso un altro uomo, ma verso il figlioletto che la donna avrebbe voluto raggiungere nel veronese per vivergli accanto.

 

Davide Fontana Davide Fontana

È lo stesso Fontana a gettare la maschera nell’interrogatorio di convalida del suo fermo, l’altro ieri, davanti al gip di Brescia: «Quando verso Capodanno mi disse che intendeva lasciare Rescaldina per trasferirsi dove risiedeva il figlioletto, per me fu un vero e proprio choc».

 

E dunque, scrive il gip nel provvedimento di convalida dell’arresto, «mentre stavano girando il video hard, nel momento in cui si era ritrovato il martello in mano, aveva pensato che l’avrebbe persa. Allora la colpiva al capo, due o tre volte», mentre «lei muoveva la testa, non sapeva per via dei colpi o per un’altra ragione…». Ma non c’erano altre ragioni: lei non lo voleva più. E lui l’ha uccisa. Semplice e banale come sono sempre queste storie brutali, come sono, alla fine, tutti i femminicidi.

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Il bancario che si dilettava come blogger di food, che mentre conservava in un freezer il corpo fatto a pezzi di Carol, il 14 febbraio scriveva sulla sua pagina web la recensione entusiasta dei gamberi “freschissimi” di un ristorante, racconta agli inquirenti esterrefatti come gli «bastasse solo lei» e che in fondo, il fatto che lei frequentasse anche altri uomini o si mostrasse nuda nei video, non lo aveva reso geloso.

 

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Forse perché intuiva che per Carol quello era soltanto un lavoro. Ciò che Fontana non sopportava davvero erano invece i sentimenti autentici di Carol, come l’amore verso il suo bambino che lo avrebbe escluso della vita della giovane.

 

Ecco, è questo che il bancario con aspirazioni da attore porno, proprio non riusciva ad accettare e che lo avrebbe spinto ad ucciderla a sangue freddo e non durante «un raptus» come aveva lasciato capire in un primo momento: «Quando il Fontana le tagliava la gola “per porre fine alle sue pene” – e dunque nella consapevolezza che la giovane, per quanto agonizzante fosse ancora in vita –, non può dubitarsi della piena consapevolezza e volontà dei propri atti da parte dell’indagato».

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Scrive il gip: «D’altra parte lui stesso ha oggi confessato il movente passionale del delitto, commesso per evitare che la ragazza seguisse il suo destino, lontana da lui». Tagliarle la gola insomma non fu «un atto di pietà» come Fontana spiegò nel suo primo interrogatorio.

 

davide fontana 9 davide fontana 9

Perché Fontana, «con indomita ferocia» uccise una donna «che si fidava ciecamente del suo ex compagno e intimo amico». Assassinandola «barbaramente, colpendola più volte con bestiale violenza per poi tagliarle la gola; così privando della vita – con modalità che poco o nulla hanno di compassionevole – una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, colpevole soltanto di voler seguire i propri progetti ed aspirazioni lontano dall’indagato».

 

 

Tra l’omicidio, l’occultamento del cadavere e i due mesi passati a fingere con amiche e famigliari della vittima che Carol fosse ancora in vita, Fontana dimostra, «la ferma, pervicace inamovibile volontà di evitare le conseguenze delle sue gravissime azioni».

 

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Le quali dimostrerebbero da una parte la sussistenza di «un evidentissimo pericolo di fuga», dall’altra il «concreto pericolo» di inquinamento probatorio. Infine, il gip non nasconde che Fontana è un assassino pericoloso, con «totale mancanza di ogni senso di umana compassione», privo di «qualsiasi scrupolo morale», visto che persino mentre si trovava a Vararo, il paesino del varesotto dove avrebbe voluto bruciare i pezzi del cadavere di Carol, trovò tempo per scrivere sul suo blog che si trovava «in un luogo magico, immerso nella natura per trascorrere tempo in totale relax...». Un mostro.

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