“LO DEVE AL BUON NOME DELL’ITALIA” – VESPA PUNGE ELKANN: “CI SONO UNA STORIA E UNA IMMAGINE DA DIFENDERE. PER QUESTO È INOPPORTUNO CHIEDERE 6,3 MILIARDI LASCIANDO LA SEDE IN OLANDA” – “SONO NATO CON LA FIAT, L’HO AMATA E DIFESA. PER 20 ANNI HO INCONTRATO OGNI ANNO GIOVANNI AGNELLI…”
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Sono nato con la Fiat, l’ho amata e difesa. Per 20 anni ho incontrato ogni anno Giovanni Agnelli. Ci sono una storia e una immagine da difendere.Per questo è inopportuno chiedere 6,3 miliardi lasciando la sede in Olanda. John Elkan lo deve al buon nome dell’Italia.
— Bruno Vespa (@BrunoVespa) May 16, 2020
Tiene banco - soprattutto a Repubblica, con la redazione in rivolta contro il neo-direttore Maurizio Molinari - la vicenda del prestito chiesto da Fca di John Elkann allo Stato, la bellezza di 6,3 miliardi di euro. Tiene banco perché come è noto la sede fiscale del colosso dell'auto si trova in Olanda (e a Repubblica, il caos è dovuto al fatto che Molinari ha imposto una linea difensiva per Fca e ha proibito alla redazione di pubblicare un comunicato in cui si affrancava da questa linea). E su tutta questa vicenda, un paio di giorni fa, è intervenuto a gamba tesissima Bruno Vespa.
Lo ha fatto su Twitter, dove il conduttore di Porta a Porta ha cinguettato, senza troppe ambiguità: "Sono nato con la Fiat, l’ho amata e difesa. Per 20 anni ho incontrato ogni anno Giovanni Agnelli. Ci sono una storia e una immagine da difendere - ha premesso -, Per questo è inopportuno chiedere 6,3 miliardi lasciando la sede in Olanda. John Elkan lo deve al buon nome dell’Italia", ha concluso Bruno Vespa.