“DICEVA: A SETTANT'ANNI HO PERDUTO L'INNOCENZA MA ANCHE GLI ENTUSIASMI E LE SPERANZE” – MIRELLA SERRI RICORDA ANTONIO PENNACCHI: “PER MOLTI ANNI AVEVA LAVORATO ALL'ALCATEL CAVI E AVEVA PARTECIPATO ALLE LOTTE SINDACALI. QUELLI CHE L'HANNO CONOSCIUTO LO RICORDANO QUANDO INTERVENIVA VEEMENTE NELLE ASSEMBLEE, CON LA SIGARETTA SEMPRE IN MANO, PRENDENDO DI PETTO I DIRIGENTI POLITICI E SINDACALI CON UN LINGUAGGIO COLORITO E DAL FORTE ACCENTO LAZIALE, BACCHETTANDO LE STRATEGIE DI LOTTA…”
-Mirella Serri per "la Stampa"
Aveva 71 anni lo scrittore-operaio Antonio Pennacchi che si è spento ieri a Latina, la sua città natale. Poco tempo fa aveva dichiarato: «A settant' anni ho perduto l'innocenza ma anche gli entusiasmi e le speranze. Il miglior tempo mio se n'è andato, mi restano gli anni della discesa e della riflessione». Il vincitore del Premio Strega 2010, con Canale Mussolini, è deceduto per un improvviso malore. Apparteneva a una numerosa famiglia. Erano sette figli, tra cui il giornalista Gianni e l'economista Laura; i genitori, provenienti dal Veneto, si erano trasferiti durante il fascismo nell'agro pontino in corso di bonifica.ù
Per molti anni Antonio aveva lavorato all'Alcatel Cavi, aveva partecipato alle lotte sindacali e aveva una grande passione sia per la politica che per la letteratura. Quelli che l'hanno conosciuto lo ricordano quando interveniva veemente nelle assemblee, con la sigaretta sempre in mano, prendendo di petto i dirigenti politici e sindacali con un linguaggio colorito e dal forte accento laziale, bacchettando le strategie di lotta.
Dapprima Pennacchi aveva militato nel Movimento sociale italiano. Successivamente fece un gran salto nella sinistra, a partire dalle fila dell'estremismo marxista-maoista per poi approdare alla sinistra più moderata. Nei primi anni Ottanta, approfittando della cassa integrazione, Pennacchi si iscrive a Lettere e si laurea. Comincia a dedicarsi alla narrativa. La sua prima opera, Mammut, viene pubblicata nel 1994 dopo essere stata proposta e respinta 55 volte da 33 editori diversi, una vera via crucis, come racconterà lui stesso. Un anno più tardi appare Palude, dedicato alla sua città, Latina.
Dopo qualche anno e altri libri, lascia l'editore Donzelli e si trasferisce alla Mondadori. Nel 2003 pubblica uno dei suoi libri di maggior successo, Il fasciocomunista, lavoro sostanzialmente autobiografico riscritto più volte nel corso di una decina di anni.
Accio Benassi, il protagonista, fa parte dapprima dei Volontari del Msi di Arturo Michelini per poi passare a condividere le idee rivoluzionarie del comunismo. All'indomani della bomba di Piazza Fontana, Accio rinnega il suo estremismo e il fratello Manrico, ucciso durante uno scontro a fuoco. Da questo romanzo sarà tratto il film Mio fratello è figlio unico diretto da Daniele Lucchetti, con Elio Germano e Riccardo Scamarcio. La pellicola non piacque molto a Pennacchi, uomo fortemente polemico, perché riteneva che il film non rispettasse la sua storia.
Canale Mussolini (a cui seguirà un secondo volume) gli porta un'ulteriore grande affermazione: non solo con l'alloro dello Strega ma anche con l'ingresso nella cinquina del Campiello. Il libro, saga della famiglia Peruzzi, si snoda dagli anni Dieci del Novecento fino alla seconda guerra mondiale: qualcuno ha sottolineato che Pennacchi è stato il primo a narrare un'Italia dimenticata.
I Peruzzi sono mezzadri poveri, provenienti dalla bassa pianura padana, tra Rovigo e Ferrara. Diventano assegnatari di un podere dell'Opera Nazionale Combattenti che si trova vicino a Borgo Podgora e al Canale Mussolini, una delle principali opere della bonifica pontina. Nel 2011 Pennacchi, in occasione delle elezioni comunali a Latina, si schiera con una lista locale di destra che avrebbe dovuto sostenere un candidato di sinistra: il progetto, che in parte rifletteva l'utopia che da sempre lo accompagnava, però fallì anche se aveva ottenuto grande attenzione da parte dei mezzi di comunicazione.
Soprattutto negli ultimi anni, lo scrittore abbandonò il realismo delle opere precedenti. In Camerata Neanderthal, dedicato alle ricerche di protostoria dell'agro pontino, ricompaiono come fantasmi personaggi già presenti in altri suoi libri. Per converso, in Storia di Karel, Pennacchi approda alla fantascienza e racconta le vicende di Colonia, un lembo di terra ai confini della galassia dove gli abitanti sono sottoposti a un potere invisibile e oppressivo. Anche in questo caso lo scrittore conferma l'aspirazione antiautoritaria di tutta la sua opera.