“GLI DICEVO SMETTILA E GLI LEVAVO LE MANI DAL MIO CORPO” - IL RACCONTO CHOC DELLA 18ENNE STUPRATA A FIRENZE DA TRE COMPAGNI, TRA CUI UN MINORENNE: LA RAGAZZA HA DENUNCIATO, MA I TRE SONO STATI ASSOLTI PERCHÉ “NON AVEVANO CAPITO IL NO DELLA RAGAZZA” - “IO DICEVO DI FINIRLA, MA LORO SI CHIEDEVANO SE USASSI LA PILLOLA ANTICONCEZIONALE. POI UNO DI LORO RIDENDO, HA DETTO “MA QUESTO È UNO STUPRO”. E L’ALTRO GLI HA RISPOSTO...”

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Estratto dell’articolo di Andrea Vivaldi per “la Repubblica”

 

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Sull’abuso non ci sono dubbi: «È accertato che ci siano stati degli atti sessuali non pienamente voluti» si legge nella sentenza.

Quella sera di metà settembre 2018 la ragazza, che aveva fumato cannabis e bevuto anche sotto la spinta del gruppo, fu costretta ad avere un rapporto sessuale da tre compagni di classe durante una festa.

 

Ma gli imputati, per il tribunale di Firenze, avrebbero frainteso il consenso della coetanea. La loro fu una «errata percezione», ha spiegato il giudice che per questo ha assolto gli imputati dall’accusa di violenza di gruppo. Ritenendo che il loro non fu un comportamento «penalmente rilevante».

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Era passata da poco la mezzanotte. La giovane, all’epoca 18enne, si trovava a una festa in una casa di campagna fuori Firenze.

 

Con lei una decina di compagni delle scuole superiori. Uscì in giardino e si sdraiò a terra, le girava la testa perché aveva bevuto. Accanto a lei tre compagni (due maggiorenni e uno minorenne). Uno di loro, incoraggiato da un altro, «continuava a invitarmi a bere, però siccome non volevo e a un certo momento mi sono trovata supina, lui mi appoggiava la bottiglia alla bocca», racconterà pochi mesi dopo sporgendo denuncia e ripercorrendo quei minuti: «Gli dicevo smettila e gli levavo le mani dal mio corpo».

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La giovane avrebbe cercato di allontanarsi, ma senza riuscirci frastornata dall’effetto di alcol e stupefacenti. I ragazzi durante il rapporto si sarebbero domandati se lei usasse la pillola anticoncezionale. «Io gli dicevo “no smettetela”, l’ho ripetuto più volte, sin da subito». Poi uno di loro «ridendo, ha detto “ma questo è uno stupro”». E un altro «gli ha risposto “no, no, stai tranquillo”», riporterà la studentessa.

 

I minuti dopo furono quelli della disperazione: più invitati ricordano di averla vista rientrare piangendo. A un’amica disse: «Mi hanno stuprata, mi hanno stuprata».

La telefonata ai genitori, poi il rientro a casa in silenzio e sotto shock.

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Nei mesi dopo la 18enne non riuscì a terminare la scuola e abbandonò all’ultimo anno senza diplomarsi.

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Lo scorso marzo per due imputati è arrivata la sentenza di assoluzione, mentre per il terzo procede il tribunale minorile.

 

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[...] gli imputanti avrebbero frainteso «l’apparente disinvoltura di comportamento» della compagna. Ci fu, per il giudice, una «situazione certamente equivoca», [...] «Ciò anche in relazione ai pregressi rapporti tra gli stessi» [...]

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