“ALLE DONNE ISRAELIANE RAPITE I TERRORISTI DI HAMAS PORTAVANO VESTITI DA BAMBOLE” - UN GRUPPO DI PARENTI DEGLI OSTAGGI A GAZA, ALCUNI DEI QUALI TORNATI LORO DALLA STESSA PRIGIONIA, HA RIFERITO ALLA KNESSET DELLE VIOLENZE SESSUALI INFLITTE -  “NON POSSIAMO NEMMENO IMMAGINARE COSA STANNO PASSANDO LÌ. PREGHIAMO CHE LE NOSTRE DONNE NON TORNINO INCINTE”

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Rossella Tercatin per repubblica.it - Estratti

 

attacco di hamas del 7 ottobre 1

Giovani donne costrette a indossare abiti “da bambole”, sguardi pesanti, abusi costanti. Oggi alla Knesset, un gruppo di parenti degli ostaggi a Gaza (alcuni dei quali tornati loro stessi dalla prigionia) hanno presentato la loro drammatica testimonianza per chiedere alle autorità di fare qualunque cosa per riportare a casa coloro che rimangono nella Striscia, e soprattutto le giovani donne – particolarmente esposte al rischio di abusi e violenze sessuali. Con il grande timore che nelle scorse settimane ha cominciato ad attanagliare Israele: la possibilità che qualche ostaggio ritorni incinta dei suoi carcerieri.

 

 

“I terroristi hanno portato [alle donne in ostaggio] vestiti inappropriati, vestiti da bambole”, ha raccontato Aviva Siegel, 62 anni, come riportato dal quotidiano Haaretz. Siegel era stata portata via dal kibbutz di Kfar Aza con il marito Keith che si trova ancora in ostaggio, mentre lei è stata rilasciata a fine novembre nell’ambito dell’accordo mediato dal Qatar.

 

 

DONNE ISRAELIANE RAPITE DA HAMAS

"Sono passati quasi quattro mesi”, ha ricordato ancora Siegel, lanciando l’allarme per chi è rimasto laggiù. “Noi siamo stati lì per 51 giorni e non c'è stato un minuto in cui non abbiamo subito abusi – e loro sono ancora lì”.

 

Sono ancora circa 130 gli ostaggi rimasti a Gaza degli oltre 250 catturati il 7 ottobre. Dopo che un centinaio di persone sono state liberate a novembre, donne, bambini e cittadini stranieri, la maggioranza di coloro che si trovano ancora nella Striscia sono uomini (tra cui molti anziani e malati), ma anche alcune donne e ragazze, compresa Shiri Bibas con i suoi bambini Ariel, quattro anni, e Kfir, rapito a nove mesi che ha festeggiato il primo compleanno da pochi giorni.

 

noa argamani ostaggio di hamas

 

Nelle scorse settimane, i media israeliani hanno rivelato come autorità e comunità medica del Paese si stiano preparando alla possibilità che tra le giovani donne prigioniere qualcuna possa essere rimasta incinta in seguito agli abusi subiti.

 

 

“Chiudete gli occhi e immaginate di essere lì per un minuto nei tunnel, che qualcuno ti fissi spogliandoti con uno sguardo. Non possiamo nemmeno immaginare cosa stanno passando lì", ha detto. “Non voglio nemmeno pensare alla possibilità di una gravidanza”

noa argamani ostaggio di hamas

 

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la lotteria degli ostaggi di hamas
NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE
NOA ARGAMANI RAPITA IL 7 OTTOBRE