“IN EMAIL E CHAT ERANO EMERSI CONTATTI TRA MARCO CARRAI E IL MOSSAD” - DURANTE L’OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE AVANZATA DALLA PROCURA DI GENOVA PER UNA DELLE QUERELE PRESENTATE DA RENZI E CARRAI NEI CONFRONTI DEI PM LUCA TURCO E ANTONINO NASTASI, CHE INDAGANO SUI PRESUNTI FINANZIAMENTI ILLECITI DELLA FONDAZIONE OPEN, VENGONO FUORI I RAPPORTI TRA CARRAI E UNA SERIE DI PERSONAGGI COLLEGATI POTENZIALMENTE A SERVIZI SEGRETI ESTERI, IN PARTICOLARE L’INTELLIGENCE ISRAELIANA, E CON ALTRI STATI…
-Estratto dell’articolo di Marco Grasso per “il Fatto quotidiano”
Dalle email e dalle chat sequestrate a Marco Carrai emergevano, secondo i pm fiorentini, contatti con personaggi vicini a Paesi e servizi segreti esteri, in particolare il Mossad.
Collegamenti che, secondo questa ricostruzione, avrebbero giustificato la trasmissione di quegli atti al Copasir, organismo parlamentare che tra le sue mission, oltre al controllo sull’intelligence italiana, ha quello di occuparsi della sicurezza nazionale. È l’ultimo colpo di scena che emerge dal braccio di ferro tra Matteo Renzi e i magistrati toscani.
Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari, Nicoletta Guerrero, si è discussa l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Genova per una delle querele presentate da Renzi e Carrai nei confronti di Luca Turco e Antonino Nastasi, i due pubblici ministeri che a Firenze indagano sui presunti finanziamenti illeciti raccolti dalla fondazione renziana Open. Al centro della contesa, in questo caso, ci sono soprattutto gli atti sequestrati a Carrai, che comprendevano anche le chat con l’amico Matteo Renzi.
Per inquadrare la vicenda occorre ripercorrerne le tappe fondamentali. A novembre del 2020, il Copasir, allertato dalle notizie sull’attività di conferenziere dell’ex presidente del consiglio in Arabia Saudita, chiede alla Procura di Firenze l’acquisizione degli atti sull’inchiesta Open. La risposta arriva l’8 marzo del 2021: i magistrati inviano tutto il fascicolo. Nell’incartamento ci sono anche gli atti sequestrati a Marco Carrai, indagato nella stessa inchiesta.
Poche settimane prima, il 18 febbraio 2021, la Corte di Cassazione aveva però annullato il decreto di sequestro nei confronti dell’imprenditore, disponendo la restituzione del materiale e la distruzione degli atti. È su questo passaggio che si fonda una delle accuse principali ipotizzate nella querela: i pm fiorentini avrebbero trasmesso “atti proibiti”.
L’invio del fascicolo al Copasir, argomentano i legali di Renzi e Carrai, sarebbe stato illegittimo e il reggente della Procura di Firenze Luca Turco […] dovrebbe essere perseguito per abuso d’ufficio […]
Su questo punto, però, ieri ha replicato il legale del magistrato, Cecilia Turco. Carrai, ha argomentato in aula l’avvocato, aveva contatti con una serie di personaggi collegati potenzialmente a servizi segreti esteri, in particolare l’intelligence israeliana, e con altri Stati. Non spettava alla Procura di Firenze valutarne il profilo relativo alla sicurezza nazionale, ma al Copasir. Secondo Francesco Pinto, procuratore aggiunto di Genova, che ha richiesto l’archiviazione della querela, la trasmissione era lecita e rientrava in una “doverosa comunicazione istituzionale a un organismo parlamentare, i cui membri sono tenuti al segreto d’ufficio”. […]