“FACCIAMO UNA SORPRESA A SALVINI” – NUOVA PUNTATA DELL’INCHIESTA DELLA “VERITÀ” SUI RAPPORTI TRA LA CHIESA DI BERGOGLIO E L’EX NO GLOBAL LUCA CASARINI: NELLE INTERCETTAZIONI AL VAGLIO DELLA PROCURA DI RAGUSA EMERGE UN FILO DIRETTO CON IL GIORNALE DELLA CEI, “AVVENIRE”, E CON "REPUBBLICA". LA “BANDA” DELL’ASSOCIAZIONE “MEDITERRANEA” ORGANIZZAVA L’USCITA DELLE NOTIZIE SUI QUOTIDIANI, PER DARE SCHIAFFONI A SALVINI – IL RAPPORTO CON FAZIO: FABIOLO, TESTIMONIAL DELLA ONG, CHIEDEVA CONSIGLI SULLE DOMANDE DA FARE ALLA MINISTRA DELL’INTERNO, LAMORGESE…
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1. «AVVENIRE» IN COMBUTTA CON CASARINI & C. «FACCIAMO UNA BELLA SORPRESA A SALVINI»
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori François De Tonquédec per “la Verità”
Avvenire, il giornale dei vescovi, per anni si è opposto alle politiche dei porti chiusi sull’immigrazione. Ma oggi scopriamo che lo ha fatto coordinandosi con Luca Casarini e i suoi soci, una ciurma di imputati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Personaggi che hanno ricevuto sostanziosi finanziamenti dalla Chiesa, erogazioni che avrebbero potuto essere concesse a tante altre organizzazioni umanitarie guidate da incensurati.
E, anche se il quotidiano manifesta grande serenità, di fronte alla nostra inchiesta a puntate sui soldi concessi all’associazione Mediterranea saving humans e alla compagnia armatoriale Idra social shipping (socio di maggioranza Beppe Caccia, a sua volta indagato e amico fraterno di Casarini), in realtà è palpabile l’imbarazzo.
Che aumenterà con le novità di giornata, riguardanti il rapporto ambiguo dell’equipaggio con i cronisti del quotidiano. Una vera sinergia in chiave antisalviniana.
Le carte dell’inchiesta di Ragusa mostrano, infatti, come i vescovi e il loro organo di stampa non ce la raccontino giusta e abbiano usato le notizie per fare politica. Una malizia che dal giornale dei monsignori non ci si aspetterebbe.
Casarini & c. […] hanno da anni un rapporto privilegiato con il giornalista di Avvenire Nello Scavo, autore nel 2020 di un libro, Pescatori di uomini, scritto a quattro mani con don Mattia Ferrari, cappellano di bordo della Mare Jonio. Un legame che, già nel 2019, permetteva a don Mattia di poter anticipare a Casarini e al suo socio Giuseppe Caccia, gli articoli che il giornalista avrebbe pubblicato.
L’ex leader delle Tute bianche, il Capitan Fracassa del G8 di Genova, il 28 aprile 2019, su una chat di gruppo, inoltra un messaggio di Scavo su come gestire alcune notizie. La prima riguardava l’imbarco di don Mattia, con la benedizione dei vescovi, sulla Mare Jonio, in quel momento al centro di una violenta contrapposizione con il governo e in particolare con il ministro dell’Interno Salvini.
Un’informazione che sarebbe stata divulgata in contemporanea con la conferenza stampa indetta da Mediterranea e Idra social shipping per annunciare la partenza da Marsala del rimorchiatore e una denuncia per diffamazione nei confronti del leader leghista.
«Ciao Luca, stiamo organizzando con Repubblica l’uscita in esclusiva e in tandem circa don Mattia a bordo. Ne ho parlato anche con Beppe Caccia e se sei d’accordo anche tu, siamo dell’idea di dare la notizia con grande rilevanza sull’edizione cartacea di martedì e contemporaneamente sui siti (con foto e brevi filmati).
Questo ci permetterà anche di cogliere di sorpresa il Truce (Salvini, così soprannominato in senso dispregiativo dal Foglio ndr). Visto che sempre martedì (30 aprile, ndr) alle 12 ci sarà, poi, la vostra conferenza stampa a Roma a cui daremo grande rilevanza sia sui siti che il giorno dopo sui giornali (1 maggio, poi il 2 non saremo in edicola). Io avrò anche una dichiarazione del vescovo di Modena che ha autorizzato don Mattia, e questo terrà calma la “gerarchia”. […]»
[…] Casarini ha una sola obiezione, per non deludere gli altri amici giornalisti: «Carissimo, mi sembra un ottimo schema. Unica cosa che mi viene in mente: se la vostra uscita di martedì rimane centrata su don Mattia e si riesce a non dire che siamo già partiti, ma che “stiamo partendo”, allora così non ci bruciamo la notizia con gli altri media, oggetto poi della conferenza stampa. Sostanzialmente sul cartaceo di mercoledì darai notizia che MJ (Mare Jonio, ndr) è già in zona Sar libica. Che ne pensi? Comunque ovviamente va bene». Caccia commenta: «Ottimo. Le stesse cose che gli ho detto io».
Il 30 aprile, Avvenire titola: «Io don Mattia, a bordo con chi salva vite». E spiega: «C’è anche un sacerdote a bordo della Mare Jonio, che sta per riprendere i soccorsi in mare. “Gesù è vicino ai ragazzi affamati di pace e di giustizia”. La Messa domenicale sulla nave di Mediterranea con i ringraziamenti al suo vescovo Castellucci (Erio, ndr) e ai presuli Zuppi (Matteo, ndr) e Lorefice (Corrado, ndr)».
Ovvero le menti dell’operazione di sostegno economico alle missioni della Mare Jonio. La Repubblica, con Fabio Tonacci, fa eco al quotidiano della Cei: «La Chiesa sale a bordo della Mare Jonio che salva i migranti. “Il Vangelo è qui”». Sottotitolo: «Sulla nave italiana si è imbarcato anche don Mattia Ferrari, parroco a Nonantola (Modena, ndr). Con il permesso di due arcivescovi. Dirà messa ogni giorno. “Sono il cappellano di bordo, il mio compito è rappresentare vicinanza ai ragazzi di Mediterranea che hanno un gran rispetto per papa Francesco”». Anche in questo caso vengono nominati Castellucci e Lorefice. […]
[…] Ma l’episodio che attira maggiormente l’attenzione degli investigatori, avviene l’estate successiva. È l’8 luglio del 2020 quando il cappellano di bordo annuncia a Casarini: «Venerdì mattina Nello e io siamo stati invitati a un webinar con i rappresentanti della sezione Migranti e rifugiati. Cioè Baggio, Czerny (i cardinali Fabio e Michael, all’epoca sottosegretari della sezione, ndr), Flaminia (segretaria di Crezrny, ndr) e altri cinque loro fedelissimi».
Poi aggiunge: «Siamo d’accordo con Nello di essere durissimi venerdì mattina. Di far capire che o si passa alla concretezza o è la sconfitta per tutti, Chiesa compresa». Infine chiosa: «Per noi è l’occasione per metterli con le spalle al muro». Il 12 luglio, il parroco modenese aggiorna Casarini sull’incontro: «Il webinar è andato molto bene. Nello direttissimo nel dire: “Se volete che io continui il lavoro di inchiesta, dovete finanziare Mediterranea e sostenere le Ong, perché senza di loro che vedono e testimoniano le mie inchieste non potrebbero continuare”».
Un avvertimento che avrebbe sortito effetti immediati, sempre stando alle parole del cappellano: «Come reazioni, c’è stata quella di Bruno Forte che ha detto che intanto farà subito un versamento dalla sua diocesi». […]
Sempre riguardo al rapporto con i media, le indagini relative alle «operazioni di trasbordo migranti» avvenute il 12 settembre 2020 dalla petroliera danese Maersk Etienne al rimorchiatore alla Mare Jonio rivelano la spregiudicatezza con cui Casarini e i suoi gestiscano le informazioni da veicolare all’opinione pubblica. Dagli atti risulta che a bordo era presente una donna, M.N., nata in Camerun nel 1991, che «riferiva di avere comunicato al personale sanitario della «Mare Jonio» di avvertire forti dolori allo stomaco e a fronte di tale quadro anamnestico, le era stato comunicato […] che sicuramente era incinta e, poiché chi l’aveva visitata non era riuscita a infilarle l’ago della flebo per curare la disidratazione», era stata richiesta la sua «evacuazione medica» dalla nave.
Che non vi fosse certezza sullo stato interessante è confermato da un messaggio inviato dal medico di Mediterranea, Agnese Colpani, neolaureata, a una collega a terra […]. Ma un pancione, in una situazione di stallo, poteva far comodo a Mediterranea e accelerare le procedure di sbarco.
In quelle ore di concitazione Nello Scavo scrive a Caccia: «Da Pozzallo alcuni sostengono che la ragazza forse non era neanche in gravidanza. Voi avete fatto qualche riscontro medico su questo?». Nel documento inviato ai pm ragusani gli investigatori non annotano nessuna risposta.
In compenso, c’è il messaggio (inviato ad Alessandra Ziniti, giornalista di Repubblica) con cui Caccia cerca di sminuire l’informazione appena ricevuta: «Alessandra, solo per avvertirti che a Pozzallo c’è chi sta mettendo in giro la voce che la donna non sia mai stata incinta, ma solo colpita dal fibroma». E alla domanda se fosse o meno gravida, Caccia replica: «Sì, di quattro mesi. No ciclo da 4 mesi».
Due giorni dopo, il portavoce di Mediterranea, Luca Faenzi, domanda: «Come sta la ragazza incinta ricoverata? Sappiamo qualcosa?». L’ex assessore veneziano risponde: «Dimessa. Si trova all’hotspot col marito. Non era incinta, ma colpita da fibroma uterino. Notizia deve restare riservata tra noi, prima che la destra la possa usare».
Dunque le notizie vanno manipolate o nascoste, con il solo obiettivo di non far emergere verità scomode. In un’ottica tutta politica. Come confessa don Mattia, quando, il 17 novembre 2020, è impegnato nel suo solito lavoro di propaganda e ha appena ottenuto un articolo su Mediterranea sul giornale diocesano e un incontro con il vescovo: «Diciamo che questa è la vostra riconquista di Padova», dice a Casarini e Caccia, ex militanti no global nella città di Sant’Antonio.
E aggiunge: «Passando per la Chiesa e in questo modo, paradossalmente (questo è il bello della Chiesa di papa Francesco), superando tutti a sinistra». Persino i centri sociali. Casarini approva soddisfatto: «La Chiesa cattolica, quanta saggezza e intelligenza politica in quel vecchio grande partito». Se i preti ragionano così, non deve stupire che i cronisti del quotidiano dei vescovi organizzino imboscate a un ministro della Repubblica.
2. FAZIO CHIEDEVA A CASARINI & C. CHE DOMANDE FARE ALLA LAMORGESE
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”
Luca Casarini è il classico personaggio che piace alla gente che piace. Con quella sua faccia stropicciata, i capelli sale e pepe raccolti in uno chignon, l’orecchino e la parlata venesiàn ispirata. Un pregiudicato per svariati reati, condannato a 4 anni e 7 mesi in via definitiva […] che, evidenzia la Guardia di finanza, al momento dell’inaugurazione della Mare Jonio non sta più negli abiti e pronuncia una frase che inquieta gli investigatori.
I quali, nella loro informativa, annotano: «Dopo una serie di ripetuti messaggi inviati nel gruppo in cui si discute dei finanziamenti necessari all’acquisto della nave, della formazione e ricerca dell’equipaggio e dei salvataggi in corso nel Mediterraneo centrale, Luca Casarini afferma testualmente: “Compagni, questa è la nuova Genova”, naturalmente in riferimento al G8 del 2001 in cui lo stesso fu il protagonista delle note rivolte».
Giocò a fare la guerra e ci scappò il morto. Quindi non può non destare preoccupazione che Casarini paragoni i salvataggi in mare al disastro del capoluogo ligure. Ma forse non ha tutti i torti, se il riferimento è alla luce abbacinante dei riflettori che l’ex leader delle Tute bianche riesce ad attirare sulle sue imprese. Tra i suoi tifosi gente come Fabio Fazio, Checco Zalone, Roberto Saviano, Aboubakar Soumahoro e don Luigi Ciotti.
[…] Nonostante cotanti sponsor, fa specie che questa combriccola, apparentemente a nome dell’associazione di promozione sociale Mediterranea saving humans, sia riuscita a infiltrarsi nella redazione di Fazio in veste di suggeritrice quando il conduttore savonese ha intervistato nello studio di Che tempo che fa niente meno che l’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
[…] Ma torniamo al feeling tra l’equipaggio della Mare Jonio e la trasmissione Che tempo che fa, oracolo consultato non certo per prevedere procelle e fortunali. Già a maggio del 2019 l’ex imitatore si unisce a una campagna di Mediterranea e posta un video pro migranti il cui succo è: «Nessuno sceglie dove nascere».
Il 25 ottobre dello stesso anno, don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo del rimorchiatore, informa la ciurma che il futuro presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, sarà ospite della trasmissione. Due giorni dopo don Mattia è in sollucchero sulla chat di gruppo: «Ragazzi, guardate il video di Zuppi da Fazio». Pausa. «Strepitoso. Ha detto delle robe fortissime».
Il 18 dicembre don Mattia annuncia: «Fazio disponibile ad aderire alla campagna per il dissequestro. Domani mattina mi chiama». Questa volta la petizione si intitola «Adesso basta. Basta una firma #Free Mediterranea» ed è stata avviata dopo che la Mare Jonio è stata bloccata in porto e ha ricevuto una multa da 300.000 euro per la violazione del decreto Sicurezza.
Il 20 dicembre il prete allega una foto del presentatore e chiosa: «Intanto Fazio mi ha mandato questa». Caccia chiede: «È la nuova campagna “Krajewskij firma l’assegno!”?». L’armatore, con questa battuta, confessa l’ovvio: le catene di Sant’Antonio dei vip servono a fare pressione sulla Chiesa per ottenere i sospirati finanziamenti.
[…] L’8 febbraio arriva il momento di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo: «Mi ha chiamato Fazio dicendomi che domenica sera avrà ospite la Lamorgese» scrive don Mattia. Caccia non è sorpreso: «Lo so. La redazione mi ha chiesto una consulenza sulle domande da farle». Il prete informa i compagni di aver ricevuto a stessa proposta: «Ah ottimo. Lo ha chiesto anche a me. Allora ci tiene proprio. Se gli hai già risposto tu siamo a posto».
Replica di Caccia: «No, devo parlare domattina con il suo autore, Arnaldo Greco. Sentiamoci prima, così concordiamo su quali punti insistere». Don Mattia è soddisfatto delle loro cheerleader: «Comunque bene che Fazio e i suoi autori siano così schierati». È utile ricordarlo, con i soldi del servizio pubblico.
«È un’ottima cosa» chiosa. Il Viminale dà visibilità all’intervista sul proprio sito: «Immigrazione e sbarchi, sicurezza e percezione della sicurezza: il ministro Lamorgese ospite di Rai 2». Il brain storming equosolidale sembra dare qualche risultato. Fabio-Ambra quasi subito piazza una domanda che ha la risposta incorporata: «Secondo lei i decreti sicurezza (quelli che hanno bloccato la Mare Jonio, ndr) sono da modificare o da cancellare?».
Tertium non datur (ovvero il loro mantenimento). Fazio sfoglia gli appunti. E poi sornione chiede, riferendosi ai migranti recuperati da una Ong: «Quindi non le viene in mente di non farli sbarcare?». La Lamorgese accenna un sorrisino complice e risponde secca: «No».
In studio scatta la ola. Il presentatore cerca di mettere in difficoltà il ministro sulla conferma del «contestatissimo memorandum» degli accordi con la Libia preparato dal precedente governo giallo-verde.
E poi arriva la domanda delle domande, con la foto gigante del rimorchiatore di Casarini & C. sullo sfondo: «Martedì il tribunale di Palermo ha dissequestrato la Mare Jonio della Rete Mediterranea» esordisce Fazio. Ma già l’incipit contiene un falso: l’imbarcazione è di una compagnia commerciale privata, la Idra social shipping, che offre agli armatori servizi profumatamente pagati, compresa il prelievo dei migranti a bordo.
Per questo la banda è alla sbarra a Ragusa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Fazio prosegue: «Ora si spera di rimetterla in mare, però, le multe alle Ong rimangono e sono anche pesanti… a persone che hanno salvato altre persone. Qual è l’atteggiamento suo e del governo nei confronti delle Ong?». Il ministro cincischia un po’ e allora Fazio, in una versione quasi mai vista di intervistatore incalzante, cerca lo sconto per gli amichetti: «Le multe sono 300.000 euro…».
La Lamorgese concede: «Le modificheremo con i decreti sicurezza». Una promessa che probabilmente, sulla Mare Jonio, fa scattare i brindisi come a Capodanno. Il 10 aprile don Ferrari scrive: «Ragazzi, mi ha chiamato Fazio. Mi chiede di intervenire domenica sera alle 20. Presentazione del libro, coronavirus, migranti e Mediterranea. Domenica sentiamoci che dite quello che devo dire». Casarini si è appena scritto con il Papa e Caccia istruisce il cappellano: «Benissimo. Domani fagli avere anche tutti i materiali sullo scambio epistolare».
Quello tra Casarini e Papa Francesco, in quel momento ancora riservato. Don Mattia fa sapere che pure il cardinale Michael Czerny si è trasformato in portavoce: «Mi ha detto di far preparare a Mediterranea una bozza di comunicato stampa sulla lettera che verrà pubblicata da Avvenire. Dobbiamo mandargliela e Czerny la farà tradurre in altre lingue».
Il 13 aprile Fazio riceve una ricca rassegna stampa sulla questione e risponde a stretto giro con alcuni emoticon sorridenti e una frase da curato di campagna: «State facendo una grande grande cosa per tante persone sfortunate e così facendo state redimendo tanti di noi che per egoismo non vediamo o non vogliamo vedere… ti abbraccio».
[…] Fazio […] evidentemente viene considerato come un marinaio ad honorem della nave. Passano 20 minuti e Casarini scrive: «Fatto». E soggiunge: «Saviano mi ha scritto dicendo che da Fazio dirà sul blocco Civil fleet». Il giorno dopo Caccia è soddisfatto: «Per il pomeriggio che ne dite di recuperare i passaggi più significativi di Saviano e Scavo da Fazio ieri sera e rilanciarne via Fb un bel montaggio?».
Tutto rigorosamente sulla fiducia, come spiega lo stesso armatore: «Io non li ho visti, ma ho sentito giudizi positivi». L’8 novembre don Mattia assicura di aver riscritto al conduttore: «Dice di dirgli bene la situazione del blocco» racconta. E aggiunge: «C’è speranza che stasera ci citi». Quindi chiede all’amico Beppe Caccia di preparare «un messaggio da girargli». Il mozzo savonese Fazio, come sempre, è pronto a lucidare la tolda della Mare Jonio.