“FATTANZA” IN ABBONDANZA – L’INCHIESTA SUI FESTINI DI VILLA INFERNO CON DROGA E MINORENNI, PARLA LA 17ENNE: "ERO SCHIAVA DELLA COCA NON RIUSCIVO A DIRE NO" - NELLO SMARTPHONE DELLA RAGAZZA TROVATE CENTINAIA DI FOTO E MESSAGGI HARD: “CHI PORTA LA BAMBA STASERA?”, “VIENI IN TAXI? FAI UN POMPINO PURE AL TASSISTA” - C'È L'HOTEL DI LUSSO DOVE UNA SERA SI VA A "PIPPARE", LA CASA DELL'AVVOCATO CHE RICEVE LA POLVERE NELLA BUCA DELLE LETTERE – L’EX CANDIDATO DELLA LEGA AI DOMICILIARI: BUGIE, MI MASSACRANO PERCHE’ SONO UN EX DEL CARROCCIO
-Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
C'è un grappolo di case alla periferia di Bologna, dove i portici sono lontani e la città diventa campagna. Nelle sere d'inverno una mamma vedeva la figlia attraversare il giardino, uscire dal cancello, sparire nel nulla.
Per un giorno, due giorni, settimane. L'angoscia diventava paura per quei giri che lei non capiva, per quegli amici di cui forse orecchiava i nomi ma non le storie. Poi le denunce ai carabinieri, «non torna a casa da un mese», «è rientrata completamente fatta di coca» e quel giorno di marzo quando, dopo averle tolto il cellulare, la figlia ha perso la testa. Telefonate al 112, sirene, urla. Il ricovero in psichiatria.
Nello smartphone i periti della procura hanno trovato di tutto: centinaia di foto erotiche di uomini e donne scattate in diversi luoghi. E messaggi: «Oggi facciamo serata», «Chi porta la bamba stasera?», «Posso venire con un'amica?». «Vieni in taxi? Fai un p... pure al tassista». Questa storia parte da un giardino che una ragazza di 17 anni si lascia alle spalle quando nella sua vita entrano protagonisti e luoghi che la trascinano a fondo.
Sesso in cambio di coca è l'anima dell'inchiesta dei carabinieri, coordinati dal pm Stefano Dambruoso, che vede oggi tre persone arrestate e cinque indagate. E non c'è solo "Villa Inferno", la villetta sui colli tra Pianoro e Rastignano teatro di orge e "fattanze". C'è l'hotel di lusso dove una sera si va a "pippare", la casa dell'avvocato che riceve la polvere nella buca delle lettere, i bar delle zone "bene" dove, racconta la giovane, c'è sempre qualcuno che ha la roba buona. Luca Cavazza, ex candidato della Lega, è per i pm uno dei protagonisti.
La 17enne lo conosce al PalaDozza, tempio del basket cittadino. Lei è affascinata da quel capo ultrà che tifa Virtus e che il 12 ottobre 2019 le apre le porte di "Villa Inferno", l'abitazione dell'imprenditore (oggi in carcere) Davide Bacci. «Appena arrivati a casa di Bacci ho visto che c'erano una decina di persone tra ragazzi e ragazze che stavano pippando». Lei si apparta in una stanza con una donna, Bacci entra con gli amici «e ha cominciato a filmarci».
Video che verranno diffusi. Poi giù, nella sauna, «lì ricordo di aver avuto un rapporto sessuale con lui che non sono riuscita a negare anche perché ero in casa sua dove avevo assunto gratuitamente parecchia coca».
Cavazza, dice, «mi utilizzava per accedere a delle feste dove si sarebbe consumata coca, per assumerne lui gratuitamente e poi offrire me per attività sessuale di gruppo, io accettavo perché volevo la coca». È l'ultrà a presentarla a un avvocato, indagato, con cui «ho subito cominciato a uscire sia perché mi procurava della droga da consumare insieme sia perché mi trovavo bene a casa sua», sempre molto frequentata da quelli del giro della curva.
«Diceva di volermi bene», racconta ancora la giovane di uno degli indagati con cui era andata a letto. Le era stato presentato da una donna che da lui comprava la coca. Una sera la porta in un noto hotel del centro della città per una riga finché il portiere non invita tutti ad andarsene perché c'è una minore in camera. La festa continua in casa dell'uomo. Che a marzo 2020 diffonde le sue foto seminuda su un sito porno e durante un rapporto sessuale, ripreso in videochiamata, «aveva assunto atteggiamenti violenti».
La serata finisce con lividi, escoriazioni, graffi. In otto sono indagati a vario titolo per induzione alla prostituzione minorile e spaccio. «Sono stato massacrato perché sono un ex della Lega. Ma io non ho mai costretto nessuno a fare nulla, nessuna violenza fisica o psicologica, non ho mai promesso soldi o cocaina», ha confidato Cavazza al suo legale Massimiliano Bacillieri, che lo descrive come una persona distrutta, a pezzi, ma pronta a reagire per difendersi: «Bugie, sono bugie indimostrabili e chi le ha dette dovrà risponderne». Roberto D'Errico e Giovanni Voltarella sono i legali di Bacci, il proprietario della villa, che ieri è stato interrogato e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
«I processi si fanno nei luoghi opportuni che sono le aule di giustizia - dicono i difensori - Le incolpazioni sono serie e gravi ma occorre tenere presente che dentro un contesto di eventuale censura morale bisogna cogliere quanto c'è di giuridico o di antigiuridico». Aggiungono che il loro assistito, come gli altri, «possono non aver percepito la minore età, in una ragazza fisicamente strutturata e, vista la libertà con cui si muoveva, poteva forse apparire più emancipata della sua età effettiva». A chilometri di distanza da "Villa Inferno", in una casetta lontana dai portici, una madre che ha visto troppo, volta le spalle al cancello e torna in casa. Quello che aveva da dire lo ha raccontato ai carabinieri.