“LE FOTO DELLE CARTE D'IDENTITÀ SI INCOLLANO COL BIADESIVO” – PARLA VINCENZO PISCIOTTA, 70ENNE IMPIEGATO COMUNALE DI CAMPOBELLO DI MAZARA: ORA IN PENSIONE, È SUA LA FIRMA SUL DOCUMENTO DI MATTEO MESSINA DENARO – “IL TIMBRO A SECCO? SI PUÒ COMPRARE IN CARTOLERIA. IO CONOSCO TUTTI IN PAESE, ANCHE BONAFEDE. SE QUEL GIORNO MI FOSSE PASSATA SOTTO GLI OCCHI LA FOTO DI UN ALTRO ME NE SAREI ACCORTO. IO FIANCHEGGIATORE? NO, NON MI HANNO NEMMENO INTERROGATO…”

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Estratto dell'articolo di Fa. C. per il “Corriere della Sera”

vincenzo pisciotta 2

Vincenzo Pisciotta, 70 anni, impiegato comunale in pensione […]

Non è stato ancora interrogato?

«Si vede che non ne hanno bisogno».

 

La carta d'identità di Andrea Bonafede, però, è opera sua.

«Sì, nel 2016 ero io l'incaricato comunale dell'ufficio demografico».

 

È sicuro che davanti a lei quel giorno non ci fosse Matteo Messina Denaro?

«[…] a Campobello, dopo 40 anni di professione, ero come il pastore del gregge che conosce le sue pecore una ad una. Andrea Bonafede lo conosco bene, se quel giorno mi fosse passata sotto gli occhi la foto di un altro me ne sarei accorto… […] ».

documenti matteo messina denaro 1

 

E allora perché sulla carta d'identità di Bonafede c'è finita la foto del boss?

«Le foto delle carte d'identità s' incollano col biadesivo, ma con il calore la colla si scioglie e la foto viene via che è una bellezza. Così si leva e se ne mette un'altra».

 

Però poi ci vuole il timbro a secco

«Già, ma anche una timbratrice a secco si può comprare come il biadesivo in cartoleria, io lo so perché ricordo che quando in ufficio si ruppe la macchinetta ordinai di comprarne un'altra che avesse la scritta "Comune di Campobello di Mazara" stampata sul timbro. Una persona con i giusti canali può avere quello che vuole».

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Quindi, Bonafede ha messo a disposizione successivamente la sua carta d'identità?

«Credo di sì, di sicuro quella che gli ho rilasciato io con la mia firma era regolare. E sopra c'era la sua foto. Comunque basta andare a vedere negli archivi del Comune e della Prefettura di Trapani. Oltre alla carta emessa, infatti, la procedura vuole che se ne facciano altre due copie che restano lì. Se i carabinieri non mi hanno ancora chiamato, penso che le abbiano già trovate».

 

Insomma, non teme di finire indagato anche lei.

«No, perché? Sono tranquillissimo. È vero che Pisciotta è pure il cognome di un boss di Castelvetrano, ma non siamo parenti» .

 

Però Messina Denaro qui a Campobello ha avuto parecchi fiancheggiatori.

«Non sono tra questi. E credo che se la gente in giro l'avesse davvero riconosciuto, l'avrebbe denunciato. Magari con una lettera anonima. Campobello non è omertosa, parla a modo suo».

andrea bonafede
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andrea bonafede
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