“È FUORI DUBBIO CHE DENIS BERGAMINI SIA STATO BARBARAMENTE UCCISO” – SI È CONCLUSA LA TERZA UDIENZA DOPO LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PER LA MORTE DELL’EX CALCIATORE DEL COSENZA IL 18 NOVEMBRE 1989, DOPO GLI ESAMI SUL CORPO RIESUMATO - ORA SI SEGUE LA PISTA DEL DELITTO PASSIONALE: LA CAUSA DEL DECESSO SAREBBE “ASFISSIA MECCANICA PROBABILMENTE CON UN SACCHETTO INTORNO ALLA TESTA"
-Margherita Montanari per corrieredibologna.corriere.it
Non per schiacciamento, non per trascinamento, ma per soffocamento è morto Donato Denis Bergamini. Secondo quanto riportato nella terza udienza del processo dagli ispettori di polizia giudiziaria, l’ex calciatore del Cosenza, il 18 novembre 1989, è stato soffocato con un sacchetto di plastica messo in testa e poi trasportato oltre il perimetro della piazzola di sosta, sulla Statale 106, in posizione supina.
Lì, un camion l’ha “parzialmente sormontato”, non investito. «È fuori dubbio, dall’esito delle prime tre udienze, che Denis Bergamini è stato barbaramente ucciso», le parole dell’avvocato Fabio Anselmo, che ha seguito la famiglia del giocatore di Argenta in questi anni.
Terza udienza
Con l’udienza del 30 novembre presso la Corte di Assise di Cosenza, può dirsi concluso l’esame del pubblico ministero Luca Primicerio, della procura di Castrovillari, nei confronti dei due teste di polizia giudiziaria - l’ispettrice capo di polizia Ornella Quintieri e il collega Pasquale Pugliese -, chiamati a deporre nel corso del procedimento che vede come imputata Isabella Internò.
Un’indagine riaperta in seguito agli esiti degli esami medici condotti sul corpo riesumato del calciatore e che ora segue la pista del delitto passionale. A 32 anni di distanza dai fatti, l’ex fidanzata del centrocampista, è accusata di omicidio volontario. Il corposo lavoro d’indagine sulla morte del calciatore è confluito nelle prime due udienze .
L’ispettrice di polizia giudiziaria Ornella Quintieri ha parlato della “gelosia ossessiva” di Internò, dei suoi piani di sposare il giocatore di Argenta, non corrisposti, e ha ricostruito le ultime ore di vita del giocatore. Bergamini viene descritto come un 27enne “a cui piace vivere”, desideroso in futuro “di giocare in serie A”, come dichiarato da lui stesso in un’intervista del a una tv locale, poco prima di morire.
Elementi che stridono con l’ipotesi che potesse pensare al suicidio, come sempre sostenuto dall’ex fidanzata. A quanto disse Internò, Denis si sarebbe tuffato sotto un camion di passaggio sulla statale 106.
Soffocato con un sacchetto
Un dettaglio smentito dagli elementi presentati nella terza udienza. “Un’udienza di formidabile efficacia dal punto di vista ricostruttivo e probatorio di tutta la vicenda di Denis Bergamini - il commento di Anselmo, legale della famiglia Bergamini - Questi, uniti alle informazioni medicolegali, non danno spazio a nessuna versione alternativa. È emerso chiaramente che Denis Bergamini è stato ucciso. Se la responsabilità sia dell’imputata, questo lo chiariremo nella dialettica processuale”.
La perizia del medico, nel 2017, “riscontrò una lesione addominale sul lato sinistro del corpo e nessun segno di trascinamento”. La causa della morte? Un “enfisema acuto, un decesso sopraggiunto per asfissia meccanica probabilmente cagionata con un sacchetto posto intorno al capo di Bergamini”.
Insomma, “quel corpo parla, anche a distanza di anni”, come riferito in una conversazione telefonica intercettata tra una consulente della difesa e Luciano Conte, compagno di Isabella Internò. Parla e racconta di un delitto, come sempre sostenuto dalla famiglia di Denis, e in particolare dalla sorella Donata.
Il filmato Rai, i testimoni, la mercedes nera
Una marea di dettagli, voci di testimoni, video sono confluiti nel lavoro della pg. C’è anche un filmato della Rai, ripreso all’indomani della morte. «La visione del filmato grezzo della Rai ha dato contezza visiva dell’impossibilità fisica della ricostruzione operata dai primi pm seguendo la ricostruzione Internò-Pisano (il conducente del camion)», ha aggiunto Anselmo.
A questo dettaglio, si sommano i racconti di chi si è trovavo suo malgrado sul posto della tragedia, nei pressi di Roseto di Capo Spulico.
«Era presente un altro camionista che seguiva il mezzo condotto da Raffaele Pisano, un certo Francesco Forte - ha detto in aula l’ispettrice Quintieri – Pisano dice a Forte di non aver visto il giovane, che si trovava già per terra, ma Forte non gli crede, perché riscontra segni di urto nel mezzo. Nota poi nella piazzola una Mercedes nera parcheggiata, con due uomini fuori e una ragazza in lacrime, disperata. Poco dopo, la macchina è partita in direzione Cosenza».
Potrebbe trattarsi dei complici di Internò, personaggi che potrebbero diventare la chiave di volta dell’indagine, ma mai rintracciati.
«Ti lascio il mio cuore ma non il mio corpo»
Altro testimone, un automobilista, Mario Panunzio, «fermato dalla Internò, che chiese un passaggio per poter telefonare perché il fidanzato si era suicidato». In un bar poco distante, la giovane chiamò due volte Luigi Simoni, allenatore del Cosenza, e una Ciccio Marino, compagno di squadra di Denis, per comunicare loro la morte di Bergamini.
Raccontò che «Denis voleva smettere con il calcio e andare all’estero» e per questo «si è buttato sotto il camion». Una notizia che lasciò increduli tutti, anche Simoni, che «all’inizio pensava ad uno scherzo, visto che Isabella non stava più con Denis». Ma la giovane insistette su quella versione. «Mi disse ti lascio il mio cuore ma non il mio corpo», la frase che riportò al ds del Cosenza, Roberto Ranzani.