“HA RAGIONE GRETA BECCAGLIA, MA SE UNA DONNA SCULETTA…” - L’EX SINDACO SCERIFFO DI TREVISO GIANCARLO GENTILINI, LEGHISTA DELLA PRIMA ORA: “CENSURO COMPLETAMENTE QUANTO ACCADUTO ALLA GIORNALISTA FUORI DALLO STADIO. SE QUESTE COSE SONO ACCETTATE DALLA DONNA, PERÒ, È UN ALTRO CASO. SE LA DONNA ATTIRA LA VOGLIA E LA CARICA DEL MASCHIO, ALLORA SIAMO FUORI DAL TEMA" - IL PRECEDENTE DELLA PACCA SUL CULO A UNA DONNA A TREVISO: "NON MI RICORDO DI AVER DETTO CHE NON È UN ATTO DI VIOLENZA"
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"Io censuro completamente quanto accaduto alla giornalista fuori dallo stadio, quella ragazza ha ragione". Giancarlo Gentilini, già sindaco 'sceriffo' di Treviso, intervistato dall'AdnKronos non esita a mettersi dalla parte di Greta Beccaglia, la giornalista sportiva finita al centro della cronaca di queste ore per le molestie sessuali subite, mentre era nel corso di una diretta televisiva, al termine di un match di serie A di calcio.
"Io - ricorda Gentilini - ho fatto il legale per 40 anni e per 10 il sindaco, non mi sono mai permesso di toccare a nessuno neanche un capello, io credo che al lavoro non siano permessi gesti di questo tipo, che sono contrari al mio vangelo che è 'Dio, patria e famiglia'".
Nel 2012, a marzo, da vicesindaco a Treviso, Gentilini però si era attirato le ire delle femministe per aver minimizzato su un episodio analogo, quando una donna, nei pressi della stazione ferroviaria, era stata fatta oggetto di un gesto simile a quello subito dalla giornalista Beccaglia: "Non mi ricordo di aver detto che una semplice pacca sul sedere non è un atto di violenza sessuale", dice oggi Gentilini.
Poi si spiega, facendo i suoi distinguo: "Se queste cose sono accettate dalla donna - aggiunge - allora, però, è un'altra cosa. Io voglio dire che se una donna sculetta davanti, e attira la voglia e la carica del maschio, allora siamo fuori dal tema" della violenza sessuale. "Se il gesto scurrile - precisa ancora l'ex leghista - viene fatto in altre situazioni, come nel caso di Empoli, è da censurare, non confondiamo ebrei e samaritani, dicevano i miei nonni".
Poi dice la sua sul tema del covid. Spiegando di essere per il vaccino obbligatorio, non senza ricordare che anche il saluto romano avrebbe potuto dare una mano a fermare i contagi. "E' difficile obbligare gli italiani a vaccinarsi? Io - risponde - saprei come fare, come quando a Treviso ho messo la tassa sul celibato, chi non si sposava pagava una tassa". "Ecco - sottolinea - io farei pagare una multa da mille euro l'anno a chi non si vaccina contro il covid, così risaniamo pure le finanze italiane, perché quello di toccare il portafogli è l'unico argomento che può convincere chi non si vuole fare il siero".
"Mussolini - ricorda - aveva poi scelto un saluto del passato, che non portava contagi, e forse, tanti contagi - dice ancora, riferendosi all'attualità del covid - sarebbero stati pure evitati se ci fosse ancora stato quel modo di salutarsi. Altro che i saluti della Roma attuale...".