“HO PAURA DELLA VERITÀ” - LA TRAGEDIA DI NICO, 28 ANNI, UNO DEI PASSEGGERI DEL BUS PRECIPITATO A MESTRE: LA MOGLIE E' IN COMA FARMACOLOGICO, LA FIGLIA DI 17 MESI E' MORTA NELLO SCHIANTO - “L’HO PRESA IN BRACCIO DUE GIORNI FA, MA PURTROPPO NON PUÒ TORNARE COME ME. DELL'INCIDENTE NON RICORDO NULLA. È TUTTO CONFUSO. GIUSTIZIA? TEMO DI SCOPRIRE CHE TUTTO QUESTO DOLORE, I MORTI, I FERITI, SONO STATI CAUSA DA QUALCOSA DI POCO IMPORTANTE...”

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Estratto dell’articolo di Andrea Priante per il “Corriere della Sera”

 

Come sta?

nico con la moglie annabel e la figlia morta nello schianto del bus a mestre

«Miglioro. Sento di avere avuto un angelo custode che mi ha salvato la vita».

 

Un angelo?

«Sì, un angelo. Perché è un miracolo, se ora sto parlando con lei. Ho questa ferita alla testa, molte botte e mi fa male il braccio destro. Ma almeno io sono qui…».

 

Quando esce dall'ospedale dell'Angelo di Mestre, Nico V è seduto su una sedia a rotelle «scortato» dai familiari, dal console onorario tedesca Paola Nardini e dall'avvocato Silvia Trevisan, che affianca lo studio legale Cba al quale si è affidato per seguire l'evolversi delle indagini sulla strage di Mestre. Questo 28enne tecnico tedesco è il primo tra i 15 sopravvissuti all'autobus precipitato martedì dal cavalcavia a venire dimesso. [...]

LA DINAMICA DELL INCIDENTE DI MESTRE

 

Quella di Nico è una delle famiglie spezzate quella sera: la sua compagna Annabel, 27 anni, è in coma farmacologico, ricoperta nel reparto di terapia intensiva; mentre la loro bambina di 17 mesi, Charlotte, è morta nello schianto. Due giorni fa questo giovane papà è sceso all'obitorio dell'ospedale e l'ha presa in braccio. «L'ho salutata — racconta — ma purtroppo non può ritornare con me, oggi: ancora non so quando concluderanno le pratiche per riportare a casa la sua salma. Intanto i medici italiani stanno decidendo quando sarà possibile trasferire la mia compagna in un ospedale tedesco».

 

IL BUS DI MESTRE ACCARTOCCIATO DOPO LA CADUTA

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Se la sente di raccontare cos'è successo?

«Io e la mia famiglia eravamo venuti in Italia per una breve vacanza, quattro giorni in tutto. Il nostro soggiorno si doveva concludere proprio martedì, e quindi avevamo trascorso il pomeriggio a Venezia prima di tornare all'alloggio».

 

Il bus che riportava gli ospiti al camping «Hu» di Marghera è partito dal Tronchetto, dopo le 19...

pullman caduto dal cavalcavia a mestre

«In realtà ricordo poco del viaggio. Siamo saliti sul bus e ci siamo sistemati sui sedili.

La mia compagna era di fronte, con il volto rivolto verso di me. E tenevo Carlotta in braccio».

 

Ricorda il momento dell'incidente?

«Quasi nulla. Ogni tanto mi compaiono nella mente delle immagini, vedo delle persone, e ricordo l'interno del bus ma non so dire se fosse già precipitato o no… È ancora tutto confuso. Quel che so per certo è che ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti ero nel letto dell'ospedale».

 

INCIDENTE BUS A MESTRE - UN UOMO ESTRAE LA FIGLIA DAL FINESTRINO

La Procura di Venezia ha aperto un'inchiesta per capire le cause del disastro. Cosa si aspetta?

«Che sia fatta giustizia? Che si chiarisca il perché di questa tragedia? Non lo so, la verità è che mi fa un po' paura il pensiero di avere delle risposte. Da un lato vorrei sapere ogni dettaglio. Ma dall'altro temo di scoprire che tutto questo dolore, i morti, i feriti, sono stati causa da qualcosa di poco importante, da un fattore che si poteva tranquillamente evitare. Questo no: non potrei accettarlo».

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