“IO, VIOLENTATA PER MEZZ'ORA, VOLEVO SOLO CHE FINISSERO” - IL DRAMMATICO RACCONTO DELLA 19ENNE STUPRATA IN SPIAGGIA AL CIRCEO DA 2 AMICI: “ALLA FINE MI HANNO DETTO. 'NON PIANGERE VEDRAI CHE QUALCUNO MENO STRONZO DI NOI CON CUI STARE LO TROVI” - PER GLI INQUIRENTI LA VITTIMA SAREBBE FINITA IN "UNA TRAPPOLA. UNA VIOLENZA SESSUALE PREMEDITATA”
Flaminia Savelli per il Messaggero
«Stavamo camminando sulla spiaggia e mi hanno offerto del vino bianco che ho rifiutato.
Sembrava tutto tranquillo ma non appena siamo rimasti soli ero in trappola: mi hanno steso sulla sabbia, hanno iniziato a palpeggiarmi e a turno mi hanno violentata».
È questo uno dei drammatici passaggi su cui gli investigatori si stanno concentrando per ricostruire la violenza sessuale di gruppo che si è consumata la notte di Ferragosto sulla spiaggia libera del Circeo, il comune del litorale in provincia di Latina.
La vittima, 19anni, residente a Casal de' Pazzi, una volta rientrata a Roma ha trovato il coraggio di denunciare. Tre giorni dopo quella terribile notte si è fatta accompagnare al commissariato di zona, a San Basilio. Rilasciando una lunga e dettagliata testimonianza ora nel fascicolo di inchiesta della procura di Latina.
Il sostituto procuratore, Martina Taglione, da venerdì ha indagato a piede libero con l' accusa di violenza sessuale, i suoi aggressori: due amici 24enni, neolaureati e residenti a Spinaceto.
Secondo gli investigatori la vittima sarebbe finita in una trappola. Una violenza sessuale premeditata con un piano ben organizzato. Come ha raccontato: durante il falò insieme ad alcuni ragazzi aveva deciso di fare una passeggiata. Al gruppo si sarebbero subito accodati i due che, con la scusa di dividersi una bottiglia di vino bianco e facendo leva sull' attrazione che la vittima aveva dimostrato nei confronti di uno di loro, l' avrebbero isolata dal resto della compagnia.
«Poco prima stavo ridendo e scherzando con tutti e due. Poi senza dire nulla, come se fossero già d' accordo, mi hanno aggredita», ha spiegato agli investigatori. La giovane che è stata brutalizzata per mezz' ora ha inoltre più volte sottolineato: «Non ho gridato. Ero spaventata e sconvolta, era come se non fossi più lì. Volevo solo che finissero».
Li avrebbe poi implorati di aiutarla e di riaccompagnarla dagli altri. I due invece hanno infierito con un' altra umiliazione: «Non piangere le hanno risposto - vedrai che qualcuno meno str di noi con cui stare lo trovi». Intanto in procura - a Latina - sono stati chiamati e interrogati gli amici che hanno partecipato alla festa.
Tutti diventati testimoni: «Stiamo vagliando numerose testimonianze», conferma il procuratore capo, Giuseppe De Falco. Gli inquirenti stanno incrociando le diverse testimonianze anche per escludere che qualcuno possa aver visto qualcosa di determinante ma che stia tacendo, forse per paura.
Nel fascicolo d' inchiesta sono stati depositati pure i referti medici. La ragazza poche ore dopo essere stata violentata è stata al pronto soccorso dell' ospedale San Giovanni di Dio di Fondi. Ai medici ha riferito di accusare dolori pelvici ma ha taciuto, perché ancora sconvolta per quanto accaduto. Rientrata nella Capitale, si è sottoposta a una seconda visita al policlinico Casilino.
I referti medici e le testimonianze del personale che l' ha assistita sarà un ulteriore tassello per ricostruire il quadro di quella drammatica notte.
Infine gli agenti della squadra Mobile sono stati incaricati di procedere con ulteriori accertamenti sulla spiaggia dove si è consumata l' aggressione e sui cellulari del gruppo di ragazzi presente alla festa.