“MA BASTA CON 'STA PAGLIACCIATA” – AL PROCESSO PER L’OMICIDIO LUCA SACCHI VOLANO GLI STRACCI TRA GLI IMPUTATI - DURANTE IL FACCIA A FACCIA ALL'AMERICANA LE URLA DI VALERIO DEL GROSSO, ACCUSATO DI AVER PREMUTO IL GRILLETTO, CONTRO MARCELLO DE PROPRIS (CHE GLI AVREBBE FORNITO L’ARMA) - PESANO, PERÒ, AI FINI DELLA CONDANNA LE INTERCETTAZIONI SU DEL GROSSO IL QUALE RITIENE CHE DE PROPRIS FOSSE A CONOSCENZA DEL PROGETTO DI…
-Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"
«Ma finiscila con questa pagliacciata» ha urlato, alla fine, Valerio Del Grosso a Marcello De Propris nell'ultima udienza del processo, durante un faccia a faccia all'americana nell'aula bunker di Rebibbia. Sono entrambi imputati, con accuse differenti, per la morte di Luca Sacchi, il 25enne personal trainer assassinato con un colpo di pistola nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019, fuori da un pub nella zona di Colli Albani dopo una trattativa sull'acquisto di una partita di marijuana che si era trasformata in una rapina e poi in un omicidio.
IL CASO Del Grosso avrebbe premuto il grilletto mentre De Propris gli avrebbe fornito l'arma. Tra i due, però, i racconti divergono su tutto quello che è accaduto prima dell'omicidio. La pianificazione della rapina, se l'arma fosse carica o meno. Non si tratta di dettagli. Perché la verifica di questi aspetti potrebbe alleggerire, in parte, la responsabilità di chi ha sparato o al contrario aggravare quella di chi ha consegnato la pistola. Del Grosso ritiene che De Propris fosse a conoscenza del progetto di rubare i soldi a Sacchi e ai suoi amici senza consegnare la partita di droga.
Per questo De Propris gli avrebbe consegnato la pistola carica. Al contrario l'amico nega, con l'obiettivo di allontanare da sé ogni tipo di coinvolgimento nell'uccisione del 25enne personal trainer. Ad ogni modo ieri, fra i due, si è ripetuto lo stesso copione, lo stesso scambio di accuse. Così come era accaduto in un'altra udienza in cui Del Grosso aveva sostenuto che «la pistola era carica io non sapevo manco dove potevo prendere i proiettili. Sapeva che mi serviva per fare una rapina».
Gli altri imputati al processo, iniziato dopo le indagini del pubblico ministero Giulia Guccione, sono Paolo Pirino, che accompagnava Del Grosso nell'agguato e la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, parte lesa nel procedimento perché vittima della rapina dello zainetto in cui sarebbero stati conservati i settantamila euro per comprare 15 chili di marijuana e per questo anche coinvolta nella seconda tranche dell'inchiesta, per la violazione della legge sugli stupefacenti. Imputato anche il padre di De Propris, Armando, accusato della detenzione della pistola.
LE INTERCETTAZIONI Pesano, però, ai fini della condanna le intercettazioni su Del Grosso. Il 6 novembre 2019 il ragazzo, in una saletta con un altro detenuto che gli aveva chiesto: «Gli hai sparato?» aveva risposto di aver visto Sacchi «cascare per terra». E poi aveva aggiunto che lui aveva «sparato solo per spaventarli. Per fargli sentire la botta». Tuttavia l'altro detenuto gli aveva contestato che «per spaventarli potevi anche sparare per aria»; e Del Grosso aveva replicato così:
«Per carità di Dio. Però lì per lì s' è accasciato per terra. Manco ho capito dove l'ho preso. Il giorno dopo sul telefono ho letto». Adesso il processo è alle battute finali. Alla prossima udienza, fissata per l'11 di febbraio, ci sarà la requisitoria del sostituto procuratore Guccione. Poi sarà la volta delle difese.