“MAGARI I CITTADINI QUALCHE VOLTA HANNO PURE RAGIONE DI INCAZZARSI E ANDARE IN PIAZZA” - IL DIRETTORE DI “QN” MICHELE BRAMBILLA COMMENTA LA “PICCOLA STORIA IGNOBILE” DEL PENSIONATO DI ROMA CHE NON PUÒ RIENTRARE A CASA SUA PERCHÉ È STATA OCCUPATA: “RACCONTA TANTO DI COME FUNZIONA LA GIUSTIZIA IN ITALIA: DEI SUOI TEMPI BIBLICI, DELLE SUE PROCEDURE CERVELLOTICHE, DELLE SUE PASTOIE BUROCRATICHE CONCEPITE E TENUTE IN VITA SOLO PER SODDISFARE LE ESIGENZE DEGLI AZZECCAGARBUGLI…”
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Michele Brambilla per “QN - Quotidiano Nazionale”
La storia che state per leggere è incredibile. Ma è vera. Il 14 ottobre scorso a Roma, quartiere don Bosco, un uomo di 86 anni - celibe, senza figli, vive da solo - è uscito di casa per andare a fare alcuni esami medici.
Quando è tornato ha provato a infilare la chiave nella serratura, ma si è reso conto che non girava. Ha pensato di essere sopra pensiero e di aver sbagliato piano, così ha guardato il nome sul campanello: in effetti non era il suo, c'era il nome di una donna. Eppure, l'appartamento era proprio il suo.
Mentre era fuori casa, una donna gli aveva cambiato la serratura e si era piazzata lì, in casa sua, insieme con la figlia e un cane.
Pazzesco. Ma molto meno pazzesco di quello che sarebbe accaduto poco dopo, e che purtroppo accade ancora. Infatti. Sentitosi dire dalla donna «qui ora ci abito io, faccia quello che vuole», l'uomo ha chiamato i carabinieri per ottenere un'elementare e immediata giustizia. Ma i carabinieri gli hanno risposto che, non essendoci un furto in corso, non potevano procedere a uno sfratto forzato.
«Con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti - ha raccontato il malcapitato - i militari mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro senza che io potessi fare nulla».
E tutto questo perché la legge, che diamine, ha un suo iter da rispettare: l'occupazione abusiva prevede solo una denuncia a piede libero e per sfrattare la donna occorre l'ordine di un giudice. Così, da più di due settimane in quella casa ci sta l'usurpatrice (una rom, a quanto pare) fra arredi, quadri ed elettrodomestici di un anziano costretto a vivere dal fratello che l'ha ospitato. Ma la barzelletta non è finita.
Ieri le autorità competenti hanno fatto sapere, tramite un'agenzia di stampa, che l'occupazione «avrebbe le ore contate» in quanto «sarebbero già in atto contatti tra la Prefettura e la Procura per individuare soluzioni che possano portare a un intervento rapido ed efficace per restituire così l'appartamento al proprietario». Rapido????? Ma se è dal 14 ottobre che il poveraccio è fuori casa!
È una piccola storia ignobile, come cantava Guccini, ma racconta tanto di come funziona la giustizia in Italia: dei suoi tempi biblici, delle sue procedure cervellotiche, delle sue pastoie burocratiche concepite e tenute in vita solo per soddisfare le esigenze degli azzeccagarbugli, non certo quelle dei cittadini, che poi magari qualche volta hanno pure ragione di incazzarsi e di andare in piazza.