“MI CHIEDEVA SEMPRE PIÙ SOLDI E IO PAGAVO. AVEVO PERSO LA TESTA IN QUINDICI GIORNI” – IL RACCONTO DI UNA DELLE 31 VITTIME DI LARRY BROOKS, IL FINTO UFFICIALE AMERICANO CHE AGGANCIAVA LE DONNE SU FACEBOOK, LE LUSINGAVA, LE FACEVA INNAMORAVA E SPILLAVA LORO SOLDI – “CI SCRIVEVAMO ANCHE PER QUATTRO ORE AL GIORNO. MI DICEVA CHE ERA INNAMORATO DI ME. VOLEVA SPOSARMI. LA PRIMA VOLTA MI HA CHIESTO 600 EURO PER LA RETTA DEL COLLEGE DEL FIGLIO. MI HA INFASTIDITO QUANDO ME NE HA CHIESTI 20MILA PER…”
Estratto dell'articolo di Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera"
La chiameremo Teresa. È l’unica vittima del generale Larry Brooks che accetta di raccontare la sua storia. «Perché ho un caratteraccio — spiega —, questo mi ha salvato. Tante altre cadute nella stessa trappola sono finite dallo psicologo». Quasi 70 anni, residente in provincia di Roma. Per 6 mesi, come è successo ad almeno altre 31 vittime, è rimasta in balìa del finto ufficiale dell’esercito americano prima di svegliarsi da un sogno rosa e scoprire che era solo un fake spillasoldi.
Partiamo dall’inizio: come l’ha conosciuto?
«Io navigo spesso su Facebook. Lo faccio tuttora. Un pomeriggio di settembre 2020 ero in casa con un paio di amiche davanti al computer e ho ricevuto una richiesta di contatto da un uomo di bell’aspetto. Mi sono detta: perché no? E così ho accettato. Di solito sono molto restia, ma aveva la faccia simpatica...».
E poi?
«Abbiamo chattato per qualche giorno, sempre con il traduttore automatico. Mi diceva che era un militare di stanza in Siria, che era solo, vedovo, con due figli, ma uno era morto e l’altro studiava in un college. Ci scrivevamo anche per 4 ore di seguito. È stata una storia molto coinvolgente: in 15 giorni ho perso la testa. Sapeva come colpirmi. Mi diceva che era innamorato di me. Insomma a un certo punto mi ha proposto di continuare via mail. E il suo profilo Facebook è sparito».
La prima volta come le ha chiesto i soldi?
«Mi ha detto che non riusciva a pagare la retta del college, circa 600 euro. Ho pensato: “Ma come? È un ufficiale e non se lo può permettere?”. Gliel’ho accennato, mi ha risposto che aveva avuto una vita difficile, che aveva vissuto in un orfanotrofio. Risposte vaghe, ma ero accecata dall’amore. Ho pagato e basta, anche altre volte, con versamenti su PostePay».
Non si è mai insospettita?
«Tante volte, ma che vuole: era bello. Ogni mattina mi mandava il buongiorno, ogni sera la buonanotte. Voleva sposarmi […] Ero molto presa. Certo, qualcosa mi infastidiva e anche parecchio».
Cosa?
«Un giorno mi ha proposto di pagare 20mila euro per un volo privato dalla Siria perché, secondo lui, con la guerra in atto quelli militari non potevano decollare. Gli ho detto che quei soldi mi servivano per altri scopi. Fatto sta che entro pochi giorni ho ricevuto prima le mail del figlio che nemmeno conoscevo e già mi chiamava mamma, e del suo avvocato che continuava a insistere sulla storia dell’aereo da pagare».
[…]
Ma era un fake.
«Mica me ne sono accorta da sola. Me l’ha detto un’amica, abbiamo chiamato insieme la polizia. […]».