“MI HA RINNEGATO PER UN OSCAR” – NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA WOODY ALLEN SPARA A ZERO SU TIMOTHÉE CHALAMET, TRA I PROTAGONISTI DEL SUO FILM “UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK”: “TIMOTHÉE HA DICHIARATO DI ESSERSI PENTITO DI AVER LAVORATO CON ME E CHE AVREBBE DONATO IL SUO CACHET IN BENEFICENZA. IL SUO AGENTE ERA CONVINTO CHE AVREBBE AVUTO MAGGIORI CHANCE DI VINCERE L’OSCAR CON “CHIAMAMI COL TUO NOME” SE MI AVESSE DENUNCIATO PUBBLICAMENTE E…” - VIDEO
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Marita Toniolo per "www.bestmovie.it"
Woody Allen accusa Timothée Chalamet nella sua autobiografia. Come già vi avevamo informati, è disponibile dal 23 marzo in versione e-book A proposito di niente, il libro firmato dal regista newyorchese e pubblicato da La nave di Teseo, che sarà disponibile in versione cartacea dal 9 aprile, e la cui vendita è stata bloccata dal gruppo Hachette negli States e in altri paesi.
Tanti gli aneddoti sulla vita professionale e privata contenuti nel memoir, ma il libro è anche – com’era prevedibile – un’occasione per il celebre regista per poter diffondere la sua versione dei fatti sui presunti abusi alla figlia Dylan Farrow (per i quali si è sempre dichiarato innocente e per i quali ha subito un processo ed è stato assolto), che tanti guai gli hanno causato, soprattutto di recente con l’esplosione del movimento #metoo, a partire dall’ostracismo che sta subendo in patria fino alla causa legale con Amazon Prime.
Ha attirato particolarmente l’attenzione il paragrafo dedicato agli attori che lo hanno rinnegato e, in particolar modo, quello dedicato a Timothée Chalamet, che se si rivelasse vero sarebbe davvero una brutta macchia per la reputazione del giovane attore.
Allen nel libro dice, infatti, a proposito del giovane protagonista di Un giorno di pioggia a New York: “Tutti e tre i protagonisti di Un giorno di pioggia a New York sono stati eccellenti ed è stato un vero piacere lavorare con loro.
Timothée ha poi dichiarato pubblicamente di essersi pentito di aver lavorato con me e che avrebbe donato il suo cachet in beneficenza, ma ha giurato a mia sorella che avrebbe potuto essere nominato agli Oscar per Chiamami col tuo nome e che il suo agente era convinto che avrebbe avuto maggiori chance di vincere se mi avesse denunciato pubblicamente, e quindi l’ha fatto. A ogni modo non rimpiango di aver lavorato con lui“.
Quanto agli altri artisti che lo hanno rinnegato, come Greta Gerwig, Rebecca Hall, Mira Sorvino, Michael Caine e Colin Firth, ecco cosa ha scritto Allen: “Questi attori e attrici non hanno mai controllato i dettagli del caso (altrimenti non avrebbero tratto delle conclusioni con tanta certezza), ma ciò non gli ha impedito di parlare pubblicamente con tenace determinazione“.
Nel caso di Chalamet la versione di Allen non gli farebbe certo onore. Un conto è rinnegare la partecipazione a un film o criticare un regista con cui si è lavorato per forti convincimenti personali, un altro per bieche ragioni utilitaristiche.