“MI RICORDO IL DOLORE E IL SANGUE SULLE LENZUOLA” – IL RACCONTO CHOC “A NON È L’ARENA” DI AURELIA BAGNAI, UNA DELLE RAGAZZE CHE HA DENUNCIATO ALBERTO GENOVESE SPEDENDOLO IN CARCERE PER LE VIOLENZE SUBITE A TERRAZZA SENTIMENTO: “DOPO CHE HO BEVUTO DA QUELLA BOTTIGLIA NON RICORDO PIÙ NULLA. ERO COMPLETAMENTE ALTERATA. HO DEI FLASH MOLTO BREVI. MI RICORDO DI AVER SUPPLICATO PIÙ VOLTE E IL DOLORE DELLE MANETTE, ERANO MOLTO STRETTE. NON SO COME SONO FINITA IN QUELLA STANZA E…” - VIDEO

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Davide Giancristoforo Alberti per www.ilsussidiario.net

 

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Aurelia Bagnai, la ragazza che ha denunciato l’imprenditore Alberto Genovese, scoperchiando di fatto un terribile vaso di Pandora, è stata ospite ieri sera negli studi del programma di Non è l’Arena su La7, talk condotto da Massimo Giletti. Aurelia ricorda i tragici momenti della violenza così: “Ero completamente alterata, ancora oggi non è un ricordo a parte il letto, dei flash molto brevi, scollegati, sconnessi, senza senso logico, ero completamente allucinata.

 

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Il flash che mi è tornato? Ho qualche ricordo del dolore che provavo, mi ricordo del dolore delle manette, erano molto strette, mi ricordo di aver supplicato più volte, e poi ho il flashback molto forte del sangue sulle lenzuola”.

 

Giletti le chiede quindi come ha trovato la forza di andare in tv: “Ci ho riflettuto molto – ha spiegato Aurelia Bagnai – io non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere e non devo aver paura di parlare di questa cosa e di raccontare la verità”. Quindi di nuovo su quella tragica sera: “Quella sera sono arrivato lì da sola con una mia amica, non conoscevo nessuno. Come sono entrato in quella stanza? Io non mi ricordo come sono entrata. Da dopo che ho bevuto da quella bottiglia non ricordo più nulla. – ha aggiunto – prima non avevo mai vissuto il lato brutto delle droghe. Mi era sempre capitato di viverla in contesti di divertimento, in cui stavo bene, però la droga non è solo quello, è anche altro”.

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Sulla condanna ad Alberto Genovese da 8 anni e 4 mesi, la ragazza spiega: “Non sono nessuno per dire se sia sufficiente o meno, è la legge che decide, ma per me il fatto che lui sia stato condannato è una grandissima vittoria perchè non è una cosa così scontata, ci sono donne violentate che non hanno la fortuna di vedere il proprio aggressore in carcere e io ho avuto la fortuna di vederlo arrestato anche solo dopo un mese dalla mia denuncia, non è così scontato e mi sento molto fortunata”.

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E ancora: “L’insegnamento, la cosa più grande e positiva che sono riuscita a tirare fuori da questa storia è stato mettere fine un circolo vizioso messo in atto da quest’uomo, che continuava ad andare avanti e a cui nessuno aveva mai messo fine, quindi averlo messo in carcere è sicuramente la cosa più bella”. Aurelia ha spiegato di aver rifiutato 130mila euro da Alberto Genovese per uno sconto di pena.

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