“5 MILIONI DA BERLUSCONI? MAI AVUTI” - KARIMA EL MAHROUG, IN ARTE RUBY, VUOTA IL SACCO: “IMANE FADIL, LA TESTE DELL'ACCUSA MORTA NEL 2019? MAI CONOSCIUTA. QUANDO È COMINCIATO IL MARASMA A TRATTI HO TEMUTO PER LA MIA INCOLUMITÀ. SONO STATA ANCHE PEDINATA, VAI A SAPERE DA CHI” - LE ALTRE RAGAZZE INVITATE ALLE SERATE DEL CAVALIERE? HO EVITATO QUALSIASI RAPPORTO ANCHE CON QUELLE CHE ERANO MIE AMICHE. POI…”
-Estratto dell'articolo di Claudia Guasco per “il Messaggero”
Su che fine avrebbero fatto quei soldi, i pm dell'inchiesta Ruby ter un'idea ce l'hanno: investimenti a Dubai e l'apertura di attività commerciali in Messico. Karima El Mahroug, forte di un'assoluzione per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, fa spallucce: «Una che nasconde 5 milioni credo sia facile da scovare. Ma non è successo. Perché io quei soldi da Silvio Berlusconi non li ho mai avuti».
Il giorno dopo la sentenza, dalle ceneri della Ruby appena diciottenne delle feste di Arcore rinasce Karima, che fa i conti con il passato. Nonostante tutto, dell'ex premier ha un buon ricordo. «Non ho nessun motivo per proteggere Berlusconi, ha un potere ben diverso dal mio ed è capace di difendersi da solo. Con me è stata una persona rispettosa, da lui ho ricevuto del bene: in quelle sei occasioni nelle quali sono stata sua ospite ho avuto un aiuto economico. Ci ha consegnato delle buste, quando l'ho aperta e ho contato il denaro per me era già tantissimo, mi ha permesso di non dormire per strada, di comprarmi da mangiare e mandare qualcosa a mia madre. Per questo parlo di gratitudine, certo non di milioni».
Gli spedirà la biografia che ha appena scritto?
«Spero la legga e mi riferisca la sua opinione, se dovesse farlo pubblicamente ne sarei contenta. Non che me lo deva, ma se avesse sprecato due parole per dire che ragazza ero quando tutti mi accusavano di essere una prostituta e le altre mi chiamavano zingara, forse sarebbe stato di grande aiuto».
Vede ancora le invitate alle serate del Cavaliere?
«Non ho più parlato con loro, ho evitato qualsiasi rapporto anche con quelle che erano mie amiche. In questo caso per paura che qualsiasi telefonata potesse essere strumentalizzata. Poi i contatti si sono persi e va bene così».
Imane Fadil è stata teste dell'accusa. Ha avuto paura quando è morta?
«Non l'ho mai conosciuta, ma ho provato un dispiacere infinito. È una vicenda che ha legato tutte noi, avendo vissuto quella casa. Anche la scomparsa dell'avvocato Ghedini mi ha toccato. Io mi sono sempre sentita diversa dalle altre ragazze, per età e per il mio vissuto, e quando è cominciato il marasma a tratti ho temuto per la mia incolumità. Sono stata anche pedinata, vai a sapere da chi».
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