“IL MIO ESAME PREVEDE UNA PREPARAZIONE PIÙ IMPEGNATIVA..." - IL CASO DI SABINA TUZZO, DOCENTE DI LATINO ALL’UNISALENTO, ACCUSATA DI VESSARE E UMILIARE GLI UNIVERSITARI DURANTE GLI ESAMI: “LE ACCUSE SONO INFONDATE, SUPPORTATE DA STUDENTI DELUSI DALL’ESITO DELL’ESAME E DA ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE CON FINI POLITICI” - "MOLTI STUDENTI NON HANNO STUDIATO LATINO A SCUOLA, E RICORRONO AL REITERATO RICATTO DELL’IMMINENTE LAUREA” – “HO INVITATO IL RETTORE A PRESENZIARE A QUALSIASI MIO APPELLO D’ESAME, PER RENDERSI CONTO DEL LIVELLO DI PREPARAZIONE E TALVOLTA DI SUPPONENZA DEGLI STUDENTI…"
-Estratto dell’articolo di Claudio Tadicini per www.corriere.it
È tacciata di vessare e umiliare gli universitari durante gli esami, tanto che l’Udu ha scritto al ministro Bernini e al rettore Pollice, per chiedere provvedimenti e scongiurare tragedie come quella avvenuta alla Iulm di Milano. La professoressa Sabina Tuzzo, docente ordinario di Lingua e Letteratura latina di UniSalento, però, respinge le accuse.
Come replica agli studenti che dicono di essere umiliati e terrorizzati in sede d’esame?
«Trovo del tutto infondate, offensive e diffamatorie le illazioni che mi sono state rivolte, supportate da studenti evidentemente delusi dall’esito dell’esame, istigati e strumentalizzati ad arte ed a fini speculativi, per screditare il mio lavoro e la mia correttezza e serietà professionale».
[…]
A cosa potrebbe essere dovuto questo «malessere diffuso»?
«L’esame, obbligatorio e professionalizzante, prevede una preparazione più accurata ed impegnativa. Molti studenti non hanno studiato latino a scuola, […] Molti lasciano l’esame per ultimo, preparano parzialmente il programma e ricorrono all’ormai reiterato ricatto dell’imminente laurea, per estorcere una promozione gratuita all’ultimo minuto. […]».
Ha individuato, assieme al rettore (o chi per lui), una possibile soluzione?
«Ho invitato spesso il rettore (o chi per lui) a presenziare a qualsiasi mio appello d’esame, anche a sorpresa, per rendersi conto non solo del modus agendi et operandi mio e della mia commissione d’esame, ma soprattutto del livello di preparazione e talvolta di supponenza di non pochi studenti. […]».
[…] Come si sente?
«Infastidita ed indignata per la risonanza mediatica che si è voluto dare alla vicenda: si poteva risolvere discretamente e molto più efficacemente con un confronto diretto […]. Al contempo, però, serena perché seria e coscienziosa: ho sempre agito con la massima professionalità ed il massimo rispetto di tutti gli studenti - cui non mi permetto neanche di dare del “tu” […]».
Ha ricevuto solidarietà dai colleghi? E da qualche studente?
«Certo. I colleghi di commissione sono increduli[…]. Alcuni studenti mi hanno contattato[…] dicendosi pronti a testimoniare il contrario».
Perché allora quella lettera?
«[…]. Sono associazioni studentesche con fini politici: evidentemente, dopo i fatti di Milano, intendono speculare sull’esame e sull’insegnamento di latino. Non escludo di tutelare la mia onorabilità, oltre che dinanzi agli organi accademici, anche in altre e competenti sedi».