“MIO PADRE È STATO LASCIATO MORIRE E POI CI HANNO PRESENTATO IL CONTO DELLA CREMAZIONE” – IL CALVARIO DI CLAUDIO LONGHINI, MORTO A 65 ANNI PER COVID-19, DOPO CHE IL MEDICO HA SCAMBIATO L'INFEZIONE PER UN’INFLUENZA INTESTINALE – LA FIGLIA CRISTINA: “LO HANNO CURATO CON ANTIBIOTICI E FERMENTI LATTICI. QUANDO HANNO CAPITO, ERA GIÀ IL CAOS. NON C’ERA POSTO IN TERAPIA INTENSIVA. È MORTO E NON SAPEVAMO DOVE L’AVEVANO PORTATO PER LA CREMAZIONE…”

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Roberto Faben per “la Verità”

 

Cristina e Claudio Alessandro Longhini

La mattina presto del 19 marzo 2020, giorno di San Giuseppe, festa del papà, l' ospedale di Bergamo ha telefonato. «Suo padre è deceduto». La sera prima, alle 23, furono riprese le cupe immagini che fecero il giro del mondo, una colonna di autocarri militari stipati di bare diretta a trasportarle verso cimiteri di altre località italiane, dato che quello cittadino era al limite del collasso.

 

A ricevere la ferale comunicazione è stata Cristina Longhini, 39 anni, farmacista, che si è trasferita 12 anni fa da Bergamo a Milano dopo la laurea, per lavorare alla farmacia Ca' Granda con la madre Catia. In poco meno di venti, terribili giorni, quel papà che adorava, Claudio Alessandro Longhini - «ma tutti lo chiamano Claudio» ricorda -, 65 anni, appena andato in pensione dopo 40 anni di lavoro come rappresentante in un' azienda, è stato portato via dal Covid.

esercito a bergamo per portare via le bare 1

 

Dal negletto ritardo nella diagnosi del virus alle angosciose attese di aggiornamenti da un nosocomio precipitato in uno scenario di guerra, dal pietoso momento del riconoscimento della salma alla ricerca di un servizio di pompe funebri in un territorio improvvisamente disastrato, fino alla perdita di notizie del proprio congiunto, trasportato chi sa dove dai mezzi dell' esercito.

 

cristina e la fattura per la cremazione del padre, morto di coronavirus

Quello che doveva essere il preludio di una normale e magari felice primavera, per Cristina Longhini, sposata e con un bimbo di due anni e mezzo, Filippo, e per la sua famiglia, si è tramutato in un' esperienza che è arduo scegliere tra il definirla una via crucis o un uragano arrivato chi sa da dove.

 

coronavirus bergamo

Quasi ciò non bastasse, e in presenza di paventate notizie di imputazione anche delle spese di trasporto militare, puntuale è giunta la fattura dei costi di cremazione, 563 euro, che sommate agli oneri d' ufficio e alle marche da bollo, perché pure quelle sono richieste, portano a una somma di 777 euro. «Abbiamo già pagato» sottolinea Cristina. «Ma se lo Stato dice che siamo in guerra, noi siamo vittime di questa guerra. Un segno di vicinanza, almeno. E siamo in tanti ad aver attraversato questa situazione».

cristina e la fattura per la cremazione del padre, morto di coronavirus 3

 

Suo padre quando ha avvertito i primi sintomi di malessere?

«Tra il 2 e il 3 marzo. Mio padre, a casa, in centro a Bergamo, ha iniziato ad accusare in questi giorni inappetenza, dissenteria, vomito. E una febbre di circa 37 e 4. Abbiamo chiamato il nostro medico di base, il quale ha prescritto per telefono un antibiotico e fermenti lattici».

 

Scambiando il Covid per una comune influenza, dunque. E poi?

«S' aggravava. Peggiorava sempre più. Perdeva peso. Stava un' ora e mezzo in bagno con la dissenteria che continuava, nonostante gli antibiotici. Abbiamo richiamato il nostro medico di base, chiedendogli di venire a visitarlo. Lui ha risposto che si trattava di un virus intestinale e dovevamo continuare con gli antibiotici. "Chicchy non sto bene" diceva. Mamma mi disse: "Questo è Covid". Allora abbiamo chiamato un altro medico, un nostro amico di Brescia, ed è venuto a visitarlo. Eravamo già al 13 di marzo».

 

coronavirus bergamo

Cosa riscontrò il secondo medico?

«Mio padre aveva un livello di ossigenazione del sangue di 65, e basti pensare che già con 80 si va verso l' intubazione. Rischiava di morire in casa. Il medico ha chiamato un' ambulanza. Sono arrivati, era una di quelle ambulanze di appoggio. Nemmeno sapevano dov' era l' ospedale, dato che ci hanno chiesto indicazioni».

 

cristina e la fattura per la cremazione del padre, morto di coronavirus 1

Dopo il ricovero cos' è accaduto?

«L' ospedale non ci ha chiamato subito. Ma solo il giorno dopo. Papà era stato sottoposto al Cpap, il casco per la terapia di ventilazione. Dopo due giorni ci hanno detto che era stabile. Non sapevamo se era cosciente. Noi telefonavamo, ma c' era il caos.

 

Ci hanno risposto: "Chiamiamo noi se ci sono miglioramenti". Dopo due giorni hanno telefonato, dicendoci che per mio padre c' era necessità di terapia intensiva, ma non c' erano posti.

Ci hanno chiesto se lo potevamo trovare noi un ospedale con un posto in terapia intensiva. Ho provato a chiamare ovunque, anche in Regione Lombardia. Nulla».

 

il servizio di sky news dall'ospedale di bergamo

Dunque suo padre sarebbe rimasto senza terapia intensiva

«L' ospedale inizialmente non ha trovato alcun posto. Poi abbiamo notizie che hanno tentato l' intubazione. La mattina del 19 marzo, quando abbiamo telefonato alle 5 del mattino, ci hanno detto: "A suo padre non arriva più ossigeno agli organi"».

 

Quando la successiva telefonata?

«Alle otto meno un quarto. Hanno chiamato loro. «Suo padre è deceduto» ci hanno comunicato. In realtà è spirato alle 5 e 45, come è stato scritto nella sua cartella clinica».

bare a bergamo

 

Come si è evoluta la situazione da questo momento?

«Mi hanno detto che dovevo andare alla camera mortuaria per il riconoscimento.

Sono arrivata alle 10. La salma non c' era. Alla camera mortuaria mi hanno suggerito di chiedere notizie al Pronto soccorso. Il corpo è arrivato alle 14. Mai avrei voluto vedere un' immagine simile, le condizioni in cui era ridotto il mio papà. Mi hanno restituito il suo borsone.

 

E un sacchetto di quelli che si usano per i rifiuti con il suo pigiama e la sua maglietta intima, con una grande macchia di sangue nella zona della schiena che non so a cosa fosse legata. È rimasto 15 giorni nella mia auto questo sacchetto. Non avevo il coraggio di aprirlo».

coronavirus terapia intensiva bergamo

 

E a quel punto?

«Dovevo trovare un' agenzia di pompe funebri, ma quelle di Bergamo, cui abbiamo telefonato, erano tutte indisponibili. Dopo vari tentativi, abbiamo trovato un servizio disponibile a Milano.

 

La salma è stata trasportata dalla camera mortuaria al cimitero di Bergamo e poi è partita con i mezzi militari per essere trasportata in un luogo al momento ignoto. C' era un numero di telefono a disposizione e verso il 3 aprile mia madre è riuscita a sapere che mio padre era stato cremato a Ferrara».

cristina e la fattura per la cremazione del padre, morto di coronavirus 2

 

Aveva dato disposizioni suo padre per la cremazione?

«Sì, aveva manifestato la volontà di essere cremato. Ma ci sono anche storie di familiari che hanno saputo della cremazione a fatto avvenuto dando per scontato il loro assenso. Queste e altre storie sono raccontate in un gruppo su Facebook che si chiama Noi denunceremo, coordinato da Stefano Fusco, e che raccoglie migliaia di iscritti che raccontano verità che nessuno conosce».

esercito a bergamo per portare via le bare 2

 

Qual è stata la successiva evoluzione dei fatti?

«L' agenzia di pompe funebri ci ha telefonato dicendoci che l' urna con le ceneri era disponibile per essere tumulata, previo un bonifico di 290 euro da versarsi ai servizi cimiteriali del Comune di Bergamo per la sistemazione in una celletta decisa dal cimitero stesso senza possibilità di scelta da parte dei congiunti. Non c' è stato un funerale ma soltanto un Requiem aeternam e una brevissima benedizione, il giorno 23 aprile, da parte di uno dei due frati che si alternano in questo compito».

giorgio gori

 

In quei giorni è arrivata anche la fattura per la cremazione

«Sì, di 563 euro, e non si capisce perché, ad esempio, a Padova il costo della cremazione sia di 240 euro. Non possono esserci tariffe uniche? Ma io dico, premesso che abbiamo regolato tutte le fatture, dopo questo calvario, non si poteva manifestare un segno di vicinanza da parte del Comune di Bergamo almeno in questo, un segno di solidarietà e di sollievo per i congiunti delle vittime?

 

l esercito porta le bare fuori da bergamo

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha chiesto scusa per aver detto "Bergamo non si ferma mai" e spese risorse per far installare in città una ruota panoramica per 40 giorni per festeggiare la sua elezione».

l esercito porta le bare fuori da bergamo
focolaio bergamo
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esercito porta via le bare da bergamo
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