“NESSUNO INTORNO A ME RIUSCIVA AD AIUTARMI” – IL PRINCIPE HARRY PARLA DELLA DEPRESSIONE NEL DOCUMENTARIO NETFLIX “HEART OF INVICTUS”, DEDICATO AI VETERANI: “SONO DEPRESSO DALL’ETÀ DI 12 ANNI. LA FATICA PIÙ GRANDE PER ME SONO STATE LE PERSONE. NON AVEVO UNA STRUTTURA DI SUPPORTO O UN GRUPPO DI ESPERTI CHE MI AIUTASSE A CAPIRE COSA AVESSI” – QUALCUNO HA LETTO NELLE SUE PAROLE UNA FRECCIATINA AI REALI E AL FATTO CHE IN FAMIGLIA NON POTESSE PARLARE DEI PROBLEMI MENTALI. PECCATO CHE FU PROPRIO WILLIAM A DIRGLI DI ANDARE IN TERAPIA… - VIDEO
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Estratto dell'articolo di Antonella Rossi per www.vanityfair.it
Neanche il tempo di debuttare su Netflix che Heart of Invictus, il nuovo documentario del principe Harry, è già finito al centro dei gossip. Colpa, di nuovo, degli attacchi sottili del secondogenito di Carlo III e di Lady Diana alla famiglia reale britannica.
Heart of Invictus è una miniserie in sei puntate dedicata agli Invictus Games, le Olimpiadi dedicate ai veterani di guerra che il principe ha ideato nel 2014, ma dentro c'è molto di più, compresi i contraccolpi sulla salute mentale causati da esperienze particolarmente forti, come la guerra o come la perdita prematura di un genitore. […]
«La fatica più grande per me sono state le persone. Nessuno intorno a me poteva davvero aiutarmi. Non avevo una struttura di supporto o un gruppo di esperti che mi aiutasse a capire cosa avessi».
Poi la presa di coscienza di aver bisogno di un aiuto. «Purtroppo, come me, la prima volta che consideri veramente la terapia è quando sei sdraiato sul pavimento in posizione fetale, desiderando di aver affrontato prima il problema. Ed è quello che voglio davvero cambiare».
Il suo mondo - ha raccontato Harry - è crollato al ritorno dalla sua missione in Afghanistan, tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, ma si è trattato solo di un fattore scatenante, non della causa reale del suo disagio. «Quello che stava emergendo era del 1997, quando avevo 12 anni», ha rivelato il principe. «Perdere mia madre in così giovane età, il trauma che ho avuto, non ne sono mai stato veramente consapevole, non ne ho mai parlato, l'ho represso, non ne ho mai parlato come avrebbe fatto la maggior parte dei bambini.
Ma poi, quando il trauma è iniziato a riemergere, mi chiedevo: «Che succede? Ora sento tutto, non sono più insensibile come prima. Il mio problema era che nessuno intorno a me riusciva ad aiutarmi».
A scatenare quel «risveglio», anche le modalità del rientro in Patria dpo l'Afghanistan. In pochi conoscevano la missione del principe, ma alla fine il segreto venne svelato, nonostante un accordo di riservatezza tra Buckingham Palace e alcuni organi di stampa che sapevano. Harry, così, divenne un bersaglio, tanto da ricevere anche minacce di morte. La decisione di farlo tornare a casa fu inevitabile, anche per non mettere in pericolo quelli che lo circondavano.
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