“NON AVREMMO MAI POTUTO IMMAGINARE CHE IN CODA PER FARE UN TAMPONE CI FOSSE UN BOSS DEL SUO CALIBRO” – IL RACCONTO DI STEFANIA FILOSTO, DIRETTRICE DELLA CLINICA “MADDALENA” DOVE È STATO ARRESTATO MATTEO MESSINA DENARO: “NON SAPEVAMO CHI FOSSE. QUANDO HO SCOPERTO CHI ERA, HO PIANTO” – IL BOSS ERA COSÌ SPAVALDO CHE SE NE FREGAVA DI SEMINARE INDIZI: DAL SELFIE CON L’INFERMIERE ALLE BOTTIGLIE DI OLIO PER I MEDICI – INDAGATO ALFONSO TUMBARELLO, IL DOTTORE CHE AVEVA IN CURA “BONAFEDE”, ALIAS MESSINA DENARO…
-1. MAFIA: INDAGATO IL MEDICO CHE AVEVA IN CURA 'BONAFEDE'
ERA IL NOME DI COPERTURA DEL BOSS MATTEO MESSINA DENARO
(ANSA) Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell'ambito dell'arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato.
2. “IMPOSSIBILE IMMAGINARE CHE QUELL'UOMO IN FILA COME TANTI FOSSE LUI”
Estratto dell’articolo di Felice Cavallaro per il “Corriere della Sera”
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la direttrice della «Maddalena», Stefania Filosto, subito avvertita del trambusto. È lei a tranquillizzare via cellulare il marito, Guido, un'istituzione per la sanità siciliana, fresco di compleanno, 94 candeline spente domenica: «Hanno preso un tizio, inseguito, non sappiamo chi è, ma abbiamo applaudito...».
Il miracolo di una Palermo che vede tanti alzare le braccia e fare con indice e medio la V di vittoria, si è poi moltiplicato quando s' è capito che l'uomo insaccato in un giaccone di montone color miele, un cappuccio calato sulla fronte, infilato dentro un furgone nero, era Matteo Messina Denaro.
L'avevano registrato venerdì con un falso nome, Andrea Bonafede. Ignari all'ufficio accettazione che, fra i tanti pazienti affetti da tumore, ci fosse invece l'ultimo dei latitanti stragisti di Cosa nostra. «Non avremmo mai potuto immaginare che in coda per fare un tampone ci fosse un boss del suo calibro», dice la dottoressa Filosto quando chiama i dirigenti dell'amministrazione per fornire ai carabinieri del Ros le cartelle cliniche del «signor Bonafede», un paziente come tanti, da sottoporre a un ciclo di chemioterapia dopo un'operazione a quanto sembra subita un anno e mezzo fa in un'altra struttura.
Ecco la direttrice stringere la mano e congratularsi con il comandante del Ros, il generale Angelosanto: «Grazie per quanto avete fatto. Bravissimi. Panico ridotto al minimo...». Un racconto ripetuto tante volte ad amici e collaboratori: «La cosa più bella è l'euforia dei pazienti, dei passanti per questa azione, contenta io stessa per questo arresto quando s'è capito di chi si trattava e non mi vergogno a dire di aver pianto di felicità».
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IL BOSS DEI BOSS PRESO IN FILA IN CLINICA ASPETTAVA LA CHEMIO
Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara e Marco Bova per “La Verità”
Il mammasantissima di Castelvetrano era in coda per il tampone, prima della seduta di chemioterapia: gli occhiali scuri con le lenti ovali che hanno preso il posto dei Ray ban delle poche foto che circolavano, il giubbotto chelsey imbottito di Brunello Cucinelli da 10.000 euro con sotto un pesante maglione di lana al posto delle camicie di seta con cui tutti lo immaginavano e al polso un Frank Muller da 35.000 euro.
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L'adenocarcinoma mucinoso del colon, forma tumorale particolarmente aggressiva, gli era stato diagnosticato da un patologo dirigente dell'ospedale Vittorio Emanuele Secondo di Castelvetrano. La cartella clinica porta la firma del dottor Michele Spicola. E la diagnosi risale al 24 novembre del 2020, in piena pandemia, quando il medico scrive un referto istologico per il geometra Bonafede che sembra una condanna a morte. Nel 2021 Messina Denaro viene operato una seconda volta e subisce la resezione di alcune metastasi al fegato.
E frequentando ospedali e cliniche in questi due anni, con i suoi tre vaccini anti Covid in quanto soggetto considerato fragile, ha lasciato più di una traccia plateale in giro: portava in regalo lattine di olio ai dottori e con uno di questi si è esibito pure in un sorridente selfie in maniche di camicia, colletto all'italiana e logo ricamato sul petto.
Nel 2020, poi, si è sottoposto a una biopsia al colon all'ospedale Abele Aiello di Mazara del Vallo. E anche questa cartella clinica è finita nelle mani degli investigatori. Come la documentazione dello studio del dottor Filippo Zerilli, oncologo dell'ospedale di Trapani. Per le cure e le ricette mediche, però, si sarebbe rivolto ad Alfredo Tumbarello, già candidato sindaco a Campobello e considerato vicino ad Antonio D'Alì, l'ex senatore ed ex sottosegretario all'Interno forzista condannato (e poi arrestato) per concorso esterno anche per l'ipotizzata vicinanza con i Messina Denaro.
Gli studi professionali di entrambi i medici sono stati perquisiti l'altra notte e rientrano tra i 12 decreti eseguiti dai carabinieri del Ros (cinque a Campobello).
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