“NON GESTIVO LA SOCIETÀ” – DANIELONA SANTANCHÈ CONVINCE I PM, CHIESTA L'ARCHIVIAZIONE PER FRODE FISCALE - LA SENATRICE DI FRATELLI D’ITALIA ERA ACCUSATA D’AVER AIUTATO NEL 2019 L’EX COMPAGNO CANIO GIOVANNI MAZZARO A SOTTRARRE AL FISCO I 393.000 EURO INCASSATI DALL’UOMO CON LA VENDITA DI UNA BARCA ATTRAVERSO LA SOCIETÀ BIOFOOD ITALIA DI CUI SANTANCHÈ ERA LA LEGALE RAPPRESENTANTE…

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Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

 

DANIELA SANTANCHE'

Ma non era lei, l'onorevole e imprenditrice Daniela Santanchè, la presidente e legale rappresentante della società Biofood Italia srl? Vero, ma «senza alcun ruolo gestionale, operativo, strategico», si è fatta piccola piccola la senatrice di Fratelli d'Italia nell'interrogatorio in Procura per difendersi dall'accusa d'aver aiutato nel 2019 l'ex compagno Canio Giovanni Mazzaro a sottrarre al Fisco i 393.000 euro incamerati dall'uomo con la vendita di una barca a un acquirente maltese per interposta Biofood srl.

 

La linea di difesa non sarà stata proprio il massimo per una imprenditrice e politica in passato sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio e addirittura prima donna relatrice di una legge Finanziaria in Parlamento (nel 2005). Ma penalmente deve essere stata efficace se la senatrice del partito di Giorgia Meloni - pur partendo da quell'avviso di conclusione delle indagini che 7 mesi fa sembrava avviarla per certo alla richiesta di rinvio a giudizio - ora invece vede la Procura di Milano chiederne a sorpresa l'archiviazione, sotto elezioni del 25 settembre alle quali è candidata per il centrodestra nel collegio uninominale Lombardia-11 (Cremona), oltre che nei collegi plurinominali di quattro regioni.

 

DANIELA SANTANCHÈ

Mazzaro, per il quale il pm Paolo Filippini chiede al contrario il processo, il 19 settembre 2018 ricevette dal Fisco un avviso di accertamento per 589.000 euro, e l'1 aprile 2019 vendette alla maltese Flyingfish Yachting Ltd la sua imbarcazione «Unica» per 393.000 euro: ma per non rischiare che questi soldi, appena accreditati sul proprio conto, venissero pignorati dall'Agenzia delle Entrate, tra sé e l'acquirente interpose la Biofood, nella quale aveva deleghe solo fino a 100.000 euro: a firmare così gli atti della compravendita fu appunto la legale rappresentante Santanchè, benché adesso ai pm rimarchi non solo di non essere mai stata sposata con Mazzaro e di non essergli più stata legata sentimentalmente dal 2006, ma appunto anche di non aver mai avuto ruoli gestionali o operativi in Biofood srl.

 

Per l'ufficio del procuratore Marcello Viola «l'essersi assunta, nonostante il suo status di soggetto politicamente esposto, un incarico meramente formale di legale rappresentanza, con tutti i rischi giuridici connessi», resta uno dei 5 oggettivi «indici di anomalia» nella vicenda. Ma a motivare il 3 agosto scorso la richiesta di archiviazione di Santanchè, difesa dall'avvocato-parlamentare Ignazio La Russa, è il fatto che, se si prescinde dal rapporto personale con Mazzaro e dal ruolo di legale rappresentante, «al di là di tali prove logiche è carente la prova diretta» che Santanchè avesse con Mazzaro un accordo e sapesse con certezza del suo debito fiscale. Inoltre i soldi della barca (393.000) somigliano (391.000) a quelli che Mazzaro per altre vicende doveva rimettere in cassa a Biofood, sicché in teoria per la legale rappresentante Santanchè la compravendita della barca poteva avere «una sua oggettiva utilità».

daniela santanche e canio mazzaro
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