“NON C’È REGOLA PER ME, LA REGOLA È CHE SIAMO IN UNA GIUNGLA” – MAXI CONFISCA A ROCCO MONGIARDO, IL “RE” DELLE CARROZZERIE D’AUTO DI MILANO: IL TRIBUNALE DI MILANO HA DECISO DI TOGLIERGLI 11 IMMOBILI, 90MILA EURO E QUATTRO OROLOGI ROLEX – LE VECCHIE INTERCETTAZIONI CHE LO FECERO FINIRE AGLI ARRESTI DOMICILIARI PER BANCAROTTA: “LO PRENDO A CALCI IN FACCIA”, “LO FARÒ SALTARE FUORI DALLA VETRINA”, “A BRUCIARE QUEL CAPANNONE CI METTO UN MINUTO”

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Luigi Ferrarella per www.corriere.it

 

rocco mongiardo

«Quelle erano frasi dette in un momento di rabbia, ma non c’è stata nessuna denuncia e io oggi sono in ottimi rapporti con tutte le persone oggetto di quelle telefonate: è facile estrapolare una frase che ti fa apparire cattivo, poi però quando si contestualizza viene fuori la verità.

 

E la verità è che non sono un santo, e ho delle faccende da sistemare, ma non sono un delinquente», assicurava l’anno scorso il 38enne imprenditore Rocco Mongiardo al giornale «Libera Stampa l’Altomilanese» per scrollarsi di dosso la poco lusinghiera aria che lo circondava a Bareggio per via di certe sue intemperanze linguistiche intercettate dalla Guardia di Finanza di Magenta quando il gip Livio Cristofano lo aveva poi posto agli arresti domiciliari per reati di bancarotta: «Non c’e regola per me, la regola è che siamo in una giungla», «Lo prendo a calci in faccia», «Lo farò saltare fuori dalla vetrina», «Lo scanno, lo spezzo in tre pezzi», «A bruciare quel capannone ci metto un minuto»).

 

rocco mongiardo con nicole minetti

E nemmeno aveva giovato alla sua popolarità a Bareggio il fatto che nove anni fa fosse stato un po’ troppo «incisivo» in Comune a Magenta con l’allora capo ufficio tecnico che a suo avviso gli rallentava il permesso per la sua discoteca «Dubai» a Bareggio, al punto che costui per proteggersi si era rivolto a un ’ndranghetista locale di peso (condannato poi a 10 anni per mafia), il quale non aveva mancato di esercitare la propria azione criminal-pacificatrice convocando e riportando a più miti consigli l’aggressore.

 

Nessuno di questi fatti è mai rifluito in contestazione di criminalità organizzata, ma adesso Mongiardo, re locale delle carrozzerie d’auto, su richiesta dei pm Roberto Fontana e Luca Gaglio si vede portare via tutto il proprio ingente patrimonio immobiliare dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano perché scivola sull’apparente buccia di banana di quella che gli inquirenti definiscono «sistematica omissione» del pagare tasse e contributi previdenziali, in una catena che da vent’anni vedrebbe man mano spremere, lasciare fallire e sostituire società sempre con lo stesso ciclo di vita e morte aziendale.

 

rocco mongiardo

E così il collegio formato da Fabio Roia, Ilario Pontani e la relatrice Veronica Tallarida confisca a Mongiardo, come misura di prevenzione patrimoniale, 11 immobili intestati alla Immobiliare San Marco a Bareggio, 90mila euro frutto della vendita di un appartamento, e quattro orologi Rolex.