“DAL 7 OTTOBRE NON C’È NOTTE CHE NON MI TENGA SVEGLIA PER PENSARE A QUELLO CHE SUCCEDE” – LILIANA SEGRE RICEVE LA LAUREA HONORIS CAUSA A MILANO E AVVERTE DEL RISCHIO CHE SI PERDA LA MEMORIA DELL’OLOCAUSTO: “TRA 20 ANNI, QUANDO TUTTI I SOPRAVVISSUTI SARANNO MORTI, CI SI DOVREBBE RICORDARE DI QUESTA MINORANZA?” – “L’UOMO CHE HA SFREGIATO LA MIA TARGA? VORREI CONOSCERLO. ANDREBBE STUDIATO CHI, DOPO 80 ANNI DAI FATTI, PERDE 5 MINUTI DI UNA PREZIOSA VITA NON ETERNA PER ANDARE A FARE UN SEGNACCIO SUL MIO NOME. COS’È? ANTISEMITISMO? INVIDIA? SONO MORTI TROPPO POCHI E NE DOVEVANO MORIRE DI PIÙ?”
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Estratto dell'articolo di Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
Glielo dicono perfino amiche carissime, persone che le vogliono bene: «Non farti vedere; non uscire; ma dovevi proprio andare alla Scala, su quel palco?». E la risposta della senatrice a vita Liliana Segre oggi è la stessa di allora, di quando bambina le stesse raccomandazioni le ascoltava nella sala da pranzo piccolo borghese della sua casa di Milano: «Perché?».
«Adesso che sono così vecchia e che non ho più tutta quella forza, io lo urlo dentro di me quel perché», ha raccontato ieri mattina a un Enrico Mentana insolitamente emozionato, nell’Aula magna gremita dell’Università Statale di Milano, dove il magnifico rettore Elio Franzini stava per conferirle la laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche alla presenza, tra gli altri, della ministra dell’Università Anna Maria Bernini.
Toga blu, appena un po’ infragilita da un principio di influenza, la senatrice a vita scelta dal presidente Mattarella nel 2018 ha conversato con la consueta franchezza con il direttore del Tg La7, suo amico, nella data significativa del Giorno della Memoria. «Non riesco a essere ottimista», ha dichiarato. «L’indifferenza permette anche oggi che quel ciclo non sia chiuso. Non per nulla il 40 per cento degli italiani non vota: non è una cosa che riguarda me, è una cosa dell’Istat. Se il 40 per cento degli italiani non va a votare, avendo ottenuto attraverso il sacrificio di migliaia di persone la democrazia, come può essere chiuso un ciclo?».
Con quale ottimismo, va avanti Segre, lei può pensare che «tra 20 anni, quando tutti i sopravvissuti saranno morti, ci si dovrebbe ricordare di questa minoranza?». E ha ricordato quel «signor ministro» che, alla domanda su quanti fossero gli ebrei in Italia, aveva risposto «un milione e mezzo»: iscritti alla comunità sono 35 mila, aveva replicato con grazia gelata la senatrice, 50 mila se si contano i non iscritti.
La targa sfregiata lungo il sentiero da Viggiù alla Svizzera che aveva percorso ragazzina con il padre e due cugini? «Il signore che lo ha fatto è interessantissimo, vorrei conoscerlo. Andrebbe studiato chi, dopo 80 anni dai fatti, perde 5 minuti di una preziosa vita non eterna per andare a fare un segnaccio sul mio nome. Perché questi personaggi si intestardiscono? Cos’è? Antisemitismo? Invidia? Sono morti troppo pochi e ne dovevano morire di più?».
Mentana non ha potuto non ricordare la parola «genocidio», evocata dalla Corte dell’Aja, e le tantissime vittime palestinesi, frutto della risposta di Israele all’attacco di Hamas. «Io sono stata così fortunata da diventare mamma e sono stata così felice, fortunata, esaltata dal fatto di diventare nonna. Nella spirale dell’odio più crudele, delle cose più spaventose dal 7 ottobre in poi, ci sono i bambini di tutti i colori, di tutte le religioni, di tutte le appartenenze. Quelli che mi trovano una nonna disperata, perché i bambini sono il frutto dell’amore, sono una meraviglia. Che questi bambini vengano uccisi per l’odio degli adulti che non si ferma mai, loro che sarebbero il futuro di popoli fratelli, è una cosa che mi ha dato una forma di disperazione serale: dal 7 ottobre non c’è notte che non mi tenga sveglia in parte a pensare a quello che succede».
[…] Mentana ha osservato che non esiste un monumento con il quale l’Italia abbia chiesto scusa ai sopravvissuti per quanto successo, per le leggi razziali, leggi razziste che hanno dato il via ai rastrellamenti. E la senatrice a vita: «Ho incontrato diverse persone che per la loro coscienza e sensibilità a me personalmente hanno chiesto scusa. Ma come lo intendi tu, in maniera ufficiale, no: italiani, brava gente».